«Che chiazze rosse, cosa ti è successo? Hai la cute secchissima, non usi la crema?». Eccole le domande che si sente fare spessissimo chi soffre di dermatite atopica. Sì perché i sintomi più evidenti della malattia sono proprio questi: le chiazze e la pelle che sembra quasi squamarsi. Oltre al disturbo più fastidioso: un prurito spesso inarrestabile.
Di dermatite atopica soffrono solo i bambini?
A soffrirne non sono solo i bambini ma, sempre di più, anche gli adulti: in Italia oggi sono 35.500 gli over 18 colpiti da dermatite atopica, uno su 4 in forma grave. Con un impatto negativo sulla qualità della vita e, soprattutto in estate, un senso di vergogna o di imbarazzo per quei segni sulla pelle. «Ci sono ancora parecchi luoghi comuni da sfatare» esordisce Silvia Ferrucci, responsabile del servizio di dermatologia allergologica, Fondazione IRCCS Cà Granda, ospedale Maggiore Policlinico di Milano. «Molti, per esempio, si rassegnano pensando che non ci sia nulla da fare. Invece non è così. Le terapie ci sono, ma è necessario affidarsi a un centro dermatologico anche per imparare nuove abitudini di vita, basilari per curare bene la patologia».
Perché lo stile di vita è importante per chi soffre di dermatite atopica?
«Bisogna difendere la barriera cutanea che in chi soffre di dermatite atopica non è ben strutturata: è per questa ragione che la pelle è tendenzialmente disidratata e ipersensibile. E poi è fondamentale tenere lontano il rischio di allergie da contatto. Questo significa innanzitutto scegliere insieme al dermatologo prodotti ad hoc. Per l’igiene quotidiana si punta su quelli che contengono pochi tensioattivi: sono su base oleosa e detergono senza produrre schiuma. Altrettanta attenzione va riservata ai prodotti per il corpo che devono avere una formulazione idratante ed emolliente con lipidi come i ceramidi, ma senza profumi, additivi e piante officinali che potrebbero provocare un’allergia da contatto. E anche se fa caldo non bisogna esagerare con le docce perché non fanno bene. Ne basta una al giorno, con acqua tiepida, di una durata al massimo di cinque minuti, e il corpo va prima asciugato tamponando la pelle con un asciugamano morbido in tessuto naturale, quindi va applicata la crema idratante».
È vero che i sintomi della dermatite atopica migliorano in estate?
«Spesso è così, soprattutto nelle forme lievi di dermatite atopica. Ma non sempre. Col caldo aumenta la sudorazione che può indebolire la barriera cutanea, già fragile, e provocare infiammazione alla pelle. In più, le temperature elevate anche nelle ore notturne alterano il sonno, agitano e fanno scattare un circolo vizioso con un peggioramento dei sintomi, a partire dal prurito. Anche qui per aiutarsi bisogna fare le scelte giuste, a partire dall’abbigliamento. Gli indumenti devono essere in cotone, oppure in lino, ma attenti al tessuto che non deve essere grezzo. Altro punto importante, e questo vale tutto l’anno: no a cuciture sporgenti o etichette che possono aumentare l’irritazione. L’appartamento inoltre deve essere mantenuto fresco, magari utilizzando un deumidificatore perché, ricordiamocelo, anche l’umidità può peggiorare i disturbi».
Mare sì o mare no per la dermatite atopica?
«Se la dermatite atopica è in un periodo di remissione, non ci sono problemi. Bisogna ovviamente parlarne col dermatologo, anche in base alla terapia che si sta seguendo: gli anticorpi monoclonali ad esempio non provocano reazioni al sole, ma questo non vale per tutti i farmaci. Insieme allo specialista va scelto anche il solare, con un fattore protettivo elevato e senza ingredienti che possono provocare allergie cutanee. Il bagno in mare o in piscina non è vietato, ma è importante fare subito una doccia breve con acqua dolce. E niente ansia se c’è sabbia sul corpo, l’importante è non toglierla sfregando la pelle con l’asciugamano. Meglio lasciarla fino a quando ci si immerge di nuovo in acqua».
Alimentazione, ci sono dei divieti a tavola contro la dermatite atopica?
«Ci sono delle precauzioni da prendere per tenere lontana la dermatite atopica. A volte non ci si pensa ma chi ha la dermatite atopica può soffrire più facilmente di allergie e, per questo, è bene essere prudenti. Nella propria dieta bisogna evitare il più possibile tutti i cibi che contengono istamina, la sostanza che può dare il via al prurito e quindi peggiorare i sintomi. In questa categoria rientrano i crostacei, i formaggi fermentati e il cioccolato, per citare i più comuni».
Come si cura la dermatite atopica nei bambini?
«TUTTO È COMINCIATO CON CHIAZZE ROSSASTRE SUL VISO E SULLE BRACCIA» racconta Anna, mamma di Elio che ora ha 7 anni. «Crescendo, la situazione è peggiorata. Si è aggiunta l’asma, le vescicole che si sono estese anche alle gambe, con un prurito così forte da non farlo dormire la notte. E il disturbo non passava con nessuna cura». La storia di Anna è la storia di tante mamme che perdono la serenità perché i loro piccoli soffrono di dermatite atopica. «Questa infiammazione cronica della cute, caratterizzata da intenso prurito e che compare in genere prima dei 5 anni, può evolvere in una forma grave» spiega la dottoressa Elena Galli, responsabile UOS Allergologia dell’Ospedale San Pietro-Fatebenefratelli di Roma e responsabile della Commissione Dermatite Atopica della SIAIP (Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica). «Succede allora che le lesioni si estendano a varie parti del corpo e che non si riescano più a tenere sotto controllo con le terapie farmacologiche locali e con gli emollienti e i detergenti specifici. In più, alla dermatite possono associarsi rinite allergica e asma».
La nuova cura della dermatite atopica nei bambini
PER QUESTE FORME ORA LA SOLUZIONE È ARRIVATA. Il dupilumab, un anticorpo monoclonale già utilizzato per le forme gravi di dermatite atopica negli adulti e negli adolescenti, è stato infatti approvato anche per la fascia d’età 6-11 anni. «Il farmaco agisce inibendo le interleuchine 4 e 13, tra le maggiori responsabili dell’infiammazione alla base sia della dermatite sia dell’asma, e, non essendo un immunosoppressore, è ben tollerato» assicura la dottoressa Galli. «La terapia consiste in iniezioni sottocutanee che può fare anche la mamma e non necessita di esami di laboratorio periodici». I risultati sono molto rapidi e, come è successo a Elio, i miglioramenti non hanno riguardato solo la pelle ma anche l’asma. Così Anna e la sua famiglia hanno ritrovato il sonno e la serenità.