Ci siamo: ottobre è il Mese della Prevenzione Dentale, il più importante progetto di prevenzione odontoiatrica attivo su tutto il territorio nazionale fin dal 1980, promosso da Mentadent – brand del gruppo Unilever – e ANDI, Associazione Nazionale Dentisti Italiani. Ben 10.000 dentisti ANDI, sparsi in tutta Italia, effettueranno gratuitamente visite preventive con relative valutazioni dello stato di salute orale. Tutti possono cogliere quest’occasione e oggi è più che mai importante farlo. Perché gli oltre 18 mesi di pandemia, purtroppo, hanno avuto un impatto negativo sulle abitudini dei cittadini.
Un’iniziativa di grande valore, oggi più che mai
Durante l’emergenza sanitaria per Covid-19, circa un terzo degli italiani si è rivolto al proprio dentista esclusivamente per urgenze; soltanto poco più di un quarto ha effettuato controlli di routine. Una percentuale che nel Sud supera il 40%, dimostrando come la pandemia abbia duramente penalizzato l’accesso alla prevenzione e alle cure odontoiatriche, anche a causa della crisi economica. É questa la prima fotografia della più grande ricerca epidemiologica mai realizzata in Italia dalle Università di Milano e Berna 1 in collaborazione con ANDI e col supporto di Mentadent, che ha coinvolto 30mila persone. I dati sono ancora parziali, eppure dimostrano “quanto i problemi dentali e parodontali – spiega Guglielmo Campus, Professore Straordinario presso l’Università di Berna – siano ampiamente diffusi nella popolazione italiana, quanto siano significativi gli squilibri fra la popolazione e tra Nord e Sud e quanto ancora oggi la prevenzione delle patologie del cavo orale in Italia sia un capitolo aperto”. In un contesto simile, l’iniziativa di Mentadent e Andi appare ancora più significativa: “Il nostro impegno – sottolinea Luca Barzagli, vicepresidente vicario ANDI – è volto a ridurre le disuguaglianze in termini di accesso a prevenzione e cure. Grazie all’impegno dei nostri medici odontoiatri, anche persone appartenenti a categorie vulnerabili e fragili hanno potuto accedere ai controlli odontoiatrici. Il nostro impegno sociale si concretizza inoltre nell’attività di informazione sull’importanza della prevenzione”.
La prevenzione, un tema cruciale
Uno dei cardini del 41° Mese della Prevenzione Dentale è proprio l’attenzione alla prevenzione come concetto “olistico”, che parte dalla salute della bocca. “É cruciale – dice Evangelista Giovanni Mancini, Presidente Fondazione ANDI ONLUS – raggiungere le persone, informarle e sensibilizzarle sul fatto che la salute del cavo orale è strettamente correlata alla salute a 360°. Lavoriamo a stretto contatto con i colleghi professionisti della salute, odontoiatri, medici di medicina generale, pediatri, medici ambulatoriali, nella ferma convinzione che la prevenzione vada sostenuta a tutti i livelli”. Se risultati concreti sono stati raggiunti negli anni grazie al lavoro di ANDI e dei dentisti volontari, e attraverso il Mese della Prevenzione Dentale e la collaborazione con Mentadent, i numeri mostrano la necessità di fare un ulteriore passo avanti. Cioè siglare un rapporto di collaborazione attiva tra privato, pubblico e Terzo Settore. I risultati della ricerca epidemiologica mostrano infatti che persiste un forte gap di informazione. Si pensi, per esempio, alla percezione del sanguinamento gengivale: “Più della metà dei soggetti esaminati sia nel Nord-est che nelle isole – spiega la Professoressa Maria Grazia Cagetti dell’Università di Milano – ha sanguinamento gengivale con valori appena più bassi nelle restanti aree. Al crescere dell’età degli esaminati, cresce di pari passo il sanguinamento gengivale come la prevalenza di tasche parodontali. Incredibilmente solo poco più del 2% del campione ha affermato di avere sanguinamento dalle gengive contro un riscontro del 46% da parte dell’odontoiatra”.
Un obiettivo ancora più ambizioso
I risultati ottenuti da ANDI e dal Mese della Prevenzione Dentale sono cresciuti nel tempo, ma la pandemia ha fatto emergere diverse urgenze per l’intero Sistema Sanitario Nazionale: “La prevenzione – ribadisce Carlo Ghirlanda, Presidente ANDI – è una priorità e c’è l’urgente bisogno di un intervento da parte della politica. L’impegno del Terzo Settore e di quello privato non può sopperire a tutti i bisogni della popolazione”. Ghirlanda ritiene necessario estendere il modello introdotto con il Mese della Prevenzione Dentale ad altri ambiti medici: “Il nostro obiettivo è lanciare un ‘Manifesto per la Cultura della Prevenzione’, che auspichiamo possa essere sottoscritto e sposato dal maggior numero possibile di istituzioni, associazioni, aziende”. “La visione ‘olistica’ della prevenzione – conclude Fulvio Guarneri, Presidente di Unilever Italia – dal punto di vista scientifico, sociale, economico ma soprattutto culturale è nel DNA del Mese della Prevenzione Dentale e parte proprio dalla convinzione che la prevenzione della salute orale sia propedeutica al benessere della persona. È uno dei pochi esempi di prevenzione che può iniziare e ha senso imparare ad applicare sin da piccoli, che può influenzare la ‘cultura generale della prevenzione”. C’è bisogno di dare un aiuto concreto in termini di accesso alle cure, ma anche diffondere corrette informazioni: “In questo senso, siamo convinti che il Mese della Prevenzione Dentale rappresenti un terreno fertile per diffondere questo messaggio e questa cultura”.