1/4 – Introduzione
Capita a volte di vedere sul volto di qualcuno con cui si comunica, una smorfia o degli atteggiamenti un po’ strani che ci fanno risflettere. Questo capita perché la comunicazione non verbale arriva prima rispetto alle parole e il più delle volte sono spontanee. La comunicazione tra due persone è composta dal linguaggio “verbale” e dal linguaggio “non verbale”. Il linguaggio non verbale è rappresentato dalla mimica, dagli atteggiamenti del corpo (la cosiddetta postura) e l’espressione del viso. In questa semplice ed esauriente guida andremo a vedere come è possibile riuscire ad interpretare il linguaggio del volto, in modo ottimale.
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Ogni espressione “forzata” ed innaturale è sinonimo di finzione. Infatti se si nota un sorriso “artefatto” rappresenta il tentativo di mascherare l’emozione realmente provata in quel preciso momento. Per non mostrare disgusto nei confronti di qualcosa, infatti, molto spesso si è portati ad azzardare un sorriso forzato, che non è frutto della spontaneitò. Inoltre quando un commento altrui ci infastidisce particolarmente, tiriamo fuori il cosiddetto “sorriso di circostanza”.
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Molte volte uno sguardo verso il basso indica timidezza, ma anche una precisa volontà di non mostrare se stessi, di rendersi imperscrutabili e sfuggenti. La persona che non guarda direttamente negli occhi l’interlocutore non vuole stabilire un contatto con chi ascolta, sia per timidezza che per motivazioni come la paura. Di contro, fissare troppo intensamente il viso di un’altra persona implica la volontà di prevaricare l’altro, quasi di volerlo “tener d’occhio”. Spostare la testa, invece, facendola oscillare tra destra e sinistra, oppure inclinare lo sguardo lateralmente, indica una situazione di disinteresse e di noia da parte del proprio interlocutore.
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Anche il nervosismo alcune volte maschera le emozioni di chi parla. Ad esempio se il proprio interlocutore tende a toccarsi ripetutamente i suoi capelli, oppure si accarezza una guancia, o si gratta il naso in maniera continua, vuol dire che sta mettendo in atto dei movimenti stereotipati e senza uno scopo preciso, dal momento che è in preda al nervosismo. Tra l’altro, ogni gesto che tende a “coprire” il volto rappresenta un tentativo inconscio di mascherarsi, di celarsi al giudizio altrui. Generalmente si può stabilire che è classico di questi stati emotivi, il coprirsi la bocca con le mani, l’atto dello stringere le labbra ed arricciarle, oppure corrugare la propria fronte.