Fino a domenica 19 novembre a Milano si svolge Bookcity. Ecco il programma degli eventi Mondadori.
I gruppi di lettura sono un fenomeno in espansione: il Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni culturali, ne ha catalogati finora circa 1.000.
Seduti in cerchio, Michela, Anna e Lorenzo discutono. Motivo della loro appassionata riflessione è lo scrittore austriaco Robert Musil. Stanno leggendo L’uomo senza qualità. Insieme. Perché partecipano tutti allo stesso gruppo di lettura in un paese in provincia di Milano. Perché lo fanno? Amore per la letteratura, voglia di fare qualcosa con gli amici, approfondire rapporti, conoscere differenti punti di vista, parlare di quello che hanno “visto” e compreso fra le pagine di un libro… «Le motivazioni che spingono a far parte di un circolo di questo tipo sono tante. Perciò ogni gruppo è diverso, non ce n’è uno uguale all’altro, come dice la Guida ai gruppi di lettura della New York Public Library. In generale, però, nascono spinti dalla voglia di difendere e valorizzare la lettura come atto sociale, conviviale e indipendente» spiega Flavia Cristiano, direttrice del Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni culturali. «Il loro funzionamento è semplice: si sceglie un titolo, lo si legge a casa e poi ci si riunisce periodicamente per parlare insieme dei significati del testo, delle sensazioni che scaturiscono dalle parole e delle emozioni che richiamano».
Belli sì. Ma perché oggi piacciono tanto? «Negli ultimi anni le biblioteche li hanno inseriti nel pacchetto di promozione della lettura e i lettori più forti hanno subito risposto» spiega Luigi Gavazzi, giornalista e blogger (è sua la paternità del principale blog di lettori: gruppodilettura.com) che coordina il circolo legato alla biblioteca di Cologno Monzese. «Chi ama i libri ci vede un modo per esprimersi. Soprattutto piace il faccia a faccia, la possibilità di dire le proprie opinioni. Perché la forza di questa iniziativa sono il dialogo e il confronto». Cosa in cui invece Internet e i blog dedicati ai libri, dove non c’è la reale possibilità di un dibattito, hanno fallito.
Il gruppo di lettura è più di una moda
Il modello a cui si ispirano i gruppi di lettura italiani, che hanno avuto il primo raduno nazionale nel 2006 ad Arco di Trento, è quello anglosassone del bookclub. Quanti sono? Un vero inventario non c’è, ma il Centro per il libro e la lettura è riuscito a censirne – Nord, Sud e Isole – circa 1.000. Anche la Rete dei Gruppi di Lettura ne ha catalogati molti (si trova online. Sul sito trovi anche il calendario degli incontri in tutta Italia, giorno per giorno).
Ogni domenica Robinson, l’allegato culturale de La Repubblica, ne presenta 3, specificando anche il libro che stanno leggendo. Ai gruppi di lettura si deve per esempio la fortuna da noi di uno scrittore come Kent Haruf, quello della Trilogia della pianura e di Le nostre anime di notte (pubblicati tutti da NN editore) e anche il successo di Le notti blu (Perrone editore) di Chiara Marchelli, che è finito tra i 12 romanzi candidati lo scorso anno al Premio Strega. Romanzi recenti o classici, attorno a loro si costruisce una narrazione che serve anche a costruire rapporti. «Col passare del tempo le persone che frequentano i gruppi imparano a conoscersi meglio e si scambiano punti di vista e sentimenti, perché quando si parla di un libro si parla anche di se stessi» spiega Gavazzi, alludendo a quel gusto antico di sedere intorno a un fuoco ad ascoltare storie, che da sempre accomuna le persone di ogni genere e ceto sociale.
Il gruppo di lettura è più di un incontro
Nel club di lettura si può parlare con tutta sincerità, ed è vietato prendere in giro gli altri per le loro opinioni. Questo atteggiamento, molto vicino alla terapia di gruppo, fa sì che abbiano successo anche al di fuori dei luoghi deputati alla promozione del libro. E un po’ alla volta sono riusciti ad attrarre anche chi è restio ad avvicinarsi a un romanzo o a un saggio. Nel 2015 le Biblioteche di Roma hanno approvato un regolamento per promuovere i Circoli di lettura nei luoghi di lavoro: uffici, magazzini, fabbriche. «Scopo dell’iniziativa è di coinvolgere le persone meno inclini a frequentare le biblioteche: i lavoratori che non troverebbero altrimenti il tempo di dedicarsi a un libro» racconta Simona Cives, responsabile presso Roma Capitale della promozione della lettura. Una delle prime aziende a raccogliere l’invito è stata la Rai, che dalla scorsa primavera ospita un gruppo molto vivace: «Sono in 40 tra dipendenti, e pensionati, a volte arrivano a 80» sottolinea Paola Gaglianone, ex presidente delle biblioteche di Roma e promotrice dell’iniziativa. «Al dibattito spesso partecipano anche gli autori dei romanzi che leggiamo». Le biblioteche capitoline mettono a disposizione i servizi, facilitando l’acquisizione dei testi da leggere. E una volta che si entra a far parte di un circolo di lettura è possibile partecipare come giuria a prestigiosi premi letterari.
Il gruppo di lettura è più di un fenomeno social
Non basta stare in biblioteca o nei luoghi di lavoro. Molti gruppi vogliono fare network e diffondere la passione. Per questo Book Media Events ha lanciato il #GruppodiLetturaDay: la giornata nazionale dedicata alla lettura condivisa. Partecipano circa 30 gruppi che ogni anno scelgono un romanzo. Il 1° dicembre si incontreranno, ciascuno nella propria sede, per parlare di Il mio cane del Klondike (Neri Pozza) di Romana Petri. Le foto e i video saranno postati su Facebook, Instagram e Twitter. «Essere in Rete oggi è indispensabile» dice Isabella Borghese, organizzatrice dell’evento. «Ritrovarsi e condividere sui social permette di far conoscere agli altri le proprie attività e di trovare stimoli per quelle future». Un mondo di cui si parlerà anche il 6 dicembre a Roma, in occasione dell’apertura di “Più libri, più liberi”, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria.