1/9 – Introduzione
La malattia di Alzheimer è una sindrome a decorso cronico e progressivo che interessa circa il 5% delle persone al di sopra dei 65 anni. L’insorgere di questo morbo è insidioso e graduale e la sua evoluzione avviene molto lentamente. Dalla comparsa dei primi sintomi al decesso, la durata media di vita si aggira attorno agli 8-10 anni. Possiamo considerare questa malattia come la causa più comune di demenza tra le persone anziane occidentali, oltre a essere motivo di forte disabilità. Il rischio di contrarre la malattia aumenta con il progredire dell’età e i sintomi comprendono manifestazioni come difficoltà di memoria, di linguaggio e di riconoscimento, difficoltà nello svolgere le attività della vita quotidiana, disorientamento, agitazione, depressione e ansia. Aspetti, questi, che peggiorano con l’incedere della malattia, portando la persona malata ad avere sempre più bisogno di assistenza continua. Tuttavia, nonostante l’Alzheimer sia una condizione irreversibile, è possibile prevenire e ritardare il sopraggiungere dei sintomi, giocando d’anticipo. Scopriamo insieme come.
2/9 – Seguire una dieta equilibrata
Come per tante malattie, una corretta alimentazione è fondamentale per prevenire l’Alzheimer. La dieta mediterranea si è rivelata particolarmente indicata per questo scopo. Via libera, quindi, a frutta (anche secca) e verdura fresche di stagione, da consumare nella misura di 5 porzioni giornaliere. Il pane, la pasta e i cereali dovranno essere scelti integrali. Il pesce è da preferire azzurro. L’olio EVO è un condimento prezioso, mentre aglio, cipolla e spezie insaporiranno i vostri piatti. Raccomandiamo di limitare il più possibile il consumo di carne rossa, salumi, insaccati e dolci.
3/9 – Fare regolarmente esercizio fisico
Praticare un’attività fisica è importante per il benessere del nostro corpo, soprattutto se presentiamo delle patologie o se siamo soggetti a rischio Alzheimer. In quest’ultimo caso, sarà bene eseguire degli sport aerobici, come la corsa, la bicicletta, il ballo amatoriale, il tai-chi e le arti marziali in generale. Secondo il prof. Neal D. Bardard, è molto utile camminare a passo svelto per 40 minuti tre volte a settimana. Non dimenticate di riposare almeno 7 ore per notte.
4/9 – Smettere di fumare
Il fumo di sigaretta, oltre a farci ammalare di tumore ai polmoni, influisce molto negativamente anche sull’Alzheimer. Il fumo, infatti, danneggia i vasi sanguigni e riduce la quantità di sangue che raggiunge il cervello. Le persone che hanno il vizio del fumo, presentano una maggiore probabilità di sviluppare questa malattia e decidere di smettere può riportare il rischio a un livello paragonabile a quello dei non fumatori.
5/9 – Prendersi cura del proprio cuore
L’Alzheimer ha molto in comune con le malattie cardiovascolari. Studi scientifici hanno dimostrato, infatti, come i fattori di rischio dei disturbi al cuore, quali obesità, ipertensione diabete, siano ugualmente gli artefici dell’insorgere della demenza. Controllate con una certa frequenza anche la pressione arteriosa, recandovi dal vostro medico di famiglia o in farmacia.
6/9 – Allenare la propria mente
Dal momento che una delle aree che più coinvolgono l’Alzheimer è proprio il cervello, è bene tenerlo costantemente in allenamento. È, dunque, consigliabile dedicarsi a nuovi hobby, impegnarsi in attività cognitive di alto livello come leggere un libro, un giornale, dedicarsi alla settimana enigmistica, giocare a carte o a dama, visitare musei e mostre. Sono tutte attività, queste, in grado di favorire i meccanismi di plasticità cerebrale.
7/9 – Mantenere la propria rete sociale
Non dimenticate che isolarvi non gioverà in nessuna circostanza, soprattutto nel caso della malattia di Alzheimer. Cercate, quindi, di prendere parte il più possibile ad attività sociali e ricreative, impegnandovi ogni giorno a intrattenere rapporti con altre persone. Sono atteggiamenti che migliorano la qualità della vita e sono associati a un minore rischio di demenza.
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9/9 Consigli
- Se notate uno o due sintomi, non perdete tempo, e rivolgetevi al vostro medico di famiglia, il quale vi prescriverà i dovuti accertamenti e vi indirizzerà verso strutture adeguate