Dimagrire non è sempre una buona notizia. A ricordarlo è un articolo, pubblicato sul British Medical Journal, che ricorda come un calo improvviso di peso, specie negli over 60, potrebbe essere un campanello d’allarme di un tumore. Da qui una serie di indicazioni per aiutare a capire quando sia il caso di preoccuparsi o procedere con analisi mirate e più approfondite. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Pasolini, Specialista in Geriatria e Scienza dell’Alimentazione dell’APSS di Trento e Ospedale Santa Chiara.
Dimagrire troppo: quando preoccuparsi
«La perdita di peso è un segno o una situazione che non va mai sottovalutata, soprattutto quando non è correlata a eventi voluti o particolari (come una dieta o una intensa attività fisica) che potrebbero averla indotta. Il calo ponderale “non voluto” può essere dovuto a svariate cause; da un banale semplice di stress a cause più drammatiche (per esempio neoplasie di varia natura) passando da patologie di vario tipo come disfunzioni della tiroide, malattie intestinali non neoplastiche, malattie croniche, depressione, alcoolismo cronico fino ai problemi di dentizione che impediscono una normale alimentazione. Non va poi dimenticato un possibile effetto collaterale di alcuni farmaci. Proprio il grande ventaglio di patologie che possono manifestarsi col calo di peso, rende questo segno (segno in quanto è un dato misurabile) particolarmente complesso da valutare e da gestire», spiega Pasolini.
Attenzione se a dimagrire sono gli over 60
Lo studio pubblicato sul BMJ punta ora le attenzioni sugli over 60. Perché? «Il calo di peso deve essere attentamente valutato soprattutto negli over 60 perché in questa fascia di età si manifestano più frequentemente le varie patologie, tra cui il cancro, che riveste un ruolo di primaria importanza», conferma il geriatra. Il rischio è che possa essere un campanello d’allarme per eventuali patologie oncologiche. «Anche in età avanzata, ove è fisiologico un certo calo ponderale – aggiunge l’esperto – questo aspetto va sempre valutato con attenzione soprattutto se associato ad altri sintomi».
Peso e tumore: quale nesso
Ma perché va valutata una possibile associazione a una neoplasia? «Perché moltissimi tumori si associano a una perdita di peso: in primis quelli dell’apparato gastroenterico, i tumori del sangue, ma anche moti altri tipi», chiarisce Pasolini. Il motivo è in parte legato a un cambio nel metabolismo, ma in parte anche alle caratteristiche della malattia: «La perdita di peso è dovuta sia all’accelerato metabolismo che i tumori presentano nel contesto dell’organismo, ma anche perché spesso, o per dolore, o per altri sintomi generati, o per la produzione di sostanze biochimiche, essi creano una situazione di inappetenza e di rifiuto del cibo con conseguente diminuzione dell’apporto alimentare», aggiunge l’esperto di alimentazione.
I campanelli d’allarme
Occorre prestare attenzione, quindi, ad alcuni sintomi in particolare. «I campanelli di allarme che devono portare le persone e i medici a richiedere esami più approfonditi sono l’entità e la velocità del dimagrimento rispetto al peso abituale. Un esempio concreto è un calo ponderale non volontario del 10% in sei mesi – spiega Pasolini – L’attenzione deve essere ancora più elevata se il calo ponderale, seppur inferiore, si associa ad altri sintomi e segni di varia natura. Ne sono esempio l’inappetenza, la stanchezza, il dolore o alterazioni della normale fisiologia, per esempio dell’alvo (il canale intestinale, NdR) o la comparsa di sangue nelle urine», aggiunge Pasolini, che termina con un monito: «In conclusione la perdita di peso è un evento che non può essere considerato e gestito in modo superficiale, ma deve essere inquadrato valutando l’insieme della persona nei suoi vari aspetti e organici e psicologici».