Secondo i dati Policlinico Gemelli, in Italia soffrirebbe di insonnia oltre un terzo della popolazione.

A differenza di quello che si potrebbe immaginare il termine insonnia non equivale a non dormire ma include forme diverse di disturbi del sonno tra cui le più comuni sono la difficoltà ad addormentarsi, i risvegli continui nel corso della notte e il sonno irregolare (ovvero quello che potremmo definire volgarmente “sonno difficile”, caratterizzato da conseguenze sulla vita diurna, in particolare fiacca e sonnolenza, spesso accompagnate da irritabilità, ansia e difficoltà di concentrazione).

Uno dei modi più comuni per classificare l’insonnia è riferendosi alla durata dei sintomi:

– si definisce transitoria quella che dura meno di un mese;

– a breve temine se dura per 1-6 mesi;

– e cronica se dura oltre i sei mesi.

Cause

Le cause dei primi due tipi sono generalmente evidenti o comunque ricostruibili da chi ne soffre, e sono tipicamente la perdita di una persona amata, nervosismo legato a situazioni specifiche, jet-leg, o malessere legato a problemi fisici (malattie, ferite, etc).

L’insonnia cronica invece spesso diviene tale a seguito di condizionamenti mentali – dopo alcune notti con sonno difficile, si inizia ad associare il letto con lo stare svegli e si dà vita ad un circolo vizioso da cui diventa molto difficile uscire. Il persistere dell’insonnia poi genera ansia sulla incapacità di dormire e a sua volta ne diventa la causa primaria.  

L’intervento esterno diventa necessario quando l’insonnia ha effetti negativi sulla capacità di funzionare nel corso della giornata o addirittura sulla salute della persona.

Rimedi

La American Academy of Sleep Medicine e il National Institutes of Health raccomandano di ricorrere alla terapia comportamentale (CBT) che, nonostante risulti più lenta nell’immediato, nel breve periodo ha la stessa efficacia delle medicine nel generare risultati e nel lungo termine è addirittura migliore. Chi tratta l’insonnia con le sole medicine tende infatti a ricadere nel problema appena smette di prenderle.

La CBT – che ha come unico aspetto negativo il richiedere un grosso impegno da parte del paziente che deve andare a tutte le sessioni e deve praticare ciò che è richiesto dalla terapia per migliorare la propria condizione – quando è usata per trattare l’insonnia aiuta i pazienti a trasformare in positivi i pensieri negativi che rendono il sonno una preoccupazione, la quale a sua volta rende il rilassamento e l’addormentamento praticamente impossibili.

Ci sono poi alcuni comportamenti e rimedi naturali per dormire bene che possono essere adottati per migliorare il proprio sonno, sia da soli sia eventualmente in combinazione con la terapia comportamentale, come ad esempio stabilire un numero rigido di ore da trascorrere a letto: chi soffre di insonnia infatti, tende a starci molto, sperando così di riuscire a dormire: in realtà però è bene che la mente associ il letto con il sonno per cui un modo per abituarla è imponendo di starci solo il tempo effettivamente passato dormendo. Da provare sicuramente le tisane per dormire.

Spieghiamo meglio: se si riesce a dormire in media cinque ore per notte, si dovrà stare a letto solo cinque ore il che vuol dire che si dovrà mettere la sveglia ad una certa ora e si dovrà andare a letto solo cinque ore prima dell’ora fissata per la sveglia, indipendentemente dalla sonnolenza. Nel momento in cui quelle cinque ore sono diventate di sonno buono, si può allungare di 15 minuti, e così via fino ad un orario più “normale”.

Questa tecnica aiuta perché permette alle persone di associare la camera da letto con il sonno invece che con la veglia e la frustrazione.

Ci sono poi alcune regole di “igiene del sonno” che aiutano a combattere l’insonnia, tra queste le migliori sono:

– usare il letto solo per dormire;

– andare a letto solo se assonnati. Se poi non si riesce a prendere sonno, alzarsi e andare in un’altra stanza e fare qualcosa di rilassante. Rimanere alzati fino a che non torna la sonnolenza e poi tornare a letto. Se il sonno non arriva rapidamente, alzarsi di nuovo.

– alcune tecniche di rilassamento possono alleviare l’insonnia derivante da preoccupazioni, tensioni della mente o del corpo. Tra queste, la meditazione, esercizi di respirazione, esercizi per il rilassamento dei muscoli e la visualizzazione di contesti tranquilli sono quelle che maggiormente aiutano a calmare la mente e rilassare il corpo tanto da portare al sonno.

Farmaci

L’insonnia infine può essere trattata con le medicine – decisione che richiede obbligatoriamente il coinvolgimento dello specialista.

Le più comuni sono:

– le Benzodiazepine, che hanno il difetto di avere numerosi effetti collaterali;

– le Nonbenzodiazepine, che per alcuni non sono forti abbastanza e hanno comunque effetti collaterali fastidiosi come stimolare l’insonnia, mal di testa, nausea, vertigini;

– gli antidepressivi – secondi alcuni medici hanno effetti collaterali minori e sul lungo termine sono più sicuri delle Benzodiazepines – generalmente riducono i sogni ma impattano poco sul sonno profondo e hanno comunque come effetti collaterali comuni le vertigini, mal di pancia, aumento di peso e disfunzioni sessuali. Alcune persone sono più nervose o inquiete quando prendono gli antidepressivi per cui in quei casi l’insonnia potrebbe esserne favorita;

– la Melatonina: aiuta a controllare il ciclo circadiano del sonno e della veglia.