1/5 – Introduzione
Il sesso è ancora considerato nella nostra società un tabù, qualcosa da nascondere o, al massimo, di cui parlare sottovoce. Sono pochi i genitori ad affrontare l’argomento con i figli e viceversa; con gli amici la situazione non cambia. Si può fare qualche battuta sul sesso ma quanti ne parlano tranquillamente, senza vergognarsi? L’educazione sessuale nelle scuole è inesistente e la religione affronta l’argomento soltanto per parlarne come qualcosa di peccaminoso. Come in tutte le cose, c’è sempre il rovescio della medaglia e così il sesso è trattato dai mass media come qualcosa da vendere, merce da offrire al mercato. Si tratta di eccessi che creano estrema confusione nelle persone che, a causa di questi e altri fattori, possono provare vergogna e inibizione. Come liberarsi delle inibizioni sessuali?
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Il primo passo è l’ascolto: ascolto del corpo e consapevolezza dei propri pensieri. È importante portare l’attenzione su quello che sentiamo dentro in alcuni momenti, alle sensazioni che percepiamo nel nostro corpo. Sviluppare l’auto-osservazione, imparando a non identificarsi con i pensieri ci sarà sicuramente d’aiuto. Esprimere quello che sentiamo, non tenendoci dentro il fardello è fondamentale, permettendo agli altri di sostenerci. Possiamo rivolgerci a uno psicoterapeuta, un sessuologo, un counselor, un professionista che ci ascolti nel non giudizio, in uno spazio protetto, dove siamo sicuri che le nostre parole saranno tutelate dal segreto professionale.
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Non esiste la soluzione perfetta che indichi come liberarsi da inibizioni, sensi di colpa e vergogna. Tutto questo potrebbe essere il frutto di schemi mentali che ci sono stati trasmessi e che abbiamo assorbito, di esperienze negative, di rimproveri che forse abbiamo subito da bambini. Fin dall’infanzia ci è stato insegnato a nascondere le nostre nudità e forse così sono iniziati i primi condizionamenti. Occorre sicuramente precisare che ci sono diversi livelli d’inibizione e che prima di tutto sia opportuno accertarsi che non incidano fattori fisici. Escludendo questi ultimi, s’intraprende un percorso, attualmente abbiamo a disposizione numerosi professionisti qualificati ai quali è possibile rivolgersi.
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Il nostro corpo è come una mappa, registra pensieri, sensazioni, ricordi. Tutto questo può generare dei blocchi dei quali, il più delle volte, non siamo consapevoli. Anche la meditazione può essere un ottimo strumento, in particolare la meditazione dinamica e la kundalini che permettono, in uno spazio protetto, di tirare fuori le emozioni represse e liberarsi. Perché non lavorare direttamente sul corpo? Potrà sembrare curioso ma lo yoga può essere un ottimo aiuto, lavorando sul corpo si lavora direttamente sulle emozioni e, in questo caso, si può lavorare sulle inibizioni, se di lieve entità.
5/5 Consigli
- Decidere di rivolgersi a un professionista è sinonimo di intelligenza e rispetto verso se stessi.