L’emicrania non è un semplice mal di testa. È una malattia sociale, che debilita, compromette le relazioni, il lavoro, l’equilibrio. Solo in Italia sono 6 milioni le donne e gli uomini che ne soffrono. Pochi però quelli che affrontano la questione alla radice, cioè cercando lo specialista giusto, parlandone in famiglia, chiedendo supporto. Questa patologia viene spesso sottovalutata, come se convivere con il dolore fosse normale. Invece la propria condizione si può migliorare, cominciando col prenderne coscienza, parlandone con i familiari, il medico di fiducia, cercando lo specialista. Anche per questo viene lanciata “Emicrania, una storia segreta”, una campagna di informazione e sensibilizzazione promossa da Lilly con il patrocinio di Al.Ce. Italia – Alleanza Cefalalgici, della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee, dell’Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee e della Società Italiana di Neurologia.
Ne parliamo nella diretta Facebook di venerdì 22 ottobre 2021 alle 17: “Emicrania: affrontala così”. Sono con noi Cristina Tassorelli, Professore Ordinario di Neurologia, Università di Pavia, IRCCS Istituto Neurologico Fondazione Mondino,Presidente della Società Internazionale delle Cefalee e Lara Merighi, Coordinatrice laica Al.Ce. (Alleanza Cefalalgici) Group Italia.

Un dolore pulsante, spesso localizzato a un lato della testa. A volte fa male persino aprire gli occhi, altre volte basta un minimo movimento del collo per esacerbare la “pulsazione dolorosa” che assomiglia a un martellamento continuo. È il ritratto dell’emicrania, non un comune mal di testa, ma una patologia neurologica che spesso si associa ad altri sintomi, come nausea, vomito e fastidio a luce e rumore. In tutto il mondo ne soffre circa 1 miliardo di persone. In Italia l’incidenza è del 9% tra gli uomini e del 18% tra le donne. Nel periodo compreso tra la pubertà e la menopausa la prevalenza di soggetti emicranici arriva a toccare il 27% della popolazione femminile (fonti: Migraine Research Foundation). 

La durata delle crisi di emicrania? Dalle 4 alle 72 ore. La frequenza? Sino a 14 attacchi al mese nelle persone con emicrania episodica e oltre 15 in chi soffre di emicrania cronica. È stato rilevato che ogni anno il 2,5% di persone con emicrania episodica evolve in emicrania cronica, anche per abuso di antidolorofici.

Una crisi di emicrania ha un costo personale e sociale molto alto per chi ne soffre, e non solo in termini fisici. Durante gli attacchi è molto difficile – se non impossibile – lavorare, studiare, badare alla casa, stare con i bambini, praticare attività fisica, uscire la sera e in genere fare tutto ciò che riguarda una normale vita produttiva e ricreativa. È stato osservato che in Europa il calo di produttività sul lavoro a causa dell’emicrania può arrivare sino a 8 ore alla settimana, con una spesa di 1122 euro per paziente (sono comprese sia le spese dirette per farmaci e visite mediche che quelle indirette per assenze).

Nonostante ciò, l’emicrania resta una malattia sottaciuta e nascosta in primis da chi ne soffre in prima persona, e per i motivi più disparati: vergogna, incomprensione, timore di esagerare, convinzione di dover sopportare il dolore, sfiducia nei farmaci, mancata conoscenza delle terapie preventive e così via.

Tutti questi fattori portano a vedere l’attacco doloroso come un “semplice mal di testa”, quando in realtà il complesso dei sintomi può essere davvero invalidante, almeno per la durata delle crisi. A ciò si aggiunge la fase post-dromica, poco conosciuta, che si manifesta quando il dolore è passato con sensazione di dolorabilità nella zona dove si era presentata l’emicrania, stanchezza, difficoltà cognitive, sintomi gastrointestinali, cambiamenti dell’umore.

Per tutti questi motivi Lilly ha istituito “Emicrania, una storia segreta”, una campagna di informazione e sensibilizzazione, con il patrocinio di Al.Ce. Italia – Alleanza Cefalalgici, della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee, dell’Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee e della Società Italiana di Neurologia. L’obiettivo è di offrire un punto di riferimento e un supporto per le persone che convivono con l’emicrania e cercano informazioni. La loro sfida quotidiana non deve più essere un segreto, ma deve uscire allo scoperto. Per questo motivo la campagna ribadisce che sopportare l’emicrania non è più l’unica opzione, e invita tutti i soggetti emicranici a rivolgersi al proprio medico per capire come gestirla al meglio.

A proposito, secondo un’indagine del 2018, il 77,4% dei pazienti non si è mai rivolto ad alcun medico per la propria emicrania, e chi invece ha cercato aiuto, ha cambiato in media 7 specialisti diversi.


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