Sono stravolta, perdo pezzi e parole, talvolta immagino l’apocalisse. Chissà se si vede da fuori? Probabilmente sì, dato che mi hanno proposto un viaggio per risorgere: «Parteciperesti a un female wellness program? Si tratta di un programma personalizzato di 3, 5 o 7 giorni, incentrato su perimenopausa, menopausa e benessere olistico femminile per riequilibrare ormoni e metabolismo».
L’invito al menopausa reatreat
«Non saprei…» ho fatto la vaga per non sembrare disperata. «È un percorso ideato dalla Dr. Mindy Pelz, americana, esperta di salute femminile, in collaborazione con l’hotel Six Senses. Sarai invitata a esplorare l’insospettata saggezza del tuo corpo» mi hanno spiegato. «Forse ne avrei bisogno» ho balbettato.
Per capire meglio, ho guardato dei video di Pelz (nota anche come Dr. Mindy): «I sistemi nervoso, ormonale, microbico e metabolico sono tra loro connessi e spesso in disequilibrio» sostiene. Lo scopo, aggiunge, è riallinearli attraverso un approccio integrato che include digiuno, controllo glicemico, dieta personalizzata, attività fisica e uno stile di vita più sano.
«Ok, lo faccio». Si parte.
Mercoledì
Ore 18 Cosa si mette in valigia per un percorso di benessere femminile? Strass e paillettes? Boa di struzzo? Caftano? E se è a Roma – che a noi milanesi dà sempre una vertigine – in un hotel a 5 stelle definito «una serena oasi urbana dove storia e modernità si incontrano»? Suggeriscono abbigliamento comodo per l’attività fisica, un costume per i Roman Bath e il resto «fun&quirky». Riempio il trolley a caso. Chiedo ai miei figli se, senza di me, se la caveranno. «Tranquilla mamma, vai pure: noi stiamo nel chill». Sento disastri incombere.
Giovedì
Ore 13 A Roma piove. Sono davanti all’hotel, e la vertigine vira in soggezione. «Qui al Six Senses è tutto all’insegna della sostenibilità e del benessere, dalla scelta dei materiali e del cibo alla responsabilità sociale». Temo di avere in borsa una bottiglietta di plastica. Avrei dovuto farla brillare prima di entrare. Nelle prossime 48 ore altri si occuperanno di me. Non succede mai. Metterò il mio corpo a disposizione di Mindy Pelz e della oasi urbana. Nella mia camera trovo un terrazzo sui tetti di Roma e, in barattoli in vetro e sughero, degli snack deliziosi che divoro senza chiedermi se compromettano il mio benessere olistico.
Ore 14 Alla spa mi offrono un succo, un panno («lavette») tiepido alla lavanda e un questionario da compilare («Medicinali?» «Sport?» «Fumo?» «Alcol?»). Arriva Anna, la integrated wellness practitioner, bionda, occhi blu, un sorriso da fata turchina e il corpo che sognavo da piccola. «Facciamo il wellness screening» mi comunica.
Il Wellness screening nel menopausa retreat
Appoggio mani e piedi su specchi collegati a elettrodi. Anche la fronte è collegata a due elettrodi. «Si chiama Sudomotor test e fornisce un quadro immediato dello stato di salute» spiega lei. Il sudore parla di noi: non ho il diabete, non sono ipertesa, la microcircolazione ha margini di miglioramento e c’è una lieve infiammazione intestinale («In effetti ieri sera ho mangiato molto cioccolato…»). «Sei anche piuttosto basica» dice Anna. Spero si riferisca al mio Ph ma preferisco non approfondire.
Le app per il sonno e il glucosio
«Questo serve per monitorare la qualità del sonno». È un anello («Lo sleep ring») che indosserò la notte e che comunicherà con una app. Anna poi estrae un marchingegno: «Qui dentro c’è un cerotto per monitorare il glucosio. Appoggia questo stantuffo sul braccio e spingi» ordina. «C’è un ago!» protesto. «Non te ne accorgerai» mente. Zac! Il CGM patch, che i diabetici conoscono bene, è in posizione. Oltre al sonno potrò controllare la glicemia. So già che svilupperò un’ossessione per tutte queste informazioni.
Ore 15 Il programma prevede un’ora di fitness. Anna decreta che, in quanto donna in menopausa a rischio osteoporosi, necessito di attività cardiovascolare con pesi. Tento di ribellarmi ma lei mi inchioda a un circuito massacrante, intimandomi di respirare e stare dritta. Boccheggio ma non mollo.
Ore 16 È il momento dei Roman Bath, i bagni romani. Sciabatto, in infradito di bambù e accappatoio, al seguito di Marco, dotato di inarrivabile compostezza. Mi mostra, inciso sulla parete accanto al tepidarium, il mito di Dafne che diventa alloro e mi suggerisce di iniziare dalle “docce emozionali”, per seguire con sauna, bagno turco, calidarium, tepidarium e frigidarium e infine abbattermi nella sala relax. Mi abbandono alla cold breeze alla menta per poi spostarmi sotto la tropical rain. Sono improvvisamente euforica, forse per merito dell’esperienza emozionale. Provo tutto più volte, mi sento padrona del mondo, oltre che dei Roman Bath.
