Filo conduttore tra popolazioni diverse, periodi storici, tradizioni e culture molto lontane. Il luppolo è una pianta rampicante il cui uso accomuna, da tempi antichi, i nostri antenati. Cresce spontaneamente nei climi freschi generalmente lungo corsi d’acqua e per questo motivo è particolarmente diffuso negli stati del Centro Europa ed in alcune regioni d’Italia.
Oltre alla preparazione della birra, ruolo sicuramente per il quale viene particolarmente apprezzato, l’uso del luppolo si è diffuso anche in altri ambiti, trai quali quello erboristico e fitoterapico, proprio per la presenza di principi attivi dalle funzioni particolarmente interessanti.
Principi attivi del luppolo
Molte delle proprietà erboristiche e fitoterapiche del luppolo, sono da ricondurre alla presenza di principi attivi nelle inflorescenze di questa pianta. Recenti studi hanno individuato:
- flavonoidi e antiossidanti: in grado di donare alla pianta proprietà protettive nei confronti dei radicali liberi dell’ossigeno;
- fitoestrogeni, utili nel modulare diverse risposte biologiche, alcune delle quali neurovascolari;
- oli essenziali, dalle proprietà calmanti;
- acidi fenolici, apprezzati per le proprietà metaboliche.
Diversi studi sono ancora in corso, per chiarire l’efficacia di alcuni principi attivi estratti dal luppolo come lo xantumolo, apparentemente dotati di effetto antitumorale e protettivo.
Uso degli integratori al luppolo
Alla luce dei principi attivi la cui presenza è certificata, il luppolo è commercializzato sotto forma di integratore opportunamente titolato in flavonoidi per:
- regolare stati d’ansia e insonnia ed esercitare un’azione calmante protettiva nei periodi di forte stress;
- ridurre i sintomi classici della menopausa;
- controllare alcuni sintomi gastro-enterici come crampi e dolori addominali.
Differenza con il luppolo selvatico
Abbastanza diffuso in Italia, il luppolo selvatico è un’erba spontanea, che nei periodi primaverili o nei primi rialzi di temperatura, germoglia abbondantemente. Stiamo parlando di uno stretto parente del luppolo utilizzato per la produzione di integratori o di birra, in quest’ultimo caso di scelgono varietà dal maggiore potere aromatico,
I suoi germogli, molto simili agli asparagi, vengono comunemente definiti bruscandoli, e utilizzati tradizionalmente nella preparazione di brodi, frittate, insalate o minestre.
Al di là del caratteristico gusto, abbastanza amarognolo e pungente, i bruscandoli si sono rilevati nutrizionalmente interessanti sia per la ricchezza di vitamine e minerali che per la ricca presenza di fibre e antiossidanti.
La presenza nella dieta, potrebbe pertanto, portare giovamento sia al quadro metabolico che a quello gastro-intestinale.