La fatica della salita, il panorama illuminato visto dall’alto, con il fiatone e il sudore che corre sotto la maglietta; i tramonti infiniti, l’aroma di pino e ginepro, l’ombra scura del bosco e i colori vivaci delle distese di fiori selvatici. Il silenzio assordante. Tutto questo e molto altro è la montagna, un paesaggio da riscoprire a partire dalle piccole località a pochi passi da casa. Perché camminare in montagna non è solo attraversare una geografia, ma andare alla scoperta di uno spazio dell’anima.
Pensi che la montagna non faccia per te? È il momento di ricrederti, il segreto è nel percorso giusto. E nell’allenamento mentale.
Perché fare trekking
Negli ultimi anni stiamo riscoprendo il valore dei viaggi a piedi, un modo di viaggiare all’insegna della lentezza e del piacere di riscoprire ritmi umani a misura del cuore. L’approccio dello slow travel, l’arte di viaggiare lentamente, ci riavvicina a una connessione profonda con la natura e con le culture locali, ci stuzzica all’incontro con il buon cibo e con le comunità che abitano in un certo territorio, con la sua storia e le tradizioni.
Nuova interessantissima tendenza è anche il social trekking, attività ricreativa che parte proprio dall’idea di camminare e farlo insieme… perché insieme è più facile e diverte, aggiunge motivazione e aiuta a superare la fatica, soprattutto per chi ha poca esperienza. Guardati intorno: i gruppi e le associazioni che organizzano giornate e viaggi trekking sono sempre più numerosi. Iniziare dedicando una domenica all’aperto al trekking in gruppo ti permetterà di scoprire in tutta sicurezza percorsi nella natura e, perché no, fare nuove conoscenze, sentire il supporto di una guida esperta e trovare grinta.
Camminare esplorando il mondo e se stessi è la più antica azione umana e la prima che apprendiamo all’inizio della nostra vita. Un passo dopo l’altro impariamo la difficile arte dell’equilibrio, sui sentieri di montagna e nella vita; impariamo il senso della fatica e scopriamo quanto può essere forte la nostra resistenza. Superiamo ostacoli, iniziamo a percepire il nostro ritmo, che è unico proprio come noi siamo unici. Questo è uno dei motivi per cui innamorarsi del trekking: riscoprire il piacere di camminare diventerà sempre più una filosofia di vita anche nel quotidiano.
Camminare nella natura: gli effetti benefici
In Giappone hanno una parola per definire il “bagno nella foresta”: Shinrin-yoku. Ovvero immergersi e trarre beneficio dell’atmosfera incantata dei boschi, dove respirare di nuovo a pieni polmoni, (ri)trovare la connessione con la nostra parte più ancestrale e istintiva e fare vuoto mentale.
Puoi chiudere gli occhi, ma non puoi decidere che cosa sentire. Anzi, proprio il contrario: certe volte ci sono cose che non vorremmo proprio aver ascoltato eppure è così. Ascoltiamo musica, rumori e a volte frasi antipatiche che fanno male, in famiglia e sul lavoro. I nostri padiglioni auricolari sono un tunnel costantemente attraversato da un traffico che non si ferma mai e il problema dei decibel è sempre più rilevante.
In base a uno studio effettuato da un team di ricerca del Charité University Hospital di Berlino svolto in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità fra le 6 città italiane più rumorose troviamo: Roma, Milano, Palermo, Napoli, Torino e Firenze. Durante la ricerca sono stati svolti oltre 200mila test dell’udito in cinquanta città europee: nel 64% dei partecipanti al test è stata evidenziata una sensibilità al fenomeno.
Benessere mentale: ecco uno degli immediati risvolti positivi di una passeggiata nel verde. Camminare nel verde ha l’effetto di un’immediata depurazione. Allonta dai rumori e aiuta a riscoprire il silenzio assoluto, il canto degli uccellini e la pacata bellezza delle montagne e dei boschi (i polmoni dell’umanità).
La prossima volta che ti trovi a camminare su un sentiero esercita i cinque sensi: che cosa puoi percepire? Il tuo naso imparerà a distinguere la fragranza del ginepro e delle pinete, il profumo intenso del muschio, l’odore forte del legno. Aspira profumi e aromi, senti il cuore, ascolta il suono di un ruscello lontano. Abbracciare gli alberi è una vera e propria terapia e il motivo è presto detto: pensa a una quercia centenaria., quante tempeste ha superato per arrivare fino a oggi? Appoggiarsi al suo tronco e respirare la pace che amana è abbracciare il tempo, la forza della vita capace di non arrendersi, ritrovare energia.
I benefici di camminare in salita
Un passo dopo l’altro trovi un nuovo ritmo, i muscoli acquistano tonicità, la pressione sanguigna si abbassa e… il tuo cuore si rafforza. Camminare su salite e sentieri scoscesi è un allenamento cardiovascolare particolarmente benefico. Inoltre, aiuta a combattere ipertensione e diabete.
