1/5 – Introduzione
C’è chi vive in funzione degli altri e c’è chi vive per se stesso. Inutile dire che la differenza è sostanziale tra chi conduce la propria vita preoccupandosi di come gli altri possano giudicarne ogni minimo passo e chi, invece, prende decisioni per se stesso pur non conciliandole con il giudizio altrui e risultando impopolari. Non trovare il consenso delle persone che ci circondano riesce ad avere un impatto altamente condizionante su di noi se siamo persone sempre attente ad apparire al meglio e non vogliamo mai farci prendere in contropiede. Da un certo punto di vista questo modo di vivere può avere un effetto positivo se pensiamo che l’opinione degli altri può impedirci a volte di fare delle cose inopportune o anche rischiose. Si dovrebbe vivere, senza mancare di rispetto alle idee degli altri, ma secondo i propri pensieri, anche correndo il rischio di sbagliare.
2/5 – Il desiderio di essere accettati
Il primo momento della giornata in cui ci rendiamo conto del valore che diamo all’opinione della gente è quando ci troviamo davanti allo specchio. Ci preoccupiamo di apparire perfetti perché l’impressione che daremo alle persone con cui entriamo in contatto dovrà essere impeccabile. Ecco, dedicarci alla nostra bellezza e al nostro apparire non è un passaggio inutile né scorretto. Ciò che vogliamo sottolineare è che il desiderio di essere ineccepibili lo si deve provare per se stessi in primis, senza però volerci bene di meno quando non saremo nella nostra forma migliore. È indispensabile accettarci così per come siamo. Ricordiamo che tutti sono in possesso di pregi e difetti, soprattutto chi ci giudica. Questo è un passaggio sostanziale che, se appreso, ci aiuta a vivere con serenità la nostra quotidianità dando solo il giusto peso al pensiero degli altri, senza esserne totalmente condizionati. Influisce molto l’ambiente in cui viviamo e le persone con cui ci confrontiamo quotidianamente. Se fosse possibile scegliere, consiglieremmo di stare alla larga da persone negative che hanno adottato il loro giudicare gli altri come lavoro non retribuito. Purtroppo, non sempre questa cosa risulta facilmente realizzabile e, allora, ciò che possiamo fare è ridimensionare la dipendenza dal parere altrui, riconoscendogli il solo titolo di “opinione” e non di “disposizione”. Questo non vuol dire che non dobbiamo prendere in considerazione i consigli che ci verranno dati, solo vuol dire, prenderli in esame, valutarli attentamente e riconoscere se effettivamente sono idee migliori delle nostre e, se non lo sono, dire “no, grazie!io la penso diversamente”, facendo di testa propria.
3/5 – La bellezza dell’imperfezione
Per non preoccuparci del giudizio degli altri, dobbiamo convincerci che siamo esseri umani (quindi imperfetti) e come tali tutti possiamo sbagliare, soprattutto nel giudicare appunto. Attenti perciò a diventare schiavi delle opinioni di chi probabilmente non vede la trave che ha nel proprio occhio. La paura di essere giudicati sul lato estetico, sul lavoro, sulle nostre origini e qualsiasi altro aspetto della nostra vita porta con se il timore dell’umiliazione e dell’emarginazione. Facciamo dunque attenzione ad impedire che tutto ciò possa trasformarsi in una vera e propria fobia che potrebbe caricare di ansia ogni minima cosa che stiamo per fare. Essere amati e accettati è il primo dei bisogni umani, ma i primi ad accettarci dobbiamo essere noi.
4/5 – A faccia a faccia con la paura
Riuscire ad individuare l’origine delle nostre paure è il primo grande passo verso la risoluzione del problema. La consapevolezza ci metterà faccia a faccia con le nostre ansie. Vedremo in maniera chiara cos’è che non ci fa vivere liberi e spensierati e a quel punto dovremmo prendere una decisione importante, trovare il modo per riprendere in mano la nostra vita.
5/5 – Impara a piacere a te stesso
Il passo successivo per liberarci del timore di essere giudicati e accettati dagli altri, dopo aver acquisito consapevolezza di quale sia l’origine del nostro male, è infischiarsene, mostrando assoluta indifferenza verso di essa. Il segreto è smettere di cercare di piacere a tutti. Ci sarà sempre qualcuno a cui non piaceremo. Perché diamo peso proprio all’ 1% che non ci apprezza e non ci accorgiamo del consenso di tutti gli altri? Basterebbe pensare a tutto quello che rischiamo di farci sfuggire dalle mani, ai sogni che potrebbero rimanere irrealizzati nel cassetto, alle decisioni importanti che procrastiniamo di prendere…tutto questo è inevitabile se permettiamo che il fantasma della paura ci segua. Dobbiamo chiederci se davvero vogliamo arrivare alla fine della nostra vita con il rimpianto di non aver fatto quello che avremmo voluto, solo perché gli altri erano sempre pronti a sminuire i nostri pensieri e i nostri progetti. Siamo noi a permettere agli altri di farci sentire inferiori. Questo sottolinea ancora una volta quanto dipenda da noi il nostro malessere. Basterebbe che ci rendessimo conto che è dentro di noi la chiave che ci consente di uscire dalla gabbia di paure in cui siamo intrappolati.