Donne sempre più giovani, più belle, più magre. Di chi è la colpa? Nostra. Che guardiamo la tv, compriamo le riviste, crediamo alla pubblicità. E i nostri figli, come carta assorbente, si bevono tutto. Con le dovute conseguenze.
Se fino a vent’anni fa i disturbi dell’alimentazione coincidevano con l’adolescenza, mediamente intorno ai 15/20 anni, oggi le ragazze cadono in questa “sindrome del bisogno cronico” (come la definisce l’ABA, Associazione Bulimia Anoressia) molto prima, già a 13 anni per l’anoressia nervosa e a 15 per la bulimia nervosa”.
A lanciare l’allarme è il dottor Valdo Ricca, psichiatra e responsabile del servizio disturbi del comportamento alimentare presso la Clinica Psichiatrica dell’Università di Firenze.
“È difficile spiegare perché. Certamente tra i fattori chiave c’è l’anticipo del menarca, ma anche i fattori biologici (non ancora del tutto chiari) e le influenze ambientali, cioè gli input che vengono dall’esterno”.
L’1,5 per cento della popolazione over 14 (sia maschi che femmine) soffre di disturbi del comportamento alimentare con una prevalenza nelle donne pari al 90 per cento.
“Laddove arriva la televisione e i media in generale, s’impone l’immagine stereotipata e fantascientifica della donna, e quindi l’anoressia nervosa” denuncia il professor Gianfranco Placidi, direttore dell’Unità Psichiatrica a Firenze, spiegando che le vittime sono in maggioranza donne perché “il loro cervello attribuisce valore alla magrezza, una proporzione tra peso corporeo e stima di sé non realistica, per questo arrivano ad essere psicotiche: non si vededono mai sufficientemente magre”.
Purtroppo nemmeno il superiore livello di istruzione femminile riesce a dare alle donne gli strumenti corretti per difendersi dagli attacchi della televisione, dei magazine e della pubblicità invasiva.