Da sempre sotto i riflettori, croce e delizia della dietologia moderna, le diete iperproteiche creano sempre rottura nella comunità scientifica oltre che tra gli esperti del settore. Nonostante ciò, rimangono sempre le più scelte dal grande pubblico, il porto sicuro in cui ripararsi dopo i bagordi natalizi o le ferie estive, l’incipit di ogni fase dietetica.
Nei prossimi paragrafi proveremo a descriverne i vantaggi, i limiti ed i potenziali effetti collaterali, con l’opportuna rigorosità scientifica.
Che cos’è la dieta iperproteica
Il primo punto di rottura e dibattito sulle diete iperproteiche è proprio la definizione. Per molto tempo infatti, sono state definite diete iperproteiche quelle diete la cui percentuale relativa calorica di proteine superasse il 30% dell’intera dieta.
Questo modo di classificare le diete iperproteiche, decisamente incompleto ed imparziale, risultava pertanto inevitabilmente legato alla mole calorica della dieta. In questo modo diete fortemente ipocaloriche, apparivano erroneamente iperproteiche e viceversa.
Si è quindi più giustamente pensato di definire le diete iperproteiche, come quelle diete in cui la quantità, espressa in grammi, di proteine supera il fabbisogno giornaliero.
A questo punto, i riflettori si sono spostati su quello che è il fabbisogno giornaliero di proteine, decisamente diverso da individuo ad individuo.
Qual è il fabbisogno proteico giornaliero?
- – Un soggetto sedentario ha un fabbisogno proteico di 0.8 – 1 g / Kg di peso corporeo;
- – Un soggetto attivo ha un fabbisogno proteico di 1 – 1.2 g / Kg di peso corporeo;
- – Un soggetto attivo ed in allenamento ha un fabbisogno proteico di 1.2 – 1.5 g / Kg di peso corporeo;
- – Un atleta può raggiungere facilmente fabbisogni proteici di 1.5 – 2.2 / Kg di peso corporeo.
Pertanto una dieta che superi tali rapporti potrà essere definita iperproteica.
Nella vita di tutti i giorni, e soprattutto nel vasto mondo on-line, il concetto di dieta iperproteica si è purtroppo confuso con quello di regimi dietetici fortemente ipocalorici, caratterizzati da una importantissima restrizione del contenuto di carboidrati a fronte di una buona rappresentanza di proteine e grassi, destinati esclusivamente al dimagrimento.
Questo modo di intendere le diete iperproteiche ha contribuito ad alimentare i dubbi relativi all’efficacia di questi protocolli dietetici ma soprattutto alla sicurezza ed all’impatto sulla salute.
Pertanto proveremo a mettere un po’ di ordine e a chiarire quali sono i vantaggi e i reali effetti collaterali.
Quali sono i benefici
Fortemente rivalutate per il loro nobile ruolo, le proteine sono oggi riconosciute come nutrienti fondamentali dotati di una naturale attività protettiva ed anti-invecchiamento.
Queste, infatti, contribuiscono a mantenere sano ed attivo il tessuto muscolare, quello osseo, cooperano nel sostenere il sistema immunitario e quello neuro-endocrino e in determinati casi assolvono anche ad importanti funzioni energetiche.
Si è pertanto iniziato a rivalutare il ruolo di questi nutrienti, facendosi sempre meno spaventare da inutili scetticismi.
Principali rischi e controindicazioni
Il dubbio relativo ai possibili effetti negativi sulla salute umana, sono quindi da ricondurre, a quel concetto distorto di diete iperproteiche ipocaloriche, ribadendone la pericolosità solo quando adottate per periodi di tempo particolarmente lunghi.
L’uso inappropriato di queste diete, potrebbe infatti determinare:
- – Ansia, irritabilità, nervosismo e senso di agitazione;
- – Abbassamento del metabolismo e perdita di massa magra;
- – Stitichezza e disturbi intestinali come dispepsia;
- – Stanchezza ed astenia;
- – Calo delle difese immunitarie.
Decisamente meno rilevanti sono gli effetti deleteri sul rene, in presenza di una buona funzionalità renale e di un buono stato di idratazione.
Al contrario in regime dietetico particolarmente ricco, il surplus proteico potrebbe contribuire al peggioramento del quadro metabolico, all’accumulo di massa grassa ed al graduale e progressivo deterioramento della funzionalità renale.