Nota come la “vendetta di Montezuma”, la diarrea del viaggiatore colpisce più del 50% delle persone che, dai Paesi Occidentali si recano nei Paesi esotici e non industrializzati (Asia, Africa, America Latina).
Gli attacchi di malessere durano dalle 48 alle 72 ore e oltre. E possono essere accompagnati a: astenia, debolezza, meteorismo, febbre e vomito.
E’ proprio la differenza di condizioni igienico-sanitarie a determinare il disturbo: nei Paesi caldi è piuttosto facile essere contagiati da virus, batteri e parassiti, responsabili della diarrea del viaggiatore.
Tra i motivi responsabili della diarrea del viaggiatore riscontriamo: lo sbalzo di temperatura e il fuso orario che comportano una lieve immuno-depressione nei viaggiatori occidentali. In altri termini, la flora batterica intestinale subisce uno squilibrio, che fa sì che i batteri patogeni prevalgano su quelli innocui, che vivono normalmente nell’intestino.
Per prevenire la diarrea del viaggiatore è utile seguire alcune regole di profilassi, come assumere precauzionalmente fermenti lattici prima della partenza.
Ma la prevenzione principale è quella che si osserva sul luogo:
– evitare di mangiare cibi esposti all’aperto, meglio prediligere alimenti cotti;
– bere solo acqua potabile, preferibilmente imbottigliata;
– non mangiare frutta con la buccia
– non acquistare cibi presso i rivenditori ambulanti. Persino i dolci, per l’alto tasso di zucchero, sono a rischio contagio.
– lavarsi i denti con acqua potabile o minerale;
– non assumere bevande con ghiaccio.
E se ci si ammala?
Ai primi sintomi assumere fermenti lattici e probiotici.
Nella valigia non deve mai mancare un antibiotico specifico per i disturbi intestinali, che uccide i batteri. La rifaximina (prescrivibile) è quello più indicato.
Ricordarsi di bere acqua e bevande zuccherate, che servono a reintegrare i sali minerali persi. Seguire una dieta in bianco.