E se esistesse una tipologia di yoga su misura, calibrata e creata ad hoc su chi la dovrà praticare, sulle sue caratteristiche fisiche, sulle sue ”abilità” o limiti e che permetta davvero a chiunque di godere dei benefici di questa disciplina antica tanto amata in tutto il mondo? Beh, in effetti esiste, e si chiama Pose Yoga.

Una tipologia di pratica yoga che si basa, appunto, sulla successione di determinate posizione o asana, scelte dall’insegnante in base alle necessità e/o peculiarità del praticante. Un’attività che, quindi, è doppiamente benefica, sia per i fattori insiti naturalmente in questa disciplina (e che vanno a equilibrare mente e corpo) sia per l’attenzione mirata che il Pose Yoga dona a chi lo segue. Ma cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.

Cos’è il Pose Yoga

Per prima cosa è bene ricordare che, quando si parla di yoga, si fa riferimento all’antica disciplina orientale che punta all’unione tra la coscienza individuale a quella universale. La parola yoga, infatti, deriva dalla radice sanscrita yuj, che significa “unire”. Una disciplina che, quindi, agisce su ogni aspetto della persona. Da quello fisico, a quello emozionale, da quello mentale a quello psichico fino a quello spirituale, armonizzando il corpo con le emozioni che si provano e con l’ambiente circostante.

Il tutto attraverso l’esecuzione di asana (posizioni), pranayama (respirazione) e la meditazione. A seconda di come vengono eseguite le asana, della loro dinamicità, delle sequenze, dell’intenzione durante la pratica, ecc., esistono diverse tipologie di Yoga, dall’Hatha Yoga al Vinyasa Yoga, dal Kundalini al Power, fino appunto al Pose Yoga.

Una pratica che si sviluppa seguendo delle sequenze di posizioni, sviluppate ad hoc sul praticante. Come una sorta di training personalizzato e calibrato su misura per la persona che lo dovrà eseguire. Tenendo conto delle sue caratteristiche personali, delle sua abilità e/o dei suoi limiti, strutturando la lezione come un vestito che calza a pennello, comodo, confortevole e che faccia stare bene.

Come si esegue

Una pratica che, quindi, non viene suddivisa in base all’esperienza del praticante, principiante, medio, avanzato, ma che si suddivide a seconda alle asana fattibili da chi pratica il Pose Yoga.

Durante la lezione, infatti, se la vostra/o maestra/o di Pose Yoga, nota che ci sono dei limiti concreti all’esecuzione di alcune tipologie di asana, per esempio quelle in piedi, si muoverà per creare un percorso strutturato con posizioni da seduti. O comunque non in posizione eretta. In modo da facilitare la pratica di chi sta eseguendo Pose Yoga. Il tutto creando una lezione su misura, pensata e riadattata a seconda delle necessità.

Posizioni in piedi

Per chi è praticante abituale, ma anche per chi non lo è, non sarà un mistero che nello Yoga esistono diverse tipologie di posizioni o asana. Sono circa un centinaio quelle usate abitualmente e molte di più quelle esistenti e che fanno parte della tradizione. Tra quelle che si eseguono in posizione eretta e che vengono maggiormente utilizzate anche nel Pose Yoga, sempre se possibile al praticante, per esempio, ci sono:

Tadasana o posizione della montagna, che si esegue stando in piedi e spostando leggermente il peso a destra e a sinistra e sollevando il resto del corpo. Un asana ottima per trovare equilibrio e per rafforzare i piedi.

Vrksasana o posa dell’albero, si esegue stando in piedi su una sola gamba, poggiando il piede della gamba che si solleva sulla coscia di quella che resta retta, avendo cura di aprire bene l‘anca.

Urdhva Hastasana o posa di saluto verso l’alto. Si esegue in posizione eretta sia con entrambi i piedi a terra sia in equilibrio su una gamba, e sollevando le bracca verso l’alto, inarcando leggermente la schiena indietro e “aprendo” il cuore. Ottima per allungare le gambe, la parte anteriore del corpo e le spalle, rafforzando i muscoli della schiena.

Utkatasana o posizione delle sedia. Si esegue flettendo le ginocchia e allungano il busto verso l’alto avendo cura di tenere la schiena ben dritta e le braccia verso il cielo. Un’asana che richiede energia, utile a rafforzare il sistema cardiovascolare.

Posizioni da seduti o sdraiati

Se il Pose Yoga, invece, viene strutturato tenendo conto di eseguire solo posizioni a terra, da seduti o sdraiati, per esempio nel caso in cui si abbiamo dei problemi a livello degli arti o anche solo poco equilibrio per diversi motivi, alcune delle asana che si incontrano e che vengono praticate spesso possono essere:

Sukasana ovvero la classica posizione della meditazione, che si esegue stando con le gambe incrociate e la schiena eretta.

Shakhini asana o posizione della conchiglia, che si esegue poggiando le palme dei piedi una contro l’altra, avendo cura di tenere la schiena dritta, con il bacino per radicato a terra e i piedi a una distanza equivalente alla lunghezza del busto. Da qui, si flette la schiena in avanti, cercando di avvicinare il più possibile la fronte verso i piedi.

Jatara Parivartasana o posizione dell’addome che ruota. Si esegue partendo da supini, con le braccia aperte in linea con le spalle e i palmi delle mani rivolte verso il basso. Da qui, piegando le ginocchia e portando le cosce perpendicolari al pavimento, si abbassano le gambe verso destra, girando il collo verso sinistra e avendo cura di tenere le spalle e l’anca ben attaccate a terra. Ripetendo il tutto dall’altro lato.

Tenendo conto che normalmente si eseguono circa un centinaio di asana diverse, è ben comprensibile quanto possa essere varia una pratica di Pose Yoga. Così come quanto sia semplice trovare le posizioni più adatte in base alle esigenze personali di chi le esegue. Risultando, quindi, una pratica davvero incentrata sulla persona e sul suo benessere.