La casa, i figli, il lavoro, il colloquio a scuola, i genitori anziani… Quanti pensieri ci sono nella testa delle donne e quante cose da fare! Le abbiamo chiamate “donne acrobate” nel talk organizzato nel corso del nostro evento I Feel good, perché come le atlete del circolo camminano in equilibrio su una fune facendo ogni giorno numeri e piroette senza reti di sicurezza. Prendendosi gli applausi del pubblico intorno, ma senza rendersi conto che a farne troppe c’è il rischio di cadere, spezzare la corda e andare in burnout.

Donne acrobate: effetti collaterali

Abbiamo parlato degli “effetti collaterali” del carico di ruoli e responsabilità che gravano sulle spalle delle donne, con Margherita Fioruzzi, fondatrice di Mama-Chat, il primo sportello in Europa di aiuto psicologico online, e con Lorenzo Gasparrini, formatore e filosofo femminista. La prima cosa emersa è che bisogna smontare il falso mito del multitasking smettendo di far passare il messaggio che sia una prerogativa tutta femminile. «Non è che le donne hanno un chip che le programma così« ha sottolineato Gasparrini «è solo questione di allenamento. Anche gli uomini se si impegnano ce la possono fare. Magari cominciando dai lavori domestici. Ma senza limitarsi ad “aiutare”, bensì sbrigandoli di propria iniziativa«. E già, perché aiutare presuppone che il compito sia di lei e che lui dia solo una mano. All’occorrenze, quando gli va. O se è lei a chiederlo. Mentre il carico andrebbe equamente condiviso, dal momento che entrambi vivono sotto lo stesso tetto., Identico discorso va fatto per i compiti genitoriali.

Le parole contano

Perché un uomo che si occupa dei figli si dice che fa il babysitter o, peggio, il mammo? Fa semplicemente il padre. Purtroppo ancora si tende ad attribuire il lavoro di accudimento in modo esclusivo alle donne. E non riguarda solo i bambini, ma anche i genitori anziani. Purtroppo chi si occupa di loro non ha alcun tipo di supporto. Se le mamme riescono a fare rete tra di loro e ad avere un occhio di riguardo anche nell’ambiente di lavoro, per ferie, permessi o altro, quante non hanno figli ma sono gravate da altri doveri di cura, nei confronti di genitori o familiari in difficoltà, sono lasciate del tutto sole.

Donne acrobate, ma anche figli acrobate

Le abbiamo ribattezzate “figlie acrobate”, perché a fare i salti mortali non sono solo le mamme. “Ogni giorno arrivano ai nostri sportelli tante richieste di aiuto da parte di donne di età e provenienze diverse” ha spiegato Margherita Fioruzzi. «Non bisogna pensare che solo le persone che vengono da realtà disagiate vivono situazioni difficili. Ci sono mamme che si sentono incapaci di gestire la solitudine e il senso di inadeguatezza che talvolta scatena l’esperienza della maternità, donne schiacciate da troppe responsabilità, vittime di abusi, fisici o psicologici». Le cose sono talvolta correlate. Le lotte per l’emancipazione ci hanno permesso di occupare nuovi spazi, renderci più autonome, avere più potere, anche economico, all’interno della società e della famiglia. Ma mentre aggiungevamo ruoli e incarichi, non siamo riuscite ad alleggerire il carico fisico e mentale dei compiti che ci vengono attribuiti tradizionalmente, finendo per alimentare sensi di colpa, ansia da prestazione, stress. E anche tensioni all’interno della coppia. Perché non tutti gli uomini sono ancora pronti a questi cambiamenti, o se lo sono, non riescono però a svincolarsi da condizionamenti culturali che li vedono sminuiti dall’avanzata femminile.

La rivoluzione gentile

Tanti episodi di violenza domestica sono frutto di questa lenta ma inesorabile trasformazione degli equilibri tra i generi. Per fare in modo che sia una rivoluzione gentile, è importante lavorare sull’educazione alla parità: nelle scuole, a casa, nelle aziende. Perché le donne possano occupare le posizioni che meritano. Scendendo dalla fune. Avvicinandosi a un futuro con pari doveri e opportunità, semplicemente camminando.