Se si potessero intervistare le donne sul tema “mestruazioni”, ne verrebbe fuori una conversazione lunga 3 volte il giro della Terra! Sì, perché gli argomenti da trattare sono tanti, e non ci riferiamo a quelli scientifici o medici. Ma a tutto un sottobosco di miti e leggende che continuano ad aleggiare intorno al ciclo mestruale. Certo, negli ultimi 5-6 anni il pensiero comune sta cambiando, ma il vissuto delle donne – fatto di aneddoti più o meno memorabili – resta.
Menstruational, un progetto per raccontare il vissuto delle donne
A dar voce a questo vissuto femminile sulle mestruazioni (ma sarebbe più corretto dire “meta-mestruazioni“, ciò che vi è attorno), ci ha pensato Lady Presteril con un progetto molto interessante di nome Menstruational.
Dietro le quinte c’è Stella Pulpo, blogger (“Memorie di una vagina“) e scrittrice: «Ho accettato di realizzare questo progetto con Lady Presteril perché le mestruazioni sono un fenomeno fisiologico che riguarda la metà del genere umano, per circa 40 anni di vita, ma sono al tempo stesso un tabù millenario attorno al quale sono stati alimentati miti, leggende e disinformazione, a qualsiasi livello culturale. Da qualche anno se ne parla di più, anche per merito dei numerosi femminismi all’opera a qualsiasi latitudine del Pianeta, ma c’è ancora molta consapevolezza da guadagnare sui tanti aspetti di questo argomento: dalla period-poverty alla lotta transnazionale per la detassazione dei dispositivi mestruali, dall’impatto ecologico alla composizione degli assorbenti, fino alle alternative per la gestione del flusso e all’inclusione delle persone non-binary nella conversazione.
Menstruational si basa sulle testimonianze di donne comuni che raccontano il proprio vissuto e condividono le proprie opinioni sul tema. Non ha la pretesa di essere un lavoro esaustivo, ma è un passo in più verso la libertà di parlare del proprio corpo, di come funziona e di come “disfunziona” (pensiamo all’endometriosi, alla sindrome premestruale, alla dismenorrea di cui soffre oltre la metà delle donne), senza vergognarsi e senza più paura di essere fraintese».
Di cosa parla Menstruational
Dieci i temi affrontati dal progetto Menstruational. E tutti raccontati da donne di varie età attraverso aneddoti ed episodi, a tratti divertenti, ma che lanciano un messaggio unico: dietro le mestruazioni c’è ancora un po’ troppo “magma confuso” (e troppi giudizi di valore). Non mancano riflessioni di carattere sociale né commenti densi di autoironia. Vogliamo vedere insieme qualche tema? Siamo sicure che in qualcuno ti ci rivedrai!
- Il menarca
Secondo i libri di medicina la prima mestruazione viene a 12 anni. Peccato che chi le ha per la prima volta a 9 o 15 anni si senta in anticipo o in ritardo. A volte sono le compagne a istituire una gara, ma a volte la competizione è ormai dentro di sé. E chi arriva per ultima cosa vince (o perde…)? - Le leggende
Dal non potersi lavare i capelli a non poter toccare le piante, passando per le ricetta a base di pomodoro, le cose che non si possono fare durante le mestruazioni sono tante. Che dire poi del bagno in mare o di una banale doccia? Salvo poi scoprire che nessuno ne spiega il motivo scientifico. Che in effetti non c’è. - Sesso e mestruazioni
Qui la faccenda si fa delicata: la morale comune (espressione non a caso) dice che è meglio non farlo. Ma la “fenomenologia oggettiva” direbbe che le donne e gli uomini sono liberi di scegliere. Senza troppe disquisizioni in materia. - Period Shaming
Dall’inglese “vergognarsi delle mestruazioni“. Si tratta di un concetto che fa leva sulla percezione sociale del ciclo, come e quando parlarne. Anzi NON parlarne. Meglio chiedere sottovoce se la collega ha un assorbente o precipitarsi a nasconderlo se per caso sbuca dalla borsa. Certo, negli anni ’90 e ’80, queste sensazioni di disagio erano più presenti. Ma chissà, bisogna aspettare l’arrivo della menopausa per sentirsi più in diritto di parlarne con serenità? - Sindrome premestruale
In tutto il mondo ne soffre dal 20% al 50%, ma, stando al vissuto delle donne, è più facile etichettare la questione come “sei isterica perché ti devono venire”, anziché comprendere che un malessere c’è davvero. Quella percentuale lì davvero si sente triste senza motivo, o si irrita senza volerlo, o fa fatica a concentrarsi. E su tutto, prova dolori inenarrabili da costringerla a stare a letto imbottita di FANS. - Free Bleeding
Un tema recente messo in luce dalle attiviste per cominciare a parlare delle mestruazioni con più oggettività: è il non indossare gli assorbenti durante le mestruazioni. Un modo estremista? Sicuramente, però forse può sollevare qualche dubbio sull’inutilità dei vari tabù. - Equità mestruale (o period poverty)
È un concetto che guarda oltre l’Occidente, come ad esempio all’Africa o all’India dove è più probabile la presenza di donne che non hanno i mezzi per acquistare gli assorbenti. E quindi, durante il ciclo, sono costrette ad assentarsi da scuola o dal lavoro (se c’è). Alle nostre latitudini la questione riguarda le donne senza fissa dimora, al punto che stanno nascendo onlus che si occupano di procurar loro gli assorbenti. - Tampon tax
In Italia gli assorbenti son tassati al 22%, cioè come beni di lusso. Nel Regno Unito la tassazione è stata eliminata dal 1 gennaio 2021, in Australia non c’è più dal 2018, in Spagna è al 10% e in Francia al 5,5%. È utopico sperare che siano assimilati a beni di prima necessità, quali appunto sono? - Le alternative all’assorbente
Coppetta mestruale, assorbenti in cotone, mutande per il ciclo, tamponi… le opzioni sono tante. C’è chi pone attenzione alla praticità, chi all’impatto ambientale, chi alla salute intima… Quel che è certo, è che non esiste un dispositivo definitivo per tutte, perché ogni corpo e ogni esperienza sono diversi. Ciò che conta – nella gestione delle mestruazioni e non solo – è avere la libertà e la possibilità di scegliere. - E se le mestruazioni le avessero gli uomini?
E dulcis in fundo, la questione immaginata sul corpo degli uomini. Cosa accadrebbe? A te la risposta!
Lady Presteril, con la sua linea in cotone biologico certificato, si batte contro la concezione dell’assorbente come bene di lusso attraverso l’applicazione dell’IVA ridotta al 5% e rispetta l’ambiente grazie all’utilizzo di cotone prodotto e lavorato secondo le norme della coltivazione biologica, di bustine e strato protettivo in mater-bi e di un astuccio in cartone riciclato.