Secondo recenti statistiche, le persone al mondo affette da una forma di demenza sarebbero circa 36 milioni: il 3% di questi avrebbe tra i 65 e i 74 anni, il 19% tra i 75 e gli 84 anni e più della metà oltre 85 anni.
Per demenza senile si intende un gruppo di malattie neurodegenerative dell’encefalo tipiche dell’età avanzata e che si manifestano in modo graduale, ma irreversibile, determinando un progressivo declino delle facoltà cognitive.
Purtroppo attualmente non esiste una cura che porti alla guarigione, ma solo terapie – come la fisioterapia o la stimolazione cognitiva – che contribuiscono ad alleviarne i sintomi.
Tra le malattie più conosciute che fanno parte della demenza senile vi sono il morbo di Alzheimer, la demenza vascolare e la demenza a corpi di Lewy.
Demenza senile: come si manifesta
Inizialmente la demenza senile provoca occasionali problemi di personalità, lievi problemi di memoria, linguaggio e ragionamento.
Con l’evolversi della patologia si ha un peggioramento dei problemi di memoria e l’inizio del declino di una parte delle facoltà cognitive.
Infine, allo stadio avanzato, si registra una perdita pressoché totale delle capacità cognitive, difficoltà di deglutizione, incapacità di riconoscere le persone care ecc.
La demenza senile: le tipologie
Le principali malattie neurodegenerative dell’encefalo, che fanno capo alla voce “demenza senile” comprendono:
– Il morbo di Alzheimer, che può colpire anche adulti giovani. In questo caso si parla di Alzheimer giovanile e ha probabilmente cause di tipo genetico. In generale, inizialmente il termine “demenza” veniva automaticamente identificato con il morbo di Alzheimer. In realtà, come detto, la parola demenza senile identifica un vasto panorama di malattie neurodegenerative con cause e, talvolta, anche sintomatologie diverse. La malattia di Alzheimer è soltanto una di queste malattie.
– La demenza vascolare, forma di deficit cognitivo determinata dall’alterazione della circolazione sanguigna cerebrale.
– La demenza a corpi di Lewy, il cui nome deriva dall’insolita presenza, nelle cellule della corteccia cerebrale, di aggregati proteici insolubili chiamati corpi di Lewy. Costituiti da una proteina nota come alfa-sinucleina, questi agglomerati anomali sono gli stessi che si riscontrano all’interno dei neuroni delle persone affette da morbo di Parkinson e atrofia multi sistemica.
Quando insorge
Credere che una forma di demenza insorga, prima o poi, a carico di tutte le persone anziane è errato. Infatti, ci sono persone di età anche molto avanzata che rimangono lucidissime fino alla morte.
Detto questo, è opportuno sapere che quando si supera la mezza età, tra i 60 e i 65 anni, il cervello umano va incontro a un naturale processo di involuzione: diventa più piccolo di volume, perde alcuni neuroni e non è più efficace come un tempo nel trasmettere i segnali nervosi. Tutto ciò, però, non significa soffrire di demenza, anche se alcuni disturbi (le amnesie per esempio) potrebbero farlo pensare.
Come comportarsi con chi ne soffre
Chi soffre di demenza senile non è detto che non si accorga della malattia. Anzi, soprattutto all’inizio può avvertire i sintomi che ne denotano la comparsa.
Cosa fare se ci accorgiamo che uno dei nostri cari ne soffre? La miglior cura per un malato di demenza senile è anche l’unica che gli si possa offrire: stargli vicino il più possibile cercando al contempo di evitare ogni possibile rischio per persone che non possono rendersi realmente conto di quanto sta accadendo intorno a loro.
È anche importante che chi si occupa del malato ricordi sempre che la demenza non gli permette di comprendere appieno quello che viene detto e fatto. Allo stesso modo, non si può pretendere che il malato possa o voglia fare cose che per lui prima della malattia erano comuni. Quindi è inutile insistere, così come è controproducente rimarcargli le differenze con il passato se non si vuole aumentare in lui il senso di impotenza.
Anche sgridare la persona malata nel caso di comportamenti strani è sbagliato, perché probabilmente non capirebbe o comunque si sentirebbe minacciata. Meglio, quando possibile, assecondarlo e avere pazienza.
Importante è anche adattare gli ambienti in cui vive alle sue nuove esigenze. Si consiglia, per esempio, di nascondere medicinali, coltelli, alcolici o detersivi potenzialmente pericolosi, di dotare la vasca o la doccia di maniglie a cui appoggiarsi, di tappeti antiscivolo e eliminare tavolini bassi o comunque possibili cause di caduta.
La demenza senile si può prevenire?
Recenti studi scientifici hanno stabilito che, se si agisce sui fattori di rischio modificabili e se ci si attiene ad alcuni comportamenti, è possibile ridurre le possibilità di ammalarsi di una qualsiasi forma di demenza.
I più comuni fattori di rischio modificabili sono: l’ipercolesterolemia, l’aterosclerosi, l’ipertensione arteriosa, il diabete, un elevato livello di omocisteina nel sangue, il fumo di sigaretta e l’abuso di sostanze alcoliche.
Non solo, ci sono anche alcuni comportamenti che, se messi in atto, sembrano proteggere o, quanto meno, posticipare le demenze senili. Qualche esempio? Imparare una seconda lingua, allenare il cervello con la lettura di libri, i rebus e i cruciverba, controllare lo stress e mantenersi in movimento.