Il peperone è una pianta originaria delle Americhe che produce un frutto cavo, simile ad una scatola (il nome scientifico del peperone, Capsicum, deriva da capsa, che significa proprio scatola).

Ne esistono varietà dolci – peperone, piccanti – peperoncino e anche specie non commestibili, ma coltivate a scopo ornamentale per i bei colori vivaci (dal giallo al viola).

Il grado di piccantezza di un peperone è dato dalla concentrazione di capsaicina , un alcaloide che viene prodotto dal tessuto bianco che sorregge i semi all’interno del frutto, sotto il picciolo. Quella è la parte più piccante del peperone.

La capsaicina mantiene il suo potere molto a lungo, anche dopo cottura o essiccazione e la sua concentrazione viene misurata con un’apposita scala metrica, la Scala di Scoville, che quantifica la quantità dell’alcaloide in unità SU.

Il peperoncino friggitello ha circa 5.000 SU, mentre quello piccante di cayenna arriva a 15.000, ma al di fuori dei prodotti comunemente presenti sulle nostre tavole, i peperoni sudamericani hanno fatto registrare numeri da capogiro: il Red Savina Habanero arriva mediamente a 400.000 SU.

Il peperoncino ha proprietà antibatteriche e antiossidanti, è ricco di carotene e vitamina C e favorisce la digestione perchè aumenta la produzione di succhi gastrici.

In farmacia viene usato in alcuni rimedi contro i dolori dell’artrite.

La medicina ayurvedica consiglia il peperoncino a chi soffre di ulcera peptica.

Harissa di peperoncini piccanti di Micillo

Ingredienti

2 cucchiai di coriandolo ridotto in polvere sottile

1 cucchiaio di cumino ridotto in polvere sottile

2 cucchiai di concentrato di pomodoro

1 cucchiaino di curcuma

1 cipolla piccola

1 cucchiaino di aglio in polvere

olio, sale

Maizena 1 cucchiaino (se serve)

Procedimento

Trito finissima la cipolla ed i peperoncini, faccio stufare in olio, pesto nel mortaio il coriandolo ed il cumino, li aggiungo al preparato assieme ad aglio, curcuma, concentrato, regolo il sale e faccio cuocere a fuoco basso 20 minuti.

Addenso con la maizena (se serve), frullo e metto in barattolo sterilizzato.

Note

La Harissa, tipica del Nord Africa, non viene mai consumata da sola, ma è usata per insaporire altre pietanze.

Ricetta tratta da Veganblog.it

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