La primavera nell’aria porta con sé una nuova voglia di positività. Sembra una frase da slogan pubblicitario, eppure non è così lontana dal vero. Basta l’emanazione di nuovi profumi, il rifiorire della natura e la giornata assume un colore meno fosco, più positivo in definitiva. Se poi alla positività delle giornate si unisce anche quella delle compagnie, il senso di rinnovamento è presto attuato.
Già, ma come si fa a riconoscere le persone positive? “Basta ascoltare che cosa ci hanno lasciato dentro di noi alla fine della giornata” – sostiene lo psicoanalista Roberto Pani, professore di Psicologia Clinica all’Università di Bologna – Se ci accorgiamo che sul conto di una persona ci eravamo illusi, al termine di ogni giornata rimane dentro di noi il senso di delusione, quando non addirittura un senso di depressione o di vuoto”.
Quando con l’aumentare della frequentazione, ci sentiamo feriti da alcune persone, anche se non siamo immediatamente in grado di individuare che cosa di loro ci ha ferito, è bene porre le distanze da queste persone. Sono proprio gli atteggiamenti meschini, gelosi o distruttivi (e la lista potrebbe continuare) a succhiarci l’energia vitale, e a farci arrivare distrutti sino a sera, come se appunto qualcuno ci avesse svuotati.
La buona notizia è che con l’esperienza si riesce a distinguere le persone positive da quelle negative. “A mano a mano che l’esperienza soggettiva si arricchisce di nuovi vissuti, la nostra struttura psichica ne viene rafforzata – prosegue il Professor Pani – in questo modo l’allontanamento dalle persone negative diventa automatico. Il meccanismo di fuga dalla negatività e ricerca della positività è molto più semplice di quello che si pensa: il soggetto più maturo semplicemente non prova più interesse ad avvicinare persone che non sente arricchenti”.
Quella dello scambio arricchente è una buona metafora per comprendere le persone da frequentare. Se dopo una giornata trascorsa insieme, ci si sente più arricchiti e si sta bene, allora vuol dire che nell’incontro “ha circolato positività”. Se invece quel che rimane è un senso di frustrazione, sarebbe meglio comprendere innanzi tutto che cosa cercavamo in quella persona e perchè lo abbiamo idealizzato, eventualmente. Una volta compreso che più che proucaraci benessere, ci procura malessere, è bene prendere in cosiderazione che non è una buona idea mantenere in vita le frequentazioni con tali persone.
“Frequentare persone positive” ha tutta l’aria di sembrare un precetto pedagogico dei vecchi tempi un po’ ideologizzanti. Oppure ricorda le frasi con cui ci mettevano in guardia i genitori da bambini, per evitare di incorrere in brutte compagnie. In realtà, il monito non è affatto banale o infantile: da un lato non c’è nessuna intenzione di condizionare la vita e le frequentazioni dei più giovani, dall’altro lato nell’età adulta i meccanismi di influenzamento da parte delle persone negative non variano molto rispetto a quando si è ragazzini.