(Non) se ne parla
Uno studio dell’International Menopause Society ha riscontrato che le donne in menopausa hanno difficoltà a parlare dei propri problemi intimi anche quando la situazione è fastidiosa: 8 su 10 sorvolano sulla questione persino con il proprio medico.
Poche infatti sanno che per risolvere questi fastidi intimi, esiste un nuovo trattamento laser a CO2 con una tecnologia tutta italiana (MonnaLisa Touch), che cura l’atrofia vaginale e assicura un benessere psicofisico.
Il trattamento ripristina alcune funzioni vaginali, senza essere invasivo né procurare effetti collaterali. Per informazioni chiedere al proprio ginecologo.
Se sei in menopausa ricorda di fare i seguenti check
– Esami del sangue con il controllo del livello di colesterolo, della glicemia, dei trigliceridi del sangue e dei fattori di coagulazione;
– misurazione della pressione arteriosa;
– controllo del peso corporeo;
– mammografia ogni anno dai 50 anni in poi (dai 40 anni la si esegue ogni due anni, salvo indicazione diversa per rischio particolare);
– ecografia mammaria annuale;
– pap test e visita ginecologica con ecografia pelvica transvaginale in base alle prescrizioni del ginecologo;
– mineralometria ossea ogni due anni (serve a controllare la densità ossea contro rischio osteoporosi);
– controllo nei cutanei;
– almeno una colonscopia nella vita;
– visita cardiologica regolare.
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Il seno in menopausa
Quando la produzione degli ormoni femminili (estrogeni e progesterone) si riduce, il seno ha un aspetto meno tonico, dovuto anche alla normale involuzione dei tessuti.
«Tuttavia – spiega la dottoressa Luini – le fluttuazioni periodiche tipiche dell’età fertile (si gonfia e sgonfia, è sensibile, può essere dolorante o pungere e prudere) possono persistere.
I dolori per esempio non necessariamente scompaiono e anzi qualche volta sembrano più frequenti. Alcune donne vedono crescere il proprio seno di una o due taglie, anche se non aumentano di peso: ci si sorprende perché si pensa che essere in menopausa vuol dire avere un azzeramento totale degli ormoni e delle loro conseguenze. In realtà così non è: non si tratta di azzeramento ma di una diminuzione che comporta un nuovo equilibrio».
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Occuparsi del seno, in menopausa, e non preoccuparsi
Il seno è tra le preoccupazioni maggiori della donna in età non più fertile: se ne sentono tante, la paura di ammalarsi un po’ c’è. E in effetti come ogni altro organoanche il seno può ammalarsi. Esistono infiammazioni o infezioni mammarie (le cosiddette mastiti), patologie della pelle (eczemi ed eritemi) e noduli: questi sintomi possono essere benigni, pretumorali oppure veri e propri tumori.
«Non si dovrebbe arrivare a scoprire un tumore al seno attraverso il sintomo – ammonisce la dottoressa Luini – La diagnosi precoce ha il senso di individuare i guai prima ancora che si siano manifestati come sintomi».
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Sintomi del seno da considerare
È il momento di rivolgersi al medico quando alla vista o al tatto siano presenti:
– uno o più noduli della mammella: si intende per nodulo un indurimento circoscritto, una parte di consistenza diversa rispetto al resto del seno, palline vere e proprie fisse o mobili;
– protuberanze o ispessimenti della mammella o della zona ascellare;
– variazioni di forma o dimensioni della mammella;
– secrezione di liquido dal capezzolo: il liquido può uscire spontaneamente (macchie sul reggiseno) oppure quando il capezzolo viene toccato e spremuto, e può avere colori diversi (bianco, trasparente, giallo, verdastro, rosso vivo, rosso scuro);
– cambiamenti di aspetto della pelle, del capezzolo o dell’areola come infossamenti o retrazioni, gonfiori, arrossamenti, calore, screpolature.
Da ricordare
Il dolore al seno non è di solito un sintomo di malattia: è meglio comunque riferirlo al medico per ricevere rassicurazione.
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Mammografia, cioè la radiografia della mammella
È utile per scoprire la presenza di noduli, microcalcificazioni o altri segni indiretti di un tumore. Si basa sui raggi X che, attraverso il seno, imprimono su una lastra (o nel computer) un’immagine in scala di grigio. La dose che la donna riceve da una mammografia non è causa di danni per la salute.
Si esegue a partire dai 40 anni, ogni anno o due. In molte regioni sono attivi screening mammografici che offrono alle donne un controllo mammografico gratuito a partire dai 45-50 anni con cadenza biennale.
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L’ecografia al seno
Impiega ultrasuoni per rilevare la presenza di un nodulo e ne studia la consistenza, solida o liquida, definendone la natura benigna, dubbia o maligna. È un esame ottimo in donne con seno denso, ricco di componente ghiandolare.
L’ecografia è innocua dal punto di vista biologico, dovrebbe essere eseguita ogni anno a partire dai 30 anni di età; si smette di effettuarla solo quando è il medico radiologo a suggerirlo.
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Risonanza magnetica mammaria
È utile quando esiste un dubbio già evidenziato con mammografia ed ecografia mammaria, oppure quando siano da visualizzare nel dettaglio protesi o immagini vicine a una cicatrice chirurgica. È indicata solo in caso di necessità oppure si programma nell’ambito di una diagnosi precoce nelle donne che abbiano unrischio familiare alto.
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L’agoaspirato
È un esame durante il quale si preleva con un ago sottile un campione di cellule da un nodulo mammario e si ottiene così un esame citologico (delle cellule). L’agobiopsia è una tecnica che preleva un campione di tessuto da una zona o da un nodulo ritenuto sospetto, potendo ottenere un esame istologico (del tessuto).
A conclusione della rassegna sugli esami mammari, ricordiamo che l’autopalpazione non è uno strumento di diagnosi precoce ma un modo molto utile per conoscere il proprio corpo.