Mangiare per compensazione psicologica è un disturbo del comportamento alimentare che, se spinto all’eccesso, può portare ad ad iperalimentarsi e quindi all’obesità psicogena, quella forma di sovrappeso non causata da motivi endocrini o genetici bensì psichici.
Pur essendo abbastanza frequente, l’emotional eating (l’espressione inglese che indica il disturbo), è meno conosciuto dell’anoressia e della bulimia nervose, ed è poco diagnosticato. «Si mangia tanto fino a scoppiare, come se si volesse riempire un vuoto emotivo che non dà pace» – spiega il Prof. Roberto Pani, docente di psicologia clinica presso l’Università di Bologna – «A differenza degli altri disturbi alimentari, l‘iperalimentazione non è una vera e propria compulsione, ma è un’abitudine che paragona il cibo ad una forma di “soppressione” di emozioni (quali che siano). Nei vari manuali psichiatrici, inoltre, questo comportamento non è classificato come patologia, se non in associazione ad altri disturbi psicologici che portano a mangiare troppo per reazione a stress o ad eventi vissuti come pesanti».