Gli orecchioni sono un’infezione virale contagiosa – detta anche paraotite – che colpisce le ghiandole salivari, in particolar modo le ghiandole parotidi, situate in prossimità dell’orecchio. In prevalenza gli orecchioni colpiscono i bambini, ma possono capitare anche in età adulta.
Fortunatamente si tratta di una malattia che si può prendere una sola volta nella vita, dopo di che viene sviluppata l’immunità a essa.
L’agente responsabile di questa infezione è il Paramyxovirus che viene diffuso per contagio ad opera di goccioline di saliva o per contatto diretto con materiali contaminati. L’incidenza della malattia presenta un picco nel tardo inverno e all’inizio della primavera.
Sintomi
Una volta contratta la malattia, la durata del periodo d’incubazione è molto varia e può andare dai 5 ai 35 giorni.
Inizialmente i sintomi includono scarso appetito, malessere generale, cefalea e febbre bassa o moderata. Successivamente compare la tumefazione dolente delle parotidi, accompagnata da febbre elevata e dolore alla masticazione e alla deglutizione. A volte possono essere interessate anche le ghiandole salivari sottolinguali e sottomascellari.
La diagnosi della malattia viene fatta dal medico sulla base dei sintomi tipici; test sierologici per l’identificazione del virus della parotite e degli anticorpi diretti contro di esso sono raramente necessari. Normalmente l’infezione non è grave, ma i sintomi possono essere confusi con altre malattie come la tonsillite. È dunque sempre una buona idea consultare il medico di famiglia per fare in modo che possa confermare (o escludere) gli orecchioni.
Cure
Poiché non esiste cura per gli orecchioni, il trattamento è mirato a fornire sollievo dai sintomi e a prevenire l’ulteriore diffusione dell’infezione.
La terapia si avvale quindi generalmente di analgesici e antinfiammatori, antipiretici e impacchi caldo-umidi sulla zona dolorante.
Per la profilassi, invece, esiste un vaccino non obbligatorio.
Anche gli impacchi di olio di ricino possono avere un effetto lenitivo sulle ghiandole infiammate, e l’estratto di arnica strofinato sulle tempie può ridurre la cefalea.
Per quanto riguarda l’alimentazione è bene preferire alimenti liquidi o morbidi poiché gli orecchioni causano dolore durante la masticazione. Anche i cibi e i liquidi acidi – come gli agrumi e i succhi di frutta – possono aumentare la sintomatologia.
È importante invece bere molta acqua per recuperare la rapida perdita di liquidi corporei dovuta alla febbre.
Se ammalati, per prevenire la diffusione della malattia, diviene fondamentale stare lontani da luoghi affollati fino a cinque giorni dopo la scomparsa dei sintomi, lavare spesso le mani con acqua e sapone e utilizzare sempre un fazzoletto di carta usa e getta quando si tossisce o quando si starnutisce.