Quando camminiamo si alza la frequenza cardiaca e grazie al movimento aumenta il circolo del sangue: i tessuti vengono irrorati, migliora il microcircolo e a livello periferico si evidenzia un aumento nel diametro dei capillari arteriosi. La pressione sanguigna si abbassa, diminuiscono i depositi di grassi nelle arterie e il colesterolo. L’effetto? Un’immediata e profonda sensazione di benessere, dai piedi alla testa. Secondo i ricercatori dell’Università di Osaka in Giappone basta una camminata di 20 minuti al giorno per 5 giorni la settimana per abbassare il rischio di disturbi del cuore e ipertensione fino al 12%.
I benefici del camminare in gruppo
C’è un’evidenza scientifica relativa al fatto che camminare in gruppo ha un effetto benefico per la salute. A portare avanti lo studio sono stati due ricercatori appartenenti all’Università dell’East Anglia (UEA), a Norwich, Inghilterra. Hanson S. e Jones A. nel 2015 hanno pubblicato sul British Journal of Sports Medicine i risultati della loro indagine in cui hanno coinvolto 1843 participanti. Il risultato? La camminata in gruppo a lungo termine evidenzia un miglioramento delle prestazioni del cuore e influenza il metabolismo dei grassi, la salute delle arterie, la pressione e la respirazione.
Non solo, camminare insieme combatte la depressione e ha un impatto positivo sull’umore. Perché fianco a fianco ci si dà sostegno a vicenda, si riscopre la propria forza, si dimentica la fatica. Insieme, si scopre che i propri compagni a volte sono stanchi e scoraggiati proprio come noi: è questo che dà energia al gruppo, guardarsi a vicenda e scoprire che non siamo diversi. La difficoltà ci insegna la resistenza.
Il piacere di raggiungere la vetta
“Scegliete sempre un obiettivo che sia leggermente superiore a quello che pensate sia veramente alla vostra portata” scrive Bernhard Moestl, autore di Kung-Fu e l’arte di passare all’azione. Il coach austriaco, che ha vissuto a lungo fra le montagne cinesi della provincia di Henan insieme ai monaci Shaolin lo spiega così: a volte quando siamo certi della vittoria semplicemente desistiamo dai nostri propositi, lasciamo perdere. Si tratta di un fenomeno comune fra gli escursionisti: ci troviamo ormai a poca distanza dalla cima ma è proprio lì che la fatica si fa sentire e sta per arrivare il tramonto, fa freddo. Siamo arrivati, quasi. Ma è proprio questo quasi che fa la differenza.
Stabilire una meta è motivante. Scrivilo, consiglia il coach austriaco Moestl. Pensare in grande aggiunge all’impegno la carica di un obiettivo che viene dal cuore, un’emozione totale e coinvolgente. Ecco, perché dare a se stessi una meta superiore alla propria portata incita ad andare oltre, stringere i denti e combattere. Il piacere di raggiungere la vetta è la felicità di ammirare il panorama da un punto di vista privilegiato, con il cuore che batte a mille. Ma è anche la consapevolezza che la fatica ci è stata compagna insieme al desiderio di vedere il mondo da una diversa prospettiva come non l’avevamo mai visto prima, superando i nostri limiti.
Come affrontare una camminata in montagna?
Se non si è degli esperti, camminare in montagna può essere pericoloso. Per questo motivo è sempre bene, innanzitutto, essere informati sul percorso che si sta per intraprendere, conoscendone il livello di difficoltà, di pendenza e tutti quei dettagli tecnici che si possono rivelare fondamentali per capire se è l’escursione è adatta a noi. In secondo luogo, per affrontare una camminata in montagna bisogna essere ben equipaggiati: l’abbigliamento, a seconda della stagione e del tipo di percorso, è da non sottovalutare, così come vanno valutati con cura gli scarponi da indossare. Vietati gli zaini pesanti: se non si sta partendo per un trekking di più giorni basta portarsi dietro l’essenziale per la camminata (acqua, cibo e abbigliamento per affrontare eventuale pioggia). Bisogna poi mantenere la giusta postura, seguendo il proprio ritmo e concedendosi le giuste pause (ma non troppe soste) per riprendere fiato. Inoltre, si deve fare attenzione a dove si mettono i piedi, senza mai lasciare i percorsi segnalati,
Come aumentare il fiato per camminare in montagna?
Per affrontare una camminata in montagna, soprattutto quelle più complesse, bisogna essere adeguatamente allenati e avere abbastanza fiato. Per essere pronti, quindi, bisogna avere una buona tonicità muscolare, che si ottiene sia con esercizi aerobici, come corsa e bicicletta, sia con quelli anaerobici, che comportano il sollevamento pesi per allenare glutei, polpacci e addominali. È soprattutto l’allenamento aerobico a costruire il fiato e ad aumentare la resistenza.