La dieta personalizzata nel menopausa retreat
Nel calidarium incontro una coppia di mezza età. «Siamo di New York» «Cosa fate a Roma?» «Quello che fanno i Romani» risponde lui con una eloquente occhiata intorno. Vorrei dirgli che i cittadini della capitale non trascorrono il tempo languidamente immersi in acque calde e docce emozionali, ma lo deluderei. Invece racconto di female wellness program («Wow!»), sleep ring («A New York tutti lo usiamo!») e cerotti («Il CGM patch! Da noi è un must»). Ho urgenza di controllarmi il glucosio.
Ore 18 Sento i morsi della fame. Farò una dieta chetogenica personalizzata («Meno carboidrati, più proteine»). Al ristorante conoscono il mio nome, il mio regime, il numero della stanza. Probabilmente sanno anche che ucciderei per una pizza. Ma ho diritto a 150 grammi di faraona e 70 grammi di insalata, splendidamente impiattati. Nelle prossime 15 ore non vedrò cibo. Continua a piovere.
Ore 19 A letto. Guardo alcuni video di Dr. Mindy che, pur affamandomi, riesce a starmi simpatica. Racconta garrula quali meraviglie compie il corpo dopo 15, 17, 24, 36, 72 ore di digiuno. Infilo lo sleep ring e svengo.
Venerdì
Ore 6 Ho dormito troppo, secondo la app del sonno. Il glucosio invece va bene. Mi guardo allo specchio: «Che pelle meravigliosa!» mi blandisco. Per superare l’abisso che mi separa dalla colazione, decido di dare un senso al tappetino di sughero trovato nell’armadio e sfogo le mie nevrosi facendo yoga.
Ore 9 Vorrei sei pancake con sciroppo d’acero, due cornetti, tre muffin, pane, burro e marmellata. Ma Dr. Mindy e lo chef hanno altri piani per me. Accolgo con spirito zen 50 grammi di porridge di avena all’acqua e 25 grammi di mirtilli. Al tavolo accanto due signore ordinano uova fritte e formaggi romani. Le odio.
Ore 11.45 Daily check-in con Anna. «Non ho mai incontrato nessuno che dormisse così tanto» commenta guardando il rapporto sul mio sonno. «Sai com’è, ho tre figli, non mi capita spesso di stare in hotel, nel silenzio, da sola…». Mi fa accomodare nella saletta del biohacking e mi porge degli enormi stivali. «Infilali, sono compression boots: servono a migliorare la circolazione sanguigna e linfatica e accelerare il recupero muscolare». Obbedisco. Le mie gambe sono ora avvolte in tubi neri che si gonfiano e si sgonfiano esercitando una pressione gradevole. Anna mi racconta che era una ballerina professionista prima di un infortunio alla spalla. Vorrei sapere tutto di lei ma Rami mi aspetta.
Ore 13 «Wow! Hai il massaggio detox con Rami!» esclamano. «È fantastico» aggiungono. «Sei fortunata!» rincarano. Sono, al solito, in accappatoio e ciabatte, look inadeguato per incontrare una creatura mitologica. Rami compare, ieratico ma amabile: «Utilizzerò spazzola, canne di bambù e coppette in silicone». Suona un po’ sadomaso ma mi affido. Lui mi conduce nel suo regno: «Scegli l’olio che preferisci». Segue un sublime distillato di beatitudine lungo un’ora. Mi scordo chi sono, che ho una famiglia, un lavoro e una vita oltre questa stanza. Per lui potrei digiunare un mese o nutrirmi solo di porridge all’acqua. Rami, ti prego, tienimi con te e sarò felice per sempre.
Ore 14.30 Le due uova sode condite con olio, sale e pepe e i 100 grammi di spinaci mi paiono il migliore dei pranzi. La fame fa brutti scherzi e Dr. Mindy sta prendendo il sopravvento.
Ore 18 Ho trascorso l’intero pomeriggio pensando alla cena. Il cameriere si chiama Davide e porta «baccalà rigenerato al vapore di camomilla e cavolfiore grigliato e fermentato». Esita: «Stavo per offrire del pane ma…». Grazie Davide ma se nomini carboidrati potrei avere un crollo emotivo. Alla fine gli propongo un gioco suicida: chiedo cosa c’è per dessert («Facciamo finta, su!»). Mi fa volare per qualche minuto. Mi commuovo.
I menu del menopausa retreat
Sabato
Ore 8 Digiuno da 14 ore, ho perso un chilo, ho un lieve mal di testa, la pelle luminosa e lo sguardo pazzo. Parlo da sola. Ho dormito dieci ore e la app del sonno me lo fa pesare. Forse è invidiosa.
Ore 10 Sessione di sound healing con Anna. Come potrò, domani, privarmi di questa donna? Mi sdraio su un tappetino, una coperta sul corpo e, sugli occhi, un panno. «Questa pratica favorisce il rilassamento». Le vibrazioni di gong, campane tibetane, campane di cristallo, sonagli, mi inghiottono. Saranno il porridge, la narcolessia, il digiuno ma sogno elfi, gnomi e folletti.
Ore 14 Il mio tempo qui è finito. Consumo l’ultimo pranzo virtuoso (filetto e insalata). Mi congedo dalla suite 411 che è stata casa, molto meglio di casa, e da tutti coloro che mi hanno chiamata per nome. Sta per cogliermi la malinconia ma ricevo su WhatsApp, da mio marito, l’immagine della focaccia e dei taralli che sta sfornando per me. Ciao Dr. Mindy, è stato bello.