C’è una nuova cura per dire definitivamente addio alla gastrite. È un mix di farmaci che elimina a colpo sicuro il principale responsabile della malattia: l’Helicobacter pylori. Questo batterio causa l’infezione della mucosa, cioè la parete interna dello stomaco. E, se viene trascurato, può aprire addirittura la strada a lesioni pretumorali.

“Con la nuova terapia, invece, si riescono a eliminare immediatamente anche le forme più resistenti dell’Helicobacter” spiega Dino Vaira, professore associato del dipartimento di gastroenterologia e medicina interna dell’università di Bologna, che per primo ha studiato questo trattamento. Certo, tutto sta nell’accorgersi il prima possibile della presenza del batterio. Ma c’è un’altra buona notizia: anche la diagnosi è diventata più semplice e indolore. Come ci spiega il nostro esperto.

Il mese della prevenzione

Donna Moderna con la collaborazione del policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna dedica settembre alla gastrite. Telefona ogni lunedì, martedì e giovedì dalle 12 alle 15 al numero 0516364140. O invia una e-mail a: [email protected]

I CAMPANELLI D’ALLARME

I disturbi che i medici considerano segnali-spia della gastrite sono dieci. I primi cinque sono i più frequenti e importanti, ma è bene parlare con un gastroenterologo quando un paio o più di questi malesseri persistono per almeno due settimane.

Mal di stomaco

Non è forte, ma continuo e diffuso, e si attenua solo mangiando.

Nausea

È leggera, costante e dura tutto il giorno. Proprio come quando, dopo una traversata in mare, si soffre per ore di mal di terra.

Bruciore

Il dolore allo stomaco peggiora anche solo bevendo un bicchiere d’acqua.

Digestione difficile

Il senso di pienezza è simile a quello provato dopo un pasto abbondante. Ma capita anche se si è mangiata soltanto un’insalata.

Vomito

Si può scatenare tanto a digiuno quanto a stomaco pieno. E l’unico modo per bloccare davvero le crisi è prendere

subito un farmaco antivomito.

Pancia gonfia

Si fatica a digerire, facendo accumulare troppa aria nell’intestino.

Vuoto allo stomaco

Non si ha fame, si avverte una sensazione simile a quella che si prova in macchina passando su un dosso improvviso, o all’inizio di una brusca discesa.

Sapore acido in bocca

Di solito succede mezz’ora o un’ora dopo i pasti. La valvola tra lo stomaco e l’esofago si apre lasciando risalire in gola i succhi gastrici della digestione.

Palpitazioni

Il cuore comincia a battere forte dopo aver mangiato anche solo una caramella. Si distingue dalla tachicardia perché

è simile a ciò che si prova durante una forte emozione.

Fitte a digiuno

Non hanno niente a che vedere con i crampi o i brontolii della fame. Sono fitte dolorose che passano appena si mette qualcosa nello stomaco.

LE STRADE DA SEGUIRE PER STARE MEGLIO

Gli esami

Per avere la certezza che l’infezione allo stomaco sia colpa dell’Helicobacter pylori a chi ha meno di 55 anni il medico consiglia di fare uno di questi due semplici esami: il test delle feci e quello del respiro.

L’attesa è breve.

Chi decide di fare l’esame delle feci, che viene passato dal Servizio sanitario, deve pagare solamente il ticket. Prima di avere i risultati, però, ci vogliono almeno un paio di giorni perché bisogna aspettare che il campione venga analizzato in laboratorio. In alternativa si può fare il test anche a casa: si chiama Immunocard e si acquista in farmacia. La striscia reattiva contenuta nella confezione cambia colore e rivela se c’è o meno il batterio.

Il risultato arriva subito.

Il test del respiro, invece, è a pagamento e viene eseguito nei Centri diagnostici e in alcune farmacie specializzate. L’esame è semplice. Si beve una bevanda a base di una sostanza reagente, si aspetta mezz’ora e poi si soffia in una provetta. In base alla reazione chimica del fiato, visibile nella provetta, si ha la prova certa della presenza o meno del batterio.

Quando serve la gastroscopia.

Fino a qualche anno fa per scoprire le cause della gastrite il medico prescriveva sempre una gastroscopia. L’esame, purtroppo, è un po’ fastidioso. Il medico prende un lungo tubicino con una microtelecamera, lo infila in bocca del paziente e lo fa scivolare lentamente giù, fino allo stomaco. Adesso si ricorre a questo sistema solamente con chi ha più di 55 anni oppure quando c’è già un parente che ha sofferto di tumore allo stomaco. “In questi casi, infatti, mentre si cerca il batterio è necessario controllare anche lo stato delle pareti dello stomaco e fare una biopsia” spiega il professor Dino Vaira. “Prelevare, cioè, un piccolo campione di mucosa da analizzare poi al microscopio”.

LA CURA

Attacco in due tempi.

La nuova terapia dura in tutto dieci giorni. Durante i primi cinque l’obiettivo è aggredire e indebolire l’Helicobacter pylori con un antibiotico a base di amoxicillina (Zimox, Alfamox): se ne prende una compressa due volte al giorno, mezz’ora prima di colazione e di cena. Nei cinque giorni successivi,  il medico prescrive altri due antibiotici ancora più potenti, uno a base di claritromicina e l’altro di timidazolo. Servono a combattere le forme batteriche più tenaci. La dose è una pastiglia di ogni farmaco, due volte al giorno. Una cura così massiccia potrebbe spaventare soprattutto chi ha lo stomaco delicato. “Proprio perché tutti possano seguire la terapia con tranquillità, prescriviamo anche un medicinale in grado di proteggere dagli effetti collaterali degli antibiotici” chiarisce il professor Vaira.

Una dieta leggera.

Per velocizzare la guarigione, bisogna stare attenti all’alimentazione. “L’obiettivo è fare lavorare il meno possibile lo stomaco” dice il professor Vaira. “Questo non vuol dire, però, mangiare solo in bianco”. Qualche esempio di piatti amici dello stomaco? Bocconcini di petto di pollo cucinati con due cucchiai di acqua e il succo di un limone e completati con qualche goccia di aceto balsamico. Oppure delle fettine di pesce al vapore insaporite con erba cipollina. Sì anche al risotto con zucchine e piselli e alla pasta con i broccoletti. Ma niente zafferano e peperoncino: irritano lo stomaco. L’ultima precauzione importante è evitare di bere tutte le bevande alcoliche e il caffè. Almeno per due settimane.