L’erba vetriola, Parietaria officinalis, è conosciuta anche con il nome di erba vento, muraiola, o gamba rossa o muraiola.
Questa pianta appartiene alla famiglia delle Urticaceae e ricorda molto l’ortica. A cosa deve il suo nome? In lingua latina paries significa “parete” e, infatti, è lungo le intercapedini dei vecchi muri che si trova il suo habit naturale.
L’erba parietaria presenta un fusto eretto e foglie ovali: l’altezza può arrivare a 70 cm circa. Il periodo di fioritura generalmente va dal mese di maggio a ottobre: è facile avvistarla fra boschi, cespugli e lungo i bordi delle strade.
A cosa serve l’erba parietaria
Nonostante la somiglianza con l’ortica un tempo l’erba vetriola veniva utilizzata per combattere il prurito della celebre pianta urticante, con cui è facile imbattersi nei prati e nelle strade durante il periodo estivo. Le foglie di parietaria venivano strofinate sull’epidermide per dare sollievo alla pelle e lenire il prurito.
A causa degli acheni pelosi, un tempo l’erba vetriola veniva utilizzata per pulire i vetri e i fondi delle bottiglie, lo sapevi?
Come si mangia la parietaria
Un ulteriore utilizzo della tradizione popolare prevedeva il suo impiego in cucina. Come l’ortica, anche l’erba vetriola è deliziosa da aggiungere alla frittata, nei ripieni, per esempio di ravioli e tortelli insieme alla ricotta, o condimento per la pasta.
Oggi questa consuetudine è diventata più rara, eppure fino a una manciata di anni fa, quando la vita quotidiana si svolgeva più vicina e in connessione con la natura, all’arrivo della primavera si andava per campi a raccogliere le erbe amare, come i radicchi, un importante aiuto per il benessere grazie all’importante funzione depurativa e disintossicante, in grado di aiutare il lavoro del fegato. Puoi ritrovare il senso di questa bella usanza andando in gita o organizzando una passeggiata: è importante scegliere una zona lontana da smog e traffico.
Per l’uso in cucina è necessario raccogliere le giovani foglie primaverili, da scottare in acqua. Aggiungi le foglie lessate alla pasta, tagliate sottili, oppure a una frittata oppure, tritate e impastate insieme alla ricotta, all’impasto dei ravioli: una delizia primaverile.
Dove si trova l’erba parietaria
Questa pianta cresce spontanea fra le rocce, a bordo strada o nei vecchi muri fino a 600/700 metri, dunque è facile incontrarla nei luoghi incolti. Le specie appartenenti al genere Parietaria crescono soprattutto nelle zone in cui il clima è temperato-caldo. Cresce specialmente nei luoghi asciutti e nel nostro Paese è largamente diffusa.
Proprietà
Grazie al contenuto di nitrato di potassio, tannino e flavonoidi, l’erba vetriola è nota alla tradizione per le proprietà officinali. Sono le foglie, essiccate, e il succo a essere maggiormente utilizzati: di solito la raccolta avviene durante il periodo estivo, quando la concentrazione di principi attivi è più alta.
I principali effetti benefici della Parietaria officinalis sono legati all’azione antinfiammatoria e diuretica, infatti tradizionalmente veniva impiegata per la cura di disturbi come renella e calcoli renali. La presenza di sostanze amare, acido glicolico, mucillagini e acido glicerico influirebbe sulla funzionalità epatica svolgendo una funzione protettiva per reni e fegato.
I principi attivi della pianta contrasterebbero l’accumulo di sostanze tossiche, stimolandone l’eliminazione. Insieme alle proprietà antifiammatorie, è possibile riscontrare un’attività antibatterica e antispasmodica. Il succo della pianta, così come l’infuso e il decotto sono utilizzati per contrastare le irritazioni dell’apparato urinario e come cura dolce per cistite, ragadi anali ed emorroidi. Una garza imbevuta con il decotto può dare sollievo e aiutare la guarigione delle scottature leggere, mentre i cataplasmi risultano preziosi anche contro le infezioni della pelle: un tempo si usava strofinare energicamente le foglie sulla pelle di modo che rilasciassero il succo.
L’erba vetriola possiede un importante potere emolliente, espettorante, sudorifero e agisce come un depurativo naturale, tuttavia chi presenta un’allergia ai suoi pollini deve prestare particolare attenzione.
Allergia
La Parietaria officinalis, o erba vetriola, è responsabile di una forma molto comune di allergia primaverile. Il genere Parietaria, che presenta un periodo di fioritura molto lungo, comprende diverse specie erbacee annuali o poliennali tipiche delle aree geografiche con un clima temperato-caldo. A causare forme allergiche sono due varietà: Parietaria Officinalis e Lusitanica.
Il polline di Parietaria, molto piccolo, viene trasportato dalle correnti d’aria e può penetrare in profondità nelle vie aeree, ecco perché presenta una valutazione allergologica elevata. Specialmente nell’Italia del sud, dove è presente per un periodo più lungo a causa del clima, può comportare un alto grado di esposizione al rischio di allergie.
Fra i sintomi più comuni in grado di segnalare un’allergia alla Parietaria troviamo, oltre a starnuti, prurito a livello di occhi e naso, lacrimazione intensa, asma bronchiale, rinite allergica, congiuntivite allergica. È possibile rivolgersi al medico curante e procedere effettuando esami di accertamento.
Dalle indagini emerge che nell’Italia del Sud e in Liguria esisterebbe una frequenza di sensibilizzazione agli allergeni della Parietariara fra il 40 e il 90%, tra il 10 e il 30% per quanto riguarda, invece, le regioni settentrionali. Il rischio cresce per chi vive nei centri urbani lungo la costa.
L’allergene denominato Par j 2 appartiene alla famiglia delle Lipid Transfer Proteins (LTP), presente in diversi tipi di ortaggi e frutta: sebbene sia piuttosto rara, potrebbe verificarsi una reazione crociata nei soggetti con allergia al polline di Parietaria, i quali potrebbero sviluppare una sintomatologia in seguito all’ingestione di basilico, piselli, melone, gelso, pistacchio, ciliegia.
Nel caso in cui le manifestazioni asmatiche, nell’adulto o nel bambino, siano legate a una sintomalogia grave è possibile recarsi al Pronto Soccorso e valutare immediatamente una cura urgente in grado di agire a livello antinfiammatorio e tenere monitorata la situazione respiratoria.
Oltre alla prescrizione di antistaminici, negli ultimi anni sono sempre più numerose le persone a sperimentare con successo una cura a base del gemmoderivato di Ribes nigrum, che in molti casi si dimostra efficace contro le manfestazioni allergiche, un rimedio naturale in grado di svolgere un’azione antinfiammatoria e antistaminica senza effetti collaterali, utile anche nei casi di allergia al pelo degli animali e raffreddore da fieno.