La lettura di un libro speciale, un abbraccio inaspettato, una sorpresa inattesa, la visione di un film, sono tante le situazioni che possono portare molte di noi a provare quell’intenso trasporto interiore chiamato commozione. Commuoversi significa letteralmente mettere in movimento ed è proprio da questa etimologia di derivazione latina che si può comprendere la grandiosità di un sommovimento così profondo ed emotivo che avvicina ancora di più, chi lo prova, alla parte più intima di sé, al suo io più vero e sincero. E se da uno sterile sguardo esterno chi si commuove è visto talvolta come una persona fragile, incline ai facili entusiasmi ed eccessivamente in balia degli eventi e dei sentimenti, in realtà la commozione cela uno scenario ben diverso.

Commuoversi significa essere forti, ebbene sì. Molte di noi lo hanno sempre saputo, sono sempre state ben consapevoli della propria tenacia, del proprio coraggio della propria forza interiore e al contempo si sono ritrovate spesso ad abbracciare la propria commozione di fronte ad eventi, gesti e situazioni particolari, liberamente e senza paura. Ed è proprio in questa impavida dimostrazione di emotività che si evince la forza di chi si commuove. Versare lacrime di gioia e sorprendersi senza nascondersi, vuol dire avere un grande equilibrio emotivo, un’empatia spiccata e una forza smisurata: ecco perché commuoversi significa essere forti.

Le lacrime sono un segno di vitalità

Charlotte Brontë non poteva usare parole migliori per spiegarlo: «Piangere non indica che sei debole. Sin da quando sei nato è sempre stato un segno che sei vivo». Ed è proprio così. Emozionarsi per un particolare gesto, piangere mentre si ascolta una canzone o si riceve un dono inaspettato è tutta una questione di vitalità. Il perché è presto detto. La commozione smuove le sensazioni e le emozioni profonde e lo fa in maniera molto intensa.

Questa intensità è legata alla vita e alla voglia di viverla appieno in ogni sua sfumatura. Chi si commuove non ha paura di ciò che sente. Non diffida di ciò che smuove la sua interiorità, ma al contrario vive pienamente la sua parte più emotiva senza aver paura dei sentimenti che prova in quel momento, né del giudizio altrui. Commuoversi significa essere forti, sì, ma soprattutto essere vivi.

La forza dell’empatia

Come abbiamo accennato più volte in diversi articoli, l’empatia è una capacità che indica una grandissima forza interiore. Essere in grado di mettersi nei panni dell’altro, cercare di comprendere i problemi di chi ci è accanto condividendo ciò che si prova è un segno di grande forza.

Solitamente una persona empatica è una persona che tende a commuoversi facilmente e che lo fa senza remore e in maniera assolutamente sganciata dai giudizi altrui. La sua sensibilità porta a una profonda comprensione della realtà e del mondo, a una consapevolezza matura che è la chiave della sua stessa forza. Una forza tipica delle persone che non temono di farsi turbare interiormente commuovendosi in maniera piacevole e libera.

Le lacrime hanno potere curativo

Può sembrare un controsenso, soprattutto per chi le associa a momenti di rabbia, tristezza e disperazione, ma le lacrime hanno davvero un potere curativo e chi si commuove lo sa. Il benessere che si prova dopo essersi commossi è uno stato noto a tanti, ma non è l’unico motivo per il quale le lacrime sono considerate terapeutiche. Piangere vuol dire infatti scaricare tensione, ansia e stress, purificando gli occhi e al contempo il cuore.

Essere consapevoli di questo e concedersi un pianto liberatorio, anche per le piccole cose, vuol dire avere la forza di comprendere che non è sano – in primis per se stessi- tenersi tutto dentro, evitare di esprimere ciò che si prova, nel bene o nel male. Vuol dire mettere in moto un piccolo atto di coraggio per liberarci da quelle cose che ci fanno star male. Tossine del cuore, dell’anima e del corpo che solo le persone forti riescono a eliminare attraverso frequenti pianti liberatori.

Chi si commuove non teme il giudizio degli altri

Debolezza, fragilità, instabilità, sono alcuni dei giudizi che la società spesso assegna a chi si commuove facilmente. Il pianto, soprattutto per le donne, è sempre stato visto come una conseguenza della loro eccessiva emotività. Questo assunto è stato smentito da innumerevoli studi sul tema che non hanno evidenziato particolari differenze tra l’emotività maschile e quella femminile.

Ma a prescindere da quelli che possiamo considerare degli stereotipi, chi si commuove non teme il giudizio degli altri. È ben consapevole di ciò che prova e di come lo sta manifestando. Non ha nessun timore a farlo, soprattutto perché non ha alcuna paura del giudizio delle persone e della società in generale. Le aspettative del mondo in cui vive non lo influenzano e soprattutto non influenzano la sua capacità di provare in maniera intenzionale e totalmente libera tutta una serie di emozioni che provocano una piacevole e benefica commozione.