Fino alla pubertà l’emicrania è presente in entrambi i sessi in egual misura. Diventa prevalente nel sesso femminile a partire dall’adolescenza fino alla menopausa (18% di donne emicraniche contro il 6% di uomini). La maggiore incidenza è da attribuire al complesso ruolo degli ormoni femminili, in particolare degli estrogeni, nei meccanismi che scatenano gli attacchi di emicrania. Le principali tappe della vita riproduttiva (menarca, gravidanza e menopausa) spesso condizionano l’insorgere della malattia nella donna. Non è infrequente infatti che tra i 10 e i 12 anni, periodo della pubertà, si verifichino i primi attacchi di emicrania correlata al ciclo mestruale
Se i primi episodi di emicrania coincidono con la prima mestruazione, purtroppo la malattia tenderà ad avere un andamento ciclico: negli anni i cicli mestruali saranno accompagnati da attacchi emicranici. Proprio per la riduzione del livello degli estrogeni, in gravidanza e in menopausa, si assiste ad un netto miglioramento.
Gli attacchi emicranici correlati al ciclo mestrale sono spesso invalidanti e resistenti alle terapie di prevenzione.
Si associano talvolta al dolore mestruale e alla sindrome premestruale, con i seguenti sintomi: alterazione del tono dell’umore, del comportamento alimentare, del ritmo e del sonno.
Cosa fare
Individuare come la propria emicrania si relazioni al ciclo mestruale, tenendo per alcuni mesi un diario, che annoti le crisi dolorose e le principali informazioni relative alla mestruazione. Avere uno stile di vita regolare (sonno/veglia, orario dei pasti, fasi di attività, riposo..), soprattutto in fase premestruale, aiuta a ridurre durata, intensità e sintomi associati all’emicrania mestruale. Integrazioni cicliche con sali di magnesio, agnocasto, partenolide possono coadiuvare i farmaci contro il dolore.