Per menopausa precoce si intende la cessazione permanente delle mestruazioni prima dei 40 anni, dato che l’età fisiologica è mediamente intorno ai 51 anni. Quindi, è da considerarsi un disturbo di salute, e non un momento della vita di una donna, e anche in Italia è sempre più frequente. Secondo le ultime statistiche il 5% delle donne italiane va in menopausa prima del tempo.
Cosa è la menopausa precoce
Le cause? Secondo uno studio americano, pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism che ha coinvolto oltre 25mila donne, il responsabile dell’aumentata frequenza della menopausa precoce è l’inquinamento ambientale, in quanto abbasserebbe i livelli di estradiolo, l’ormone che regola la fertilità.
In medicina, questa interruzione del ciclo mestruale prima del tempo, viene definita anche insufficienza ovarica precoce: si chiama così perché le ovaie non producono abbastanza estrogeni nonostante nell’organismo femminile ci siano alti livelli di ormone follicolo stimolante, cioè l’FSH (secreto dall’ipofisi).
Come si manifesta: i sintomi più comuni
I segni principali che si sta entrando in menopausa prima dei 40 anni sono l’amenorrea, cioè l’assenza delle mestruazioni, o il flusso mestruale irregolare. In particolare, in un primo momento le mestruazioni diventano più abbondanti e si presentano ogni 20 giorni, per poi ritardare o saltare di un mese intero.
Inoltre, nella menopausa precoce si verificano sintomi di deficit di estrogeni. Cosa vuol dire? La donna può accusare osteoporosi a causa del calo estrogenico, che provoca una perdita della densità ossea.
La diminuzione degli estrogeni causa, inoltre, secchezza vaginale che può esitare in infiammazioni della mucosa vaginale (vaginite atrofica). L’atrofia può a sua volta provocare irritazione, dolore nei rapporti sessuali, minzione fastidiosa e può aumentare il pH vaginale, divenendo più basico (nell’età fertile è compreso tra 3,5 e 4,5).
Altri sintomi da tenere sott’occhio sono disturbi del sonno, disturbi dell’umore, con un aumento dell’irritabilità, soprattutto in fase premestruale. Può capitare anche che di notte si accusi tachicardia e che si aumenti più facilmente di peso, accumulando soprattutto centimetri nella fascia addominale. Anche la pelle più secca soprattutto sul viso e un’accentuata caduta dei capelli può far sospettare che la menopausa si stia avvicinando precocemente.
Come si diagnostica la menopausa precoce
Quali esami fare per sapere di essere in menopausa precoce? Il primo passo è parlarne con il ginecologo che, appurati i sintomi di deficit di estrogeni tramite l’anamnesi della donna under 40, prescrive alcuni accertamenti. Uno di questi è il test di gravidanza, più che altro per escluderla qualora la donna avesse una vita sessuale attiva.
In seconda battuta, il ginecologo prescrive dei prelievi del sangue, attraverso cui indagare i livelli di gonadotropine e di estradiolo, cioè gli ormoni sessuali in grado di regolare l’attività degli organi riproduttivi. Si eseguono ogni settimana per 2-4 settimane.
Se i livelli di ormone follicolo-stimolante (FSH) sono pari a quelli di una donna fertile (solitamente > 30 mUl/mL) e i livelli di estradiolo bassi (solitamente < 20 pg/mL), la menopausa precoce è confermata.
Quindi, si eseguono ulteriori test per accertarne le cause, come ad esempio l’esame del livello di DHEA (deidroepiandrosterone), un ormone prodotto dal surrene che serve a sua volta a produrre gli ormoni sessuali. E poi si può indagare la concentrazione dell’inibina B e dell’ormone antimulleriano, altri ormoni che indicano a che punto è la fertilità femminile.
Nel frattempo, il medico valuta il quadro clinico sottostante, come ad esempio la presenza di patologie autoimmuni non legate all’apparato riproduttivo. Tutti questi ulteriori accertamenti servono non solo a individuare la causa della menopausa precoce e, quindi, a stabilirne il trattamento adeguato, ma anche a salvaguardare la salute generale della donna.
In alcuni casi, cioè se la donna va in menopausa prima dei 35 anni, è necessario eseguire test genetici.
Trattamento della menopausa precoce
Se la donna in menopausa precoce non desidera una gravidanza, il medico prescrive una terapia sostitutiva estroprogestinica fino a circa 51 anni. Se invece, la donna desidera una gravidanza, si può tentare una fecondazione in vitro di ovociti di donatrice con estrogeni e progestinici esogeni, che consentono all’endometrio di sostenere l’embrione trasferito.
Le cause della menopausa precoce
In primis, tra le cause è da ricercare una certa ereditarietà: spesso la donna che va in menopausa prima dei 40 anni ha una parente, non per forza vicina, che ha o ha riportato le stesse problematiche.
Escludendo operazioni chirurgiche o terapie indotte per far cessare il ciclo mestruale, la menopausa precoce può dipendere da cattive abitudini di vita. Il fumo, in particolare, si è rivelato un killer delle ovaie: se assunto in alte dosi – più di 15 sigarette al giorno – è in grado di anticipare la menopausa di ben 5 anni.
Anche lo stress cronico e la carenza di sonno innescano meccanismi ormonali che minano la salute e la fertilità delle ovaie.
In alcuni casi, può esserci concomitanza tra menopausa precoce e patologie autoimmuni, cioè quelle determinate da un’aggressione da parte del sistema immunitario verso alcuni organi. Le più note sono la tiroidite di Hashimoto, il diabete mellito, la miastenia gravis, la vitiligine e l’anemia perniciosa. Ma tutto ciò non deve far pensare a una diretta conseguenza.
Fonte: The Merck Manual of Diagnosis and Therapy