È dieta boom. Secondo i più recenti dati Istat, il 60 per cento circa delle donne italiane prova a perdere peso almeno una volta all’anno (ma solo il 45 per cento della popolazione, uomini compresi, ne ha davvero bisogno). Non solo. Per dimagrire le persone investono anche molto denaro. “La spesa individuale, infatti, è di circa 880 euro l’anno” dice il professor Michele Carruba, nutrizionista e direttore del Centro di Studi e Ricerche sull’Obesità di Milano. Ciò nonostante le diete spesso non funzionano.
Perché si fallisce?
Solo il 10 per cento di chi raggiunge un risultato facendo una dieta riesce poi a mantenersi in linea nel tempo. Non è certo incoraggiante. “Le ragioni non sono difficili da individuare” dice il dottor Oliviero Sculati, direttore dell’Unità di Nutrizione della Asl di Brescia. “Viviamo in una società che vuole tutto e subito. E anche per dimagrire le persone puntano su regimi drastici e troppo rapidi, senza tenere conto di età, sesso e costituzione fisica. E sottovalutando l’importanza dell’attività fisica in un programma di dimagrimento.
In queste condizioni l’ago della bilancia scende rapidamente, è vero. Ma altrettanto in fretta risale, quando si ricomincia a mangiare in modo normale”. Dover pesare gli alimenti, nutrirsi in modo sempre uguale, poco vario e per nulla gratificante non paga. “Perché scatena rifiuti e sindrome da privazione anche nella persona animata dalle migliori intenzioni” spiega la dottoressa Francesca Baggio, psicologa ed esperta di disturbi dell’alimentazione. Così si innesca l’effetto fisarmonica o yo-yo: si dimagrisce e si ingrassa, si dimagrisce e si ingrassa, accumulando insoddisfazione e frustrazione”.
Prova la “non dieta”
Dobbiamo rassegnarci, allora, a essere perennemente in lotta con la bilancia? No. Una soluzione c’è. Si chiama “non dieta”. Non dovete stravolgere le vostre abitudini, e neppure imporvi rinunce penalizzanti. Tutt’altro. La non dieta consiste semplicemente nell’imparare a seguire un modo di alimentarsi corretto, senza farsi mancare nulla. Vi basterà mettere a fuoco poche, semplici regole. “E cercare di mantenerle per un periodo sufficientemente lungo così da non dimenticarle più” raccomanda il professor Michele Carruba. “Quando faranno parte davvero del vostro stile di vita, avrete raggiunto l’obiettivo”.
Prima fai due conti
Sei davvero certa di dover perdere peso? La percezione di sé è opinabile, per cui meglio affidarsi a un calcolo matematico. “Per capire se siete sovrappeso o meno esiste una formula valida, approvata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che permette di avere un’indicazione corretta” dice il dottor Sculati. È l’Indice di massa corporea, che puoi calcolare sul nostro sito (lo trovi qui a destra).
Se stabilite che vi occorre perdere una taglia, sappiate che non dovete comportarvi diversamente da chi, invece, la deve mantenere. Le indicazioni che seguono valgono per tutti. E dovete darvi il tempo per recuperare la forma. Quanto? Potrebbe bastarvi un mese o anche un anno. Dipende dal metabolismo, dal numero di chili da smaltire.
Ma se parliamo di “non dieta”, si tratta di tutto un altro scenario. Che mette la parola fine alla guerra con il cibo.
3-4 volte alla settimana
Legumi e frutta secca
Fagioli, soia, lenticchie, ceci sono una fonte di proteine vegetali, che abbinate ai cereali possono sostituire la carne. La frutta secca, in particolare le noci (mangiatene un paio di gherigli alla volta), è ricca di omega 3 che proteggono il cuore.
Tutti i giorni in abbondanza
Frutta e verdura
Cinque porzioni al giorno, due di verdura e tre di frutta. Sono queste le quantità consigliate dai nutrizionisti. Per non
farsi mancare sali minerali e vitamine, importanti per il benessere e per rallentare i processi di invecchiamento, sceglietele di stagione.
Mangi meno se fai sport
“Il movimento è essenziale per preservare forma e salute” raccomanda il professor Michele Carruba, nutrizionista. Non è necessario andare per forza in palestra. Basta anche una camminata a passo sostenuto di mezz’ora tutti i giorni. Non solo. Facendo sport si mangia meno. Perché aumenta la produzione di serotonina, una sostanza che regola la sazietà.