La semplicità dell’essere se stesse è un concetto sottovalutato: non sempre quando si agisce nella vita, infatti, riusciamo a dare l’insieme completo di quelle che siamo. C’è sempre qualcosa che, anche un minimo, ci frena dall’essere pienamente noi.

Può essere la paura di non piacere, può essere la volontà di preservare il quieto vivere. Altre volte può essere proprio la paura di far del male a qualcuno. È possibile, quindi, essere limpidi, schietti, liberi e sinceri di fare e dire tutto quello che si vuole, senza intaccare gli altri?

Cosa significa essere se stesse?

“Essere se stesse” si potrebbe definire come l’esprimere la parte più naturale e spontanea di sé. Quella parte che solitamente emerge quando non si ha paura di niente, quando si è da soli o quando si sta con le persone o nei luoghi in cui ci si sente a proprio agio.

Così come citava il nostro poeta visionario De André: “Essere se stessi è una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari”. Non a caso sono state scelte queste figure che, nella rete sociale (soprattutto degli adulti), risultano restare sulla linea di confine proprio a causa della loro libertà d’essere. Allo stesso tempo, l’essere se stessi De André la definisce “una virtù”, come qualcosa che, quando la si ha, si è fortunati.

E allora perché non riusciamo a essere noi stessi? Perché sembra così complicato? Secondo il filosofo Ricoeur, non è possibile essere una persona sola, unica e stabilita, per tutta la vita. Ricoeur parla addirittura di “Sé intersoggettivo” che equivale a una persona, appunto, con tante soggettività. Ma se il “Sé”è intersoggettivo e si costruisce nella relazione con l’altro, allora quanti noi esistono?

Quel labile confine tra autenticità e compiacimento

La verità è questa: per ogni persona che incontriamo e che decidiamo di accogliere nella nostra vita, è inevitabile che ci sia un noi adattato e modellato ad hoc.

È come se avessimo un enorme scaffale di scarpe a disposizione e, ogni volta che siamo con qualcuno, ci sentissimo in dovere (automaticamente) di indossare quel paio di scarpe che veste meglio con quella determinata persona, proprio come nel migliore degli outfit. Non sempre lo facciamo a posta, ma purtroppo tutti siamo cresciuti con l’abitudine di sfoggiare un nostro io, sempre diverso, in base al nostro interlocutore.

Come se molto velocemente scorressimo tra le varie facce del nostro carattere e scegliessimo quella più adatta all’altro e ai suoi gusti così da alimentare l’armonia e la complicità. Per quanto possa sembrare sintomo di insicurezza, mancanza di carattere, o disturbo della personalità, quasi tutti siamo abituati socialmente e inconsciamente ad agire in questo modo.

Come si fa a essere se stessi?

Quello che dovremmo fare è fermarci un attimo e chiederci se quella che stiamo vivendo è la nostra realtà, o quella di qualcun altro. Se siamo pienamente noi al 100%, o se quella che mostriamo agli altri è ben lontana dall’essere la nostra reale essenza. Se la risposta che ci diamo si avvicina più alla compiacenza che all’autenticità, allora stiamo vivendo una vita a metà, provando una felicità a metà.

Per riprendere in mano le redini della nostra vita e diventare protagoniste, dovremmo iniziare a mettere noi al primo posto. Non dovremmo più aver paura di ferire gli altri con la nostra sincerità e, ancor di più, non dovremmo aver paura di deludere noi stesse. Spesso addirittura pensiamo che la costruzione sociale del nostro io sia meglio della realtà!

L’accettazione del proprio io: la vera chiave del successo

La verità è che per piacere agli altri, dobbiamo iniziare a piacere prima a noi stesse ignorando il parere altrui. Solo quando ci conosceremo fino in fondo e ci apprezzeremo per quel che siamo (accettando anche i difetti), riusciremo a essere noi stesse senza la paura di far del male agli altri.

Dire la propria non dovrà più essere considerata un’eresia: con i modi giusti e un po’ di educazione, non c’è verità che ferisca. Gli altri apprezzeranno la vostra sincerità e inizieranno a considerarvi persone autentiche e affidabili. È essenziale stabilire i propri gusti, i propri valori o limiti con se stessi e con chi ci sta intorno: la naturalezza sarà il miglior collante tra noi e chi ci apprezzerà sul serio.