Cosa vuol dire Namastè
Namastè è il saluto indiano conosciuto anche come Namaskar, che si è diffuso anche da noi in Italia grazie allo yoga. Se hai frequentato almeno un corso di yoga (anche online) lo avrai sentito almeno una volta a fine lezione.
L’etimologia della parola è sanscrita e deriva da “namas” e “te“, ossia “mi inchino a te”. L’inchino è associato al riconoscimento in ognuno di noi di una componente sacra e spirituale. Attraverso questo saluto, che si può fare anche in altre occasioni non legate allo yoga, si saluta la presenza divina negli altri.
Il significato spirituale
Un’altra traduzione del termine, legata alla sua origine spirituale è “lo spirito/l’anima che è in me riconosce lo spirito/anima che è in te” o anche “attraverso l’unione di corpo e mente, riconosco il mio potenziale divino e mi inchino alla tua anima divina” o “Grazie alla luce presente dentro di me, riesco a riconoscere la luce presente dentro di te”.
Perché si usa nello yoga
Namastè si usa nello yoga proprio per l’origine di questa pratica. Lo yoga, infatti, è una pratica fisica che deriva da un percorso spirituale composto – tra le altre cose – anche dalla meditazione. L’origine e l’uso del termine namastè è legato alla filosofia dello yoga, una vera e propria filosofia di vita.
Secondo questa filosofia, siamo tutti uniti gli uni agli altri e condividiamo il nostro percorso. Per questo, a fine lezione, ci si ringrazia e ci si saluta a vicenda con questo gesto di gratitudine e condivisione.
L’uso al di fuori dello yoga
Nelle sue origini il termine namastè, associato al mudra delle mani in preghiera, è utilizzato anche come segno di rispetto e saluto. Infatti, sia in India che in Nepal viene utilizzato anche per salutare gli altri.
Simbologia associata al namastè
Namastè viene spesso associato nelle raffigurazioni illustrate al simbolo dell’OM, mantra antico recitato spesso durante le lezioni yoga.