La lotta al melanoma si fa sempre più serrata. Negli ultimi dieci anni il numero di casi è raddoppiato, toccando la quota di addirittura 7 mila diagnosi all’anno.
Fortunatamente, grazie a recenti studi che hanno chiarito i meccanismi alla base della malattia, sono stati messi a punto nuovi farmaci efficaci anche per le forme avanzate di questo pericoloso tumore. In pratica, si è scoperto che il melanoma si forma e cresce perché nel nostro organismo si creano blocchi che impediscono alle difese di reagire: “oggi siamo in grado di fare diagnosi precise, con una percentuale di guarigione pressoché totale se la malattia viene scoperta nelle fasi iniziali”, spiega Alessandro Testori, direttore della divisione melanomi e sarcomi muscolo-cutanei dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, “ma in realtà troppi pazienti arrivano da noi in ritardo perché hanno sottovalutato la prevenzione“.
Non c’è tempo da perdere
Non c’è tempo da perdere se sulla pelle c’è un neo con una forma irregolare (simile a quella di un’isola fotografata dall’alto) di colore nero intenso oppure variegato dal marrone, al nero, al grigio, con margini netti tra cute scura e cute normale, soprattutto se le sue dimensioni sono aumentate nell’arco di pochi mesi. Inoltre si sa bene che è a rischio chi ha la carnagione chiara, i capelli biondi oppure rossi, si è scottato al sole in modo importante almeno tre volte prima dei 20 anni, ha molti nei sul corpo e ha già avuto un familiare con la stessa malattia.
“In questi casi basta una visita annuale e un autoesame dei nei ogni sei mesi“, consiglia il professor Testori. “Per tutti, invece, vale il consiglio di fare almeno un controllo tra i 45 a i 50 anni“.
Le regole al sole
Le ricerche dicono che il sole, preso con le dovute cautele, non è un nemico. Anzi i raggi solari stimolano la produzione di vitamina D, che sembra ridurre il rischio di ricadute del melanoma. L’importante è adottare alcune regole fondamentali. Primo: usare le creme protettive (mai sotto un SPF 30). Seconda regola: se i bambini rimangono in spiaggia tra le 11 e le 15, meglio usare cappellini e magliette anti UV che riescono a filtrare i raggi anche quando il tessuto è bagnato. E occorre fare attenzione alla lampade solari.
La chirurgia va dritta al punto
In caso di melanoma, la cura è sempre chirurgica ma, rispetto a qualche anno fa, ci sono stati grandi cambiamenti. “Oggi, grazie all’esame con il microscopio laser confocale siamo in grado di delineare l’architettura del melanoma” spiega il professor Testori. “E grazie all’esame istologico, sappiamo quanto è profondo, se ha delle ulcerazioni e se è composto da cellule particolarmente attive“.
Ecco che allora un tumore superficiale e di una dimensione inferiore al millimetro viene asportato con l’intervento e, se è molto piccolo, non richiede neppure i punti di sutura. Quando invece c’è il dubbio che il tumore sia a rischio, come quando è più profondo, occorre una biopsia al linfonodo sentinella. Se contiene delle cellule maligne, cioè se è già stato aggredito dal melanoma, il chirurgo rimuove anche gli altri linfonodi della stessa area, in modo di ridurre il pericolo che la malattia si diffonda nell’organismo.
Ecco perché la prevenzione è essenziale!