Nella lotta contro i tumori, la ricerca scientifica va avanti: il 28 marzo in Campidoglio a Roma sono state consegnate 95 Borse di Ricerca e presentati 26 Progetti di Ricerca finanziati dalla Fondazione Umberto Veronesi. “Il primo obiettivo della Fondazione Veronesi è la promozione del progresso scientifico, compagno insostituibile della vita sociale, etica e civile di ogni uomo” – sostiene Paolo Veronesi, Presidente della Fondazione, attualmente Professore in Chirurgia Generale presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore dell’Unità di Chirurgia Senologica Integrata dell’Istituto Europeo di Oncologia.
“Divulgare il pensiero scientifico per la Fondazione è un dovere: significa aprire la mente ai giovani studenti, offrire nuove opportunità a studiosi promettenti, far conoscere i grandi traguardi raggiunti ad un numero sempre maggiore di persone. La ricerca continua a svolgere il ruolo di vero e proprio motore del progresso scientifico. E così è vissuta da parte della Fondazione”.

Nelle pagine seguenti vi presentiamo i progetti di ricerca con un focus più mirato alla salute femminile.

Il progetto di ricerca condotto dalla dottoressa Katia Petroni, Università degli Studi di Milano, si occupa di studiare il miglioramento delle patologie dei muscoli, le miopatie, poco conosciute ma che colpiscono ogni anno migliaia di persone.

Una delle possibili strategie per contrastare queste patologie è quella  di assumere alimenti con funzioni protettive nei confronti del muscolo. Obiettivo del progetto è quello di valutare  il ruolo protettivo dei flavonoidi, una classe di composti contenuti  principalmente nei vegetali.

Obiettivo dello studio della Dottoressa Candida Nastrucci, IRCCS San Raffaele Pisana, Roma, è quello di valutare l’impatto della dieta vegetariana in soggetti colpiti da malattie cardiovascolari. In particolare verranno valutati i progressi attraverso il dosaggio di di alcuni biomarker (segnali).

Il tumore del collo dell’utero (cervice uterina) è potenzialmente evitabile: gli screening regolari consentono di individuare lesioni pre-tumorali trattabili con successo anche preservando la fertilità della donna.
Il Progetto di Ricerca della Dottoressa Antonella Zucchetto, IRCCS Centro di Riferimento Oncologico, Aviano mira a valutare l’efficacia in Italia dell’introduzione di programmi organizzati di screening cervicale, cioè, con invito diretto delle donne tra i 25 e i 64 anni d’età ad eseguire un Pap-test triennale gratuito.
In particolare, lo studio quantificherà l’andamento nel tempo dell’incidenza dei tumori della cervice per stadio alla diagnosi, confrontando periodi antecedenti e successivi all’introduzione dei programmi di screening, nelle aree coperte da Registri Tumori.

La strategia più efficace per ridurre la mortalità tumorale è la diagnosi precoce. Da qui parte lo studio del Dottor Francesco Nicassio, Istituto Europeo di Oncologia.
Cancro al seno e al polmone infatti presentano una prognosi maggiormente favorevole se diagnosticati in tempo. L’identificazione di biomarker utili a fini diagnostici, specie se rilevabili attraverso un prelievo di sangue, potrebbe fornire un valido strumento per la pianificazione di screening finalizzati alla diagnosi precoce. Utilizzando una nuova tecnica di sequenziamento il progetto si propone di identificare nuovi marker, per la diagnosi precoce del tumore al polmone e al seno.

Nell’ambito della Fondazione Veronesi, uno dei 26 Progetti di Ricerca riguarda la prevenzione delle malattie cardiovascolari, che rappresentano il primo killer silente della società contemporanea.
Il Progetto di Ricerca condotto dal dottor Luigi Varesio dell’Istituto Gaslini di Genova si occupa di sviluppare nuovi metodi diagnostici che identificano precocemente l’esordio della malattia cardiaca. Obiettivo del progetto è quello di identificare in particolare biomarcatori (segnali biologici) presenti già in età infantile.

Il sistema immunitario gioca un ruolo molto importante nella genesi e nello sviluppo dei tumori. Lo studio della Dottoressa Chiara Brignole, IRCCS Gaslini, Genova, si occupa di contrastare la crescita di particolari cellule immunitarie che possono potenziare lo sviluppo delle cellule cancerose.

Il Progetto di Ricerca condotto dal Dottor Marco Bregni, Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio, studia invece le cellule del sistema immunitario che possiedono attività antitumorale. Obiettivo dello studio è quello di migliorare le tecniche disponibili per ottenere ed espandere le cellule immunitarie con potente attività antitumorale.

Diversi i Progetti di Ricerca nell’ambito del tumore al seno. Si segnala il lavoro del Dottor Giuseppe Curigliano, Istituto Europeo di Oncologia che si occupa di individuare nuovi geni che svolgono un ruolo chiave nell’insorgenza della malattia, le cui mutazioni risultino resistenti  alle terapie convenzionali. Ciò può aprire la strada allo sviluppo di nuovi farmaci sempre più mirati ed efficaci.
Il Dottor Paolo Bianchi, Istituto Europeo di Oncologia, si occupa di nuovi strumenti diagnostici per individuare precocemente il cancro al seno e al colon.
Il Progetto di Ricerca di Francesca Cirulli, Istituto Superiore di Sanità, mira a individuare fattori genetici e ambientali che concorrono all’insorgenza del cancro al seno: tra questi lo stress è in grado di innescare una cascata di eventi che possono portare alla depressione e al cancro. Nonostante vi siano evidenze di un’associazione tra mancanza di sostegno sociale, stress e cancro al seno, i meccanismi di base non sono stati completamente chiariti. Lo studio valuterà fattori psicosociali in interazione con altri elementi predittivi di sviluppo del tumore, tra cui fattori genetici, fattori di rischio comportamentali e ambientali.

Il Progetto di Ricerca condotto dal dottor Luca Gentilucci, Università degli Studi di Bologna,  è dedicato allo sviluppo di una nuova classe di composti analgesici di origine naturale.
I composti che verranno sintetizzati saranno dotati di attività agonista verso i recettori oppioidi e potente azione analgesica in vivo sia centrale che periferica. Essendo privi di una particolare porzione tipica dei farmaci oppiodi, la capacità di attivare i recettori e quindi cessare il dolore è legata ad un meccanismo farmacologico alternativo.
Poichè si tratta di derivati di neurotrasmettitori endogeni nell’uomo, i nuovi composti analgesici non sono associati a effetti indesiderati, quindi promettono eccezionale efficacia terapeutica contro il dolore acuto e cronico, per il miglioramento della qualità di vita in pazienti con stadi avanzati di cancro.