Quattro giovani donne su dieci dichiarano di non aver mai fatto un controllo al seno. Visite specifiche e autopalpazione sono invece davvero molto importanti per la prevenzione e la diagnosi precoce di eventuali tumori.
Tumore al seno: oggi si può guarire più facilmente, se si mette in atto la giusta prevenzione
All’apparenza non cambia nulla, perché la mammografia in 3D si svolge come quella tradizionale. Ma nella sostanza è completamente diversa. «La tomosintesi, questo è il nome medico, permette di studiare la mammella a strati» spiega il dottor Tinterri. «Nel corso dell’esame il seno viene scomposto in tante immagini. È un po’ come se potessimo vederlo strato per strato. Tutto questo si traduce in un grande vantaggio. Abbiamo visto che quando il tessuto è molto denso, difficile da leggere, l’analisi è più dettagliata ed è possibile individuare lesioni che risulterebbero invisibili con l’esame tradizionale».
La prova? Dove si utilizza la nuova mammografia, è diminuita del 17 per cento la necessità di richiamare la paziente a causa di risultati dubbi. Il nuovo esame si può già fare nelle Breast Unit (www.senonetwork.it), cioè i centri specializzati per la diagnosi e la cura del tumore al seno.
Gli apparecchi per la mammografia sono calibrati per l’emissione di una dose bassa di raggi X, non dannosa per la salute. Ma la ricerca ha dimostrato che si può scendere ulteriormente. Per questo, è stato dato il via al progetto Dosewatch.
«L’obiettivo è di rendere uguale in tutti i Centri la dose erogata, cosa che oggi non avviene» dice Luca Balzarini, responsabile del dipartimento di diagnostica per immagini dell’Istituto Humanitas di Milano. «Tra chi aderisce al progetto c’è uno scambio continuo di dati. Riusciamo così attraverso l’esperienza di ognuno di noi ad abbassare ancora di più la quantità di radiazioni, senza alterare i risultati». Ma non solo. Al termine dell’esame ti consegnano uno “scontrino” con la dose che hai ricevuto. «È utile nel caso di controlli ravvicinati» spiega l’esperto. «In modo da personalizzare la quantità di radiazioni».
Al momento il progetto coinvolge i dipartimenti di diagnostica per immagini di circa 30 centri. Come Humanitas di Milano (tel. 0282241), Ospedale Cannizzaro di Catania (tel. 0957261111), Ospedale Sant’Anna di Ferrara (tel. 0532236111), Ospedali Riuniti di Ancona (tel. 0715961).