L’obesità è talmente diffusa anche in Italia da poter parlare di una vera e propria emergenza: secondo l’ultimo rapporto triennale redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, più del 40% della popolazione italiana avrebbe problemi di peso, percentuale ripartita tra un 30% in sovrappeso ed un 10% affetto da vera e propria obesità.
Ma perché stiamo diventando sempre più una popolazione in forte sovrappeso? Parte della colpa va alla dieta, troppo ricca di zuccheri e povera di vegetali, ma una buona responsabilità è da attribuire anche alla mancanza di attività fisica (e compensata dalla sedentarietà).
Ecco quindi 6 fatti da tenere a mente quando si parla di obesità.
1. Stile di vita in tilt
Alla base dell’obesità vi è uno stile di vita squilibrato nel suo complesso. Ciò significa che il sovrappeso è il deleterio risultato della somma di una dieta sbilanciata e della sedentarietà protratta nel tempo. Per quanto riguarda lo stile alimentare, nuovi studi hanno evidenziato quanto sia preponderante, nel rischio di obesità, un eccessivo consumo di sodio.
L’Italia, infatti, sta diventando uno dei Paesi che più abusano del sale a tavola, con conseguenze gravi sulla salute. Secondo una recente ricerca della Queen Mary University, l’eccessivo consumo di sodio aumenterebbe addirittura del 25% la probabilità di essere obesi. Oltre a favorire ipertensione e il rischio di incorrere in patologie di tipo cardiovascolare.
Le cause di questo abuso di sodio sono da ricercare anche in un consumo sempre maggiore di piatti pronti, alimenti confezionati e conservati. Tutti questi “cibi” sono ricchi di calorie vuote (che non nutrono ma ingrassano), di zuccheri (che aumentano la glicemia) e di grassi “cattivi”, che vanno a incrementare pericolosamente il livello di colesterolo LDL nel sangue.
2. Aumento del rischio di diabete
Tra le conseguenze più gravi e più comuni dell’obesità, vi è una maggiore probabilità di soffrire di diabete. A parlarne è uno studio italiano, condotto dai ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma, finanziato da Diabete Ricerca ONLUS e pubblicato sulla rivista Diabetes Care.
In base a questa ricerca, si è scoperto che l’obesità alimenta una reazione di tipo immune svolgendo un ruolo chiave nella morte delle cellule beta produttrici di insulina, ovvero dell’ormone che consente di monitorare i livelli di glucosio nel sangue.
Senza contare che, chi è obeso, ha più probabilità di soffrire non solo di diabete ma anche di tutte le altre patologie autoimmuni.
Aumenta il rischio di Alzheimer
3. Maggiore probabilità di Alzheimer
A evidenziare il legame tra obesità (infantile) e maggior rischio di Alzheimer e demenza senile, è uno studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, pubblicato sulla rivista Pediatrics. I dati raccolti hanno dimostrato che negli adolescenti affetti da obesità sono presenti elevati livelli della proteina responsabile di questo tipo di malattie, note come patologie neurodegenerative.
Diventa, dunque, sempre più urgente prevenire l’obesità adolescenziale agendo sin dalla prima infanzia, attraverso informazione capillare ed educazione ad uno stile di vita sano.
4. La prevenzione comincia dall’infanzia
I dati emersi dal recente rapporto dell’OMS parlano chiaro e spaventano: l’Italia presenta un’altissima percentuale di bambini in sovrappeso e obesi. A detenere il triste primato di questa classifica, è la regione Campania.
E tutto ciò accade nonostante l’Italia sia il Paese della dieta mediterranea, la più salutare a giudizio unanime della comunità scientifica. Ma è proprio l’allontanamento progressivo dal concetto di dieta mediterranea a rendersi responsabile di tale situazione.
Infatti, dieta mediterranea non significa abbuffarsi di pasta e pane, soprattutto se “bianchi”. La corretta piramide alimentare è costituita in primis dai vegetali (ortaggi, legumi, frutta), poi da cereali integrali, proteine (preferibilmente provenienti dal pesce azzurro) e grassi “buoni” (acidi grassi essenziali).
I bambini di oggi, invece, mangiano troppi zuccheri, farine raffinate e grassi “cattivi” (diminuendo il consumo di vegetali) mettendo a repentaglio anche il buon funzionamento del sistema immunitario.
Insieme alla dieta sbilanciata, poi, la mancanza di attività fisica svolge un ruolo chiave nell’aumento dell’obesità infantile. E questa nuova pigrizia globale si lega all’utilizzo sempre più massiccio e precoce di dispositivi tecnologici come tablet e smartphone.
5. Mangiare meno per stare meglio
L’Occidente tende sempre più a una sovralimentazione. Ovvero, assume mediamente più calorie di quante ne consumi. I risultati immediati sono appunto sovrappeso e obesità.
Uno dei motivi per cui si tende a mangiare troppo è che le dimensioni delle porzioni vendute nei supermercati, servite al ristorante o a casa, sono eccessive. A confermarlo è uno studio della University of Cambridge, secondo il quale ridurre le porzioni porterebbe a invertire la preoccupante tendenza all’obesità.
E, sempre basandosi su questi dati, l’utilizzo di piatti e posate più piccoli aiuterebbe a mangiare di meno e, quindi, a tenere lontano il rischio di diventare obesi.
6. Troppi zuccheri nel bicchiere
Per prevenire l’obesità non dobbiamo fare attenzione solo a come mangiamo ma anche a cosa beviamo. Un ruolo (negativo) determinante nell’aumento della popolazione obesa, è dato dal consumo eccessivo e costante di bevande zuccherate (cola, aranciate, succhi di frutta, bibite gassate).
Come sostiene un recente studio, condotto dall’Università di Cambridge e pubblicato sulla rivista British Medical Journal, le bibite zuccherate, quelle dietetiche (con dolcificanti artificiali) e i succhi di frutta sono tra i maggiori responsabili della vera e propria epidemia di obesità e diabete a cui stiamo assistendo.