Qual è la dieta che funziona? Capirlo non è facile, anche per la sterminata proposta di metodi e regimi alimentari di tipo più vario. Tuttavia, individuare qualche punto fermo è possibile. Ci ha provato l’analisi condotta, a Boston, dal Beth Israel Deaconess Medical Center e dalla Harvard Medical School su un gruppo di persone con l’urgenza di dimagrire non tanto per questioni di forma quanto di effettiva salute. Si trattava infatti di poco più di quattromila cittadini americani con indice di massa corporea superiore a 30. In altre parole, persone obese.
Ciascuno di loro ha deciso di modificare stile di vita e regimi alimentari. I risultati migliori – un calo fino al 10% della massa corporea – si sono avuti da coloro che hanno basato il proprio approccio su tre elementi.

Il primo è l’attività fisica, che stimola il metabolismo basale. Questo significa che muoversi con costanza (3- 4 ore distribuite lungo la settimana) innalza il consumo di energia anche quando si è a riposo. Tutto ciò funziona, però, se si bilancia l’introito calorico giornaliero, perché l’organismo ha bisogno dell’energia stessa per poi poterla consumare. Ecco perché una dieta ipocalorica non funziona: meno calorie significa meno elementi da consumare, con l’organismo che invece di dimagrire va verso il deperimento.

Il secondo elemento centrale è la riduzione dei grassi. Qualcosa da ridurre, quindi, c’è. Ed è anche di tipo ben preciso: grassi saturi o idrogenati (generalmente quelli del burro, o anche quelli contenuti nelle merendine). Ridurli significa generare uno stimolo funzionale nell’organismo, che comincia a funzionare  meglio. E a consumare di conseguenza.

Infine, è fondamentale essere determinati. E avere fiducia di essere sulla strada giusta. Anzitutto, perché una dieta di cui si è poco sicuri genera stress che sposta l’equilibrio ormonale e induce la produzione endogena di cortisolo. Con conseguente ingrassamento. E poi, perché la determinazione è fondamentale per tener fede al primo dei propositi: trovare il tempo per muoversi.

La ricerca, a ben guardare, non scopre nulla di nuovo. Ci aiuta invece a ricordare che nel dimagrimento non conta il ruolo delle calorie, ma del segnale biochimico che si dà all’organismo. E che da suddetti tre impulsi ne riceve uno sicuramente positivo ed efficace.