Questa settimana parte Progetto Donna, una campagna di prevenzione e diagnosi della caduta dei capelli organizzata dall’International hair research foundation, fondazione internazionale per la ricerca scientifica in campo tricologico. Fino al 20 dicembre, circa 150 dermatologi aprono le porte dei loro studi per visite gratuite. L’indirizzo dello specialista più vicino si richiede al numero verde 800137222. Infatti il 60 per cento delle donne almeno una volta nella vita fa i conti con questo problema. “Spesso, però, ci si rivolge al dermatologo solo dopo aver provato soluzioni fai-da-te” spiega Fabio Rinaldi, specialista in dermatologia e presidente della Fondazione che organizza l’iniziativa. “Perdendo tempo prezioso”. La calvizie, infatti, può essere provocata da cause diverse che, una volta scoperte, vanno superate con cure mirate. “Il dermatologo attraverso un colloquio può scoprire se ci sono altri casi in famiglia, indagare sullo stile di vita e le malattie di cui si soffre” aggiunge il dottor Rinaldi. “Poi osserva l’aspetto dei capelli al microscopio. E, se non è ancora chiara la causa, prescrive degli esami del sangue”. Vediamo con l’aiuto di un test preparato dagli specialisti dell’Ihrf, da che cosa può dipendere la calvizie e le soluzioni più adatte, caso per caso.
Il mese della prevenzione
Donna Moderna dedica il mese di ottobre alla prevenzione della calvizie con gli specialisti dell’International hair research foundation. Telefonare ogni lunedì, mercoledì e giovedì dalle ore 9,30 alle ore 12,30 al numero 02780061, oppure inviare un’e-mail a: [email protected]
Le risposte e le cure
Quel gene nascosto. L’aspetto dei capelli sempre un po’ arruffato è uno dei primi segni di calvizie ereditaria, o più precisamente androgenetica. Una forma causata da un gene difettoso, trasmesso dalla madre o dalla nonna, che può rimanere silenziosa anche molti anni. Per poi dare segno di sé con una perdita di capelli soprattutto sulle tempie e sulla fronte. Conviene iniziare la cura quando c’è solo un leggero diradamento e prima che si creino spazi vuoti. In questo caso con un farmaco si riesce a bloccare la perdita di capelli, rendendoli più corposi e resistenti. Il più recente si chiama dutasteride e se ne prende una compressa al giorno. Durante la gravidanza, però, è sconsigliato. È meglio, invece, un integratore a base di nipononivea, od ortica giapponese, da assumere una volta al giorno. Qualsiasi sia la cura, va comunque abbinata al massaggio della cute con una lozione a base di ormoni, due volte alla settimana. E se la calvizie ormai è avanzata? L’unica soluzione, purtroppo, è il trapianto.
La tiroide da controllare
La calvizie a volte è il sintomo di un’altra malattia. Molto spesso si tratta di una disfunzione alla tiroide che, tra i tanti problemi, rende meno efficienti le cellule dei capelli, provocandone la caduta. Se il dermatologo, dopo la visita, sospetta questo disturbo, consiglia una visita dall’endocrinologo. E, in attesa che si risolva la malattia, prescrive una terapia anticaduta. La più efficace è una lozione a base di estrone solfato oppure di 17-alfa estradiolo, due principi attivi che nutrono sia la radice, sia la struttura del capello. Va consigliata dal medico e messa due volte alla settimana. Per potenziarne gli effetti, è bene mangiare una melagrana tutti i giorni: è l’unico frutto ricco di estrone.
Prolattina sotto accusa
Perdere i capelli durante l’allattamento è normale, perché l’ormone che stimola la produzione di latte, la prolattina, altera l’equilibrio ormonale. Per far fronte a questo squilibrio, le cellule dei capelli si mettono a riposo. E cadono in modo uniforme su tutta la testa. Finché si allatta, però, non si può fare molto, perché si rischia di passare al piccolo sostanze dannose durante le poppate. Un rimedio naturale ed efficace è mangiare tutti i giorni il miglio e l’orzo: contengono aminoacidi, sostanze che fanno bene ai capelli. La cura vera e propria inizia dopo. Con una lozione a base di adenosina che accelera la crescita di capelli nuovi e aumenta il diametro di quelli esistenti.
Disordine a tavola
Bastano due settimane di dieta squilibrata per togliere ai capelli il nutrimento indispensabile al loro ciclo vitale. E quindi a farli cadere, in una quantità minima, ma costante e su tutta la testa. La prima regola, allora, è ricominciare a mangiare bene. La carne, che contiene aminoacidi, il pesce, che ha gli acidi grassi polinsaturi, la frutta e la verdura, ricche di sali minerali e vitamine. Contemporaneamente si aiuta la ricrescita con una lozione a base di adenosina, che “cattura” i principi nutritivi e li trasporta ai capelli. E per chi segue una dieta vegetariana? Ci vuole un integratore a base di aminoacidi, come metionina, cistina, ornitina da assumere due volte al giorno. Va scelto su consiglio del medico.
Colpa dello stress
Gli effetti della tensione sulla calvizie oggi sono provati scientificamente: quando lo stress dura da almeno 20 giorni, fa impennare la produzione della proteina P53. Una sostanza che agisce come un fulmine sui capelli. Che cadono così a ciocche pur avendo una struttura forte e cellule attive. La cura più innovativa è a base di fattori di crescita. Sono sostanze chimiche che penetrano nella cute, avvolgono la radice, la proteggono dai danni della proteina e la nutrono. Nei casi più gravi, cioè se ci sono già ampie chiazze senza capelli, c’è un prodotto galenico, preparato dal farmacista su ricetta del medico. È una lozione a base di polipeptidi, principi attivi simili ai fattori di crescita, ma più potenti. In entrambi i casi la cura va seguita per almeno due mesi.