Il Viagra cambia il colore, ma anche la forma: diventa rosa e non è più sotto forma di pillola, bensì diventa una cialdina da mettere sotto la lingua, facendola sciogliere. Nel Regno Unito si attende la nuova versione di uno dei farmaci anti disfunzione erettile più noti e popolari al mondo, mentre la richiesta per questo tipo di prodotti non diminuisce ma, al contrario, sembra crescere, specie in Italia, dove questa nuova cialda è già in commercio.
Cos’è il Viagra rosa
«Sottile e discreto”: così il produttore di uno dei farmaci più noti al mondo contro la disfunzione erettile ha definito il nuovo prodotto, per il quale è stata chiesta la registrazione del marchio nel Regno Unito. Rispetto all’originale, ormai in commercio dagli anni ’90, dopo le prime distribuzioni fin dagli anni ’80, si tratta di un formato più agevole da maneggiare e assumere. Anziché essere una compressa, è una cialdina da lasciar sciogliere sotto la lingua, dunque senza assunzione di acqua. Secondo i media inglesi, questo dovrebbe rendere il ricorso al farmaco meno imbarazzante e più semplice.
In Italia il Viagra rosa esiste già ed è molto richiesto
«In realtà da noi c’è già il Viagra rosa. Il principio attivo si chiama rabestrom ed è uguale all’originale nella formulazione: il fatto che sia sotto forma di francobollo da mettere sotto la lingua lo rende in effetti meno imbarazzante, perché assomiglia più a una caramella. Anche il colore, rosa, lo rende più accattivante e fa sì che si sdrammatizzi il suo uso», spiega Alessandra Iamundo De Cumis, psicanalista che collabora con andrologi e urologi per la cura di disfunzioni sessuali e di problematiche sessuali della coppia.
Meno tempo perché faccia effetto
Un altro aspetto positivo per chi assume il Viagra rosa è che «ha una velocità di azione differente, molto più rapida: bastano 15 o 20 minuti per sentirne l’effetto rispetto al Viagra che, dovendo passare dallo stomaco dopo l’ingestione della pillola, necessita di diverse ore – spiega ancora l’esperta – In più non occorre l’acqua per deglutirlo, quindi può essere preso da un uomo in modo molto più disinvolto, anche senza farsi notare e poco prima del rapporto». Questo dovrebbe ampliare ulteriormente la diffusione, anche in altri Paesi, di un medicinale che era stato pensato per le malattie cardiache, ma poi destinato ad altro scopo dato che uno degli effetti collaterali più diffusi erano proprio le frequenti erezioni.
Dalla pillola blu alla cialda rosa
Anche la decisione di cambiarne il colore, nella versione “discreta”, va nella direzione di renderlo più ben accetto anche alle donne, le partner di chi lo assume. Il prezzo, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbe invece rimanere invariato, mentre la distribuzione potrebbe partire entro i prossimi cinque anni, inizialmente nel Regno Unito per poi estendersi agli altri Paesi.
I contro del Viagra rosa: non si risolvono le cause
Esiste, però, un rovescio della medaglia: «Dal mio punto di vista clinico, non sono convinta che questa facilità di utilizzo sia del tutto un bene: si tratta pur sempre di un farmaco. Inoltre l’assunzione ha un mero effetto sintomatico: elimina momentaneamente, cioè, il sintomo, ma senza risolvere le cause del problema, che nella maggior parte dei casi sono di natura psicologica e possono ripresentarsi. L’eccessiva facilità con cui si può ricorrere al prodotto, quindi, porta spesso a una altrettanto eccessiva leggerezza nell’affrontare i motivi della disfunzione erettile e quindi a non curarsi correttamente», sottolinea la dottoressa Iamundo De Cumis.
Il Viagra in Italia: è (quasi) record
L’Italia è il secondo Paese in Europa per consumo di farmaci anti disfunzione erettile. Secondo il Rapporto OsMed 2023 dell’Agenzia italiana del Farmaco- AIFA, cresce l’uso di questi medicinali, con un +56% tra il 2016 e il 2023. Solo nell’ultimo anno, inoltre, c’è stato un aumento del 5,77%, complice forse anche un calo del prezzo (da 8 a 5,11€, per la scadenza dei brevetti delle principali molecole di questi farmaci). Si calcola che ogni adulto italiano over 18 abbia speso 10,38€ a testa per un totale di 250 milioni di euro per l’acquisto di questi prodotti, pari a +3,9% in un anno.
Boom tra i giovani
«Ciò che maggiormente colpisce è l’età di chi ne fa uso o li richiede, ossia sempre più giovani – chiarisce la psicanalista – È vero che oggi c’è meno vergogna rispetto al passato nel rivolgersi all’andrologo, ma cambia l’utenza: un tempo erano soprattutto uomini adulti particolarmente sotto stress o con problemi di autostima o tratti depressivi. Oggi sono soprattutto giovani tra i 20 e i 30 anni. A influire sono sicuramente motivi di natura psicologica, in particolare la mancanza di desiderio, che riguarda diversi aspetti della vita e quindi anche la sfera sessuale».
Le radici della mancanza di desiderio
La mancanza di desiderio è un aspetto complesso. «A livello familiare assistiamo a due fenomeni: da un lato si tende ad assecondare ogni bisogno dei figli, fin da piccoli e ancor prima che siano manifestati. È un po’ come nutrirli prima che abbiano fame, facendo venir meno i desideri. Dall’altra c’è un cambiamento sociali nella figura paterna: i padri giocano molto coi figli, vogliono amore e assomigliano sempre più alle madri. Se questo può avere aspetti positivi, porta però i ragazzi a non introiettare la parte maschile, quella che un tempo suscitava a volte timori (si pensi, per esempio, all’apprensione nel comunicare brutti voti al padre). Quelle emozioni, nella giusta misura, servivano a crescere, a farsi valere, a superare le difficoltà, mentre il venir meno contribuisce a una maggiore insicurezza e fragilità anche nell’ambito sessuale», spiega ancora l’esperta.
Cosa pensano e desiderano le donne
Se gli uomini ricorrono maggiormente ai farmaci, le donne faticano ad accettarli da parte dei compagni: «Il più delle volte la reazione è quella arcaica: la donna pensa di essere il problema della disfunzione del compagno, magari perché non si sente abbastanza (o non più) più desiderabile. O comunque capisce che la questione non è risolvibile chimicamente, ma occorre un approccio psicologico. Per questo spesso è lei a convincere il partner, invece che a prendere il farmaco, ad andare in terapia – spiega l’esperta – Sono meno anche le donne che ricorrono a prodotti simili per aumentare il proprio desiderio sessuale».
Quando è lei ad avere meno desiderio
Nel caso in cui sia lei, invece, ad avere meno desiderio «i motivi sono spesso legati a un problema di sessualità: nella maggior parte dei casi si tratta di donne molto controllanti e a tratti ossessive, con giornate cadenzate che lasciano poco spazio al piacere in generale, quindi anche a quello sessuale. Diciamo che ne avvertono meno la necessità. A volte si rivolgono prima al ginecologo, dopo aver provato dolore nei rapporti, ma solo dopo capiscono che la soluzione può arrivare dalla psicoterapia, per poter capire i motivi della chiusura al piacere», conclude l’esperta.