Abbiamo chiesto al Prof. Roberto Pani, psicoanalista a Bologna cosa indica questo spostamento nella comunicazione interpersonale, dal formale “lei” al più informale “tu”.
Nelle relazioni sociali, ha notato se sia più in uso il “tu” rispetto a qualche tempo fa e in quale occasioni eventualmente?
Mi sembra di sì, in generale. Sebbene nella lingua italiana il “lei” è di obbligo, molta gente tende a “intimizzare”, rendere più intima la relazione con un atteggiamento confidenziale che appunto richiama il “tu” rispetto al “lei”.
Perché, professore, c’è socialmente (e psicologicamente) un gran bisogno di accorciare le distanze nei rapporti?
Direi che è cosi: c’è bisogno soprattutto di un senso di maggiore di appartenenza ai gruppi sociali. Ci si vuol sentire meno vecchi e quindi non esclusi non ci si vuol sentire “pensionalizzati”.
Cosa intende, di preciso?
Un tempo le persone potevano sentirsi offese se non veniva loro dato del lei, perché appariva che venisse loro mancato il rispetto: si dava normalmente del tu a un ragazzo di poco conto ad un fattorino, a un ragazzo di campagna che non conosceva le formalità dell’educazione della classe sociale superiore alla sua.
Oggi il classismo è assai diminuito e fa ridere intendere il tu in questo senso. Tale confidenza ha acquisito altri significati. Si dà del tu ai colleghi che svolgono la stessa professione come è sempre stato, ma anche a persone che si finge di considerare più giovani, come se avessero 20 anni, mentre spesso ne hanno 40 o più, allo scopo di essere più seducenti e mafgari nel caso commerciale acquisire più clienti, più consenso professionale ecc.
Si dà del tu a colleghi che però appartengono a una posizione professionale superiore, come ad esempio dirigenti, quasi come per ridurre la distanza e per sentirsi degni allo stesso modo
Si cerca, quindi, di “giovinalizzare” la società?
Penso che questo sia uno degli scopi del darsi del “tu”. Ci si sente spesso rivolgere (e si dice): “Dammi del tu, sennò mi offendo e mi fai sentire vecchio!”
Quali sono gli altri scopi?
Rendere un mondo dove non ci sente esclusi, dove c’è più uguaglianza anche quando questa invece continua a non esserci. Insomma, si tenta di sdrammatizzare i ruoli istituzionali, che possono un po’ spaventare Se ti do del tu sei come me.
La lngua inglese ha poi un po’ influenzato questo cambiamento nella comunicazione interpersonale, anche se il tu (you) inglese indisca spesso il “voi”.
In altre parole, mi sembra che il “tu” possa corrispondere ad un maggior controllo sociale e al tentativo da parte di tante persone di uccidere l’autorità del padre, intesa in senso simbolico e psicoanalitico, naturalmente.
(Con la consulenza del Prof. Roberto Pani, psicoterapeuta, psicoanalista a Bologna)