L’estate, il sole, il caldo e il maggior tempo trascorso all’aria aperta in questa stagione sono un toccasana per l’umore. Ma è così anche per l’intestino? Non sempre, come confermano gli esperti, che mettono in guardia da possibili inconvenienti che possono aumentare proprio con il caldo. «Anche i raggi ultravioletti possono modulare il microbiota», spiega infatti Michele Guarino, responsabile Disturbi funzionali intestinali e microbiota della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico.
Come l’estate influisce sul microbiota
«Sicuramente c’è una diversità tra le varie stagioni, che porta a modifiche del microbiota. Ricordiamo che si tratta di un nostro “amico”, che cambia in base alle nostre esigenze. Per esempio, d’estate siamo portati a ingerire più fibre, perché ci danno più energie. Ma mangiamo anche più cibi crudi, che però possono essere maggiormente contaminati. Proprio per questo motivo dobbiamo prestare più attenzione», sottolinea l’esperto, ricordando che tra le varie funzioni del microbiota «ci sono quelle di sintesi delle vitamine, fondamentali in estate per fornire appunto energie, ma anche quelle immunitarie, quindi di difesa da agenti esterni potenzialmente dannosi».
Microbiota in estate: maggiori rischi di infezioni
Cosa può accadere al microbiota in estate, quando si trascorre più tempo all’aria aperta, ma si ha anche a che fare con caldo, sole e magari squilibri alimentari? «I possibili problemi che possono insorgere in estate, legati al cambio di alimentazione, non hanno a che fare con la disbiosi, che è un’alterazione cronica dell’equilibrio intestinale. Si tratta, piuttosto, di problemi “acuti”, dunque di gastroenteriti, legate ad esempio a infezioni o contaminazioni, dunque alla possibile presenza di virus e batteri», sottolinea Guarino.
Come proteggere l’intestino: cosa evitare
Il principale nemico del microbiota in estate sono proprio le possibili infezioni, in particolare quelle legate al consumo di acqua: «Se pensiamo di andare in vacanza in posti esotici o in cui comunque le condizioni igieniche non sono quelle abituali, dobbiamo prestare molta attenzione. È sconsigliato bere acqua dal rubinetto e, anche per lavare frutta e verdura (o, in genere, gli alimenti crudi) meglio utilizzare quella in bottiglia, per evitare la presenza di agenti patogeni», suggerisce l’esperto.
Gli alleati del microbiota
Esistono, poi, degli alleati del microbiota che diventano ancora più importanti quando fa molto caldo. «Le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del nostro Ministero della Salute sono di aumentare l’apporto di fibre di varia tipologia, quindi consumare più frutta e verdura, che devono rappresentare il 50% nella dieta giornaliera. Fondamentale è anche bere almeno 2 litri di acqua al giorno e ridurre i cibi ultra-processati – spiega Guarino – Il problema è che in vacanza si tende a un’alimentazione più squilibrata, mangiando maggiormente fuori casa e cibi più lavorati».
Attenzione all’alcol
Anche gli aperitivi estivi possono compromettere il microbiota. «A parte il consumo cronico di alcol, o l’abuso, gli eccessi possono causare anche disbiosi. Le conseguenze – spiega ancora il dottor Guarino – non sono solo a carico delle funzioni intestinali, ma anche metaboliche: aumenta il rischio di patologie come obesità e diabete, così come di tipo reumatologico o cutaneo». Tra le funzioni del microbiota, infatti, c’è anche quella di regolazione del sistema immunitario.
Difese immunitarie a rischio
In estate c’è anche un fattore di rischio in più per l’alterazione del microbiota: «La conservazione dei cibi richiede maggiore attenzione, perché la temperatura più alta favorisce la proliferazione di batteri patogeni, non solo a casa, ma anche mangiando fuori. Insomma, è più facile sviluppare gastroenteriti. Queste possono essere sia di origine batterica che virale e dunque possono richiedere trattamenti diversi a seconda della causa che le ha scatenate», conferma il medico della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico.
Prevenzione e cura delle gastroenteriti estive
«In caso di gastroenteriti occorre valutarne la causa, che può portare a un trattamento con probiotici o antibiotici, a seconda che si tratti di una forma virale o batterica – chiarisce Guarino – Se ci si limita alla sola diarrea, che è il sintomo principale, può essere sufficiente una adeguata idratazione. In caso compaiano anche febbre alta, dolori addominali o diarrea con sangue, può essere opportuno un consulto con uno specialista. Eviterei, invece, forme di prevenzione prima di un viaggio all’estero: le nuove indicazioni dell’Oms chiariscono che occorre solo per pazienti immunocompromessi, altrimenti potrebbe esserci una maggiore predisposizione a patologie come la candida».
Intestino sano, umore migliore
Si sa, poi, che l‘intestino rappresenta un “secondo cervello”, quindi il suo benessere può avere ripercussioni anche sull’umore. «È noto che esiste un asso intestino-cervello e il link è proprio il microbiota che agisce attraverso la produzione metaboliti che hanno a che fa con la neurotrasmissione. Siamo, però, nell’ambito della ricerca – spiega Guarino – Alcune condizioni di disbiosi si è visto che si correlano a stati di ansia e depressione, altri potrebbero anche avere a che fare con lo sviluppo di alcune forme di autismo. Questo conferma l’importanza del microbiota, il cui stato di salute non va limitato alla dieta, ma allo stile di vita generale, che deve essere attivo e sano. Anche la vita sedentaria, infatti, porta a disbiosi, che a sua volta può dar luogo a patologie importanti».