Una qualità tanto apprezzata quanto rara. Parliamo dell’altruismo e di come, questa dote insita in alcuni di noi, sia davvero un aspetto da preservare e trattare come un vero tesoro. Perché essere altruiste, nella vera accezione del termine, significa pensare al bene in una versione più ampia, che non comporti solo il conciliare il proprio bene con quello altrui (e quindi senza che il primo prevarichi sul secondo), ma che va oltre. Preoccupandosi del bene dell’altro anche a prescindere dal proprio e soprattutto senza aspettarsi nulla in cambio.
Una dote rara, lo abbiamo detto, è questo perché spesso chi fa del bene (cosa comunque sempre buona) lo fa aspettandosi di ricevere qualcosa dopo. Come una sorta di scambio di favori implicito nel gesto stesso di aver fatto, donato, ecc. Annullando il significato intrinseco e profondo dell’essere altruiste e avvicinandosi molto più a qualcosa che gratifichi anche il proprio ego. Insomma, non proprio quello che dovrebbe essere. Quello che quindi viene da chiedersi è se l’essere altruiste sia davvero un bene, sempre e in ogni caso e per/con chiunque.
Essere altruiste, si o no?
Prima di capire se l’essere altruiste sia un bene, sia per chi lo è (o pensa di esserlo) sia per chi ne riceve i benefici, è importante capire esattamente cosa si intende con questo termine. Una parola che deriva dal latino “alter” ovvero altro, e dove appunto l’altro viene messo al primo posto. Preoccupandosi del suo bene prima che del proprio anche mettendosi a rischio, e in ogni caso senza aspettarsi nulla in cambio.
Una qualità unica, preziosa. Un bisogno che nasce dal voler aiutare chi si ha accanto, molto spesso le persone a cui si tiene di più, e che si manifesta anche verso chi non si conosce ma che semplicemente necessità di appoggio e aiuto.
Portando con sé una quantità di benefici immensi per chi possiede naturalmente questa dote e per chi cerca di svilupparla. Essere altruiste, infatti, porta felicità, soddisfazione, benessere interiore. E questo non solo per la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono ma anche, a livello scientifico, per un aumento delle endorfine connesso all’altruismo stesso.
La vicinanza emotiva agli altri, poi, e quindi l’essere altruiste, è un potente deterrente allo stress. Cosa che, semplificando il concetto, aiuta a vivere meglio e più a lungo. Insomma, chi fa dal bene la sua ricompensa la ottiene dalla vita stessa che conduce. Ma perché, quindi, chiedersi se essere altruiste faccia sempre bene o oppure no?
Quando l’altruismo non è un bene
La domanda in realtà ha una sua motivazione ben precisa. Anzi due. La prima sta nell’essere troppo altruiste, cosa che in effetti non è sempre positiva.
Nonostante la bellezza insita nella qualità stessa, nonostante i benefici collegati all’essere attenti al bene altrui, ecc. quando l’essere altruiste va oltre una soglia di “normalità” ma diventa predominante nella vita della persona, è possibile che questo si rivolti contro in termini di salute.
In altre parole, se si pensa tropo e in modo esagerato agli altri dimenticandosi di se stessi e del proprio benessere, anche l’essere altruiste diventa controproducente. Portando a disturbi (uno fra tutti, per esempio, il rischio burnout) e a una mancata cura di sé. Sia a livello fisico che, soprattutto, mentale. E questo non è assolutamente un bene.
Altro aspetto da non sottovalutare, poi, è il fatto che essere altruiste implica il non aspettarsi nulla in cambio. Un gesto disinteressato. E questo, è un qualcosa che nasce dentro di sé. Se quindi l’atto di finto altruismo viene compiuto con la speranza (se non la pretesa) che un domani ci venga restituito il favore, questo non fa altro che generare sentimenti che nulla hanno a che vedere con quelli di origine. Ma che in realtà non fanno altro che portare rancore, egoismo, rabbia, malumore in chi compie il gesto. E pensieri negativi verso la persona a cui si è rivolto il vostro “aiuto”.
Sapere quando fermarsi e capire esattamente cosa significa essere altruiste prima di compiere qualsiasi cosa con lo spirito sbagliato, quindi, sono due tasselli fondamentali per poter esercitare con amore e vera onestà questa meravigliosa dote innata e/o sviluppata e accresciuta nel tempo. Portando benessere agli altri e, vero “premio” inaspettato e non richiesto, anche dentro di sé.