Per diventare osteopati ora occorrerà una laurea. L’osteopatia, dunque, ha ottenuto un riconoscimento atteso da tempo, dopo per anni c’è stato spazio per diversi interventi, non sempre ritenuti professionali da parte di sedicenti osteopati, dei quali non si conosceva l’esatta formazione. Con il decreto 1563 del ministero per l’Università e la Ricerca, insieme a quello della Salute, si definisce, invece, il percorso universitario per la professione di osteopata.

Chi è l’osteopata

Come si legge nel testo appena approvato, l’osteopata è «quel professionista sanitario che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico». Di fatto, quindi, si identifica il raggio d’azione dell’osteopata, che non è un ortopedico, ma appartiene alle figure sanitarie a tutti gli effetti. «È un traguardo storico per il ROI e per tutti i 12.000 osteopati italiani» ha dichiarato Paola Sciomachen, Presidente del ROI – Registro Osteopati d’Italia, la più rappresentativa associazione di professionisti del nostro paese e la prima per fondazione.

Come riconoscere chi ha la laurea in osteopatia

Oggi in Italia circa un terzo degli osteopati (4.500) è iscritto al Registro Osteopati d’Italia. Per poter vantare il titolo di osteopata, però, d’ora in poi occorrerà seguire un iter universitario ben preciso. «Questo decreto, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale, consentirà alle Università di attivare l’iter per I’istituzione della laurea in Osteopatia. Come per tutte le altre professioni sanitarie, gli studenti potranno seguire un corso della durata di tre anni, al termine del quale conseguiranno il diploma di laurea in osteopatia», conferma Sciomachen.

In cosa consiste l’osteopatia

Nata alla fine dell’800 negli Stati Uniti, l’osteopatia si è diffusa in Europa agli inizi del ‘900, in particolare in Francia e in Inghilterra, dove da tempo ha ottenuto il riconoscimento di “medicina”. A coniare il termine è stato il chirurgo americano Andrew Taylor Still, che scoprì le relazioni esistenti tra l’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo e la salute. Oggi prevede una terapia manuale, complementare alla medicina classica, con una peculiarità: invece che curare una specifica malattia, ha un approccio complessivo. Uno dei principi, infatti, è che le alterazioni alla base del problema di salute possano manifestarsi con segni e sintomi anche in parti del corpo differenti o lontane da quelle da cui sono originate. L’approccio, quindi, non è sul sintomo specifico (spesso un dolore articolare).

Da “improvvisazione” a medicina

In Italia è da 5 anni che l’osteopatia è stata definita come professione sanitaria, con la legge 3/2018. «La prima tappa dell’iter si era conclusa nel 2021, quando il Decreto del Presidente della Repubblica relativo all’istituzione della professione sanitaria dell’osteopata era stato adottato dal Consiglio dei ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale», spiega la presidente del ROI. «Ora manca un ultimo passo, anch’esso previsto dalla legge del 2018, cioè l’istituzione dell’Albo e la definizione delle equipollenze. Una volta completato questo percorso, l’osteopatia potrà essere esercitata solo da chi sarà iscritto all’Albo degli osteopati.”, sottolinea Sciomachen.

Un osteopata, diverse specializzazioni

Tra le materie che dovranno essere studiate nel corso dell’università ci sono Storia della Medicina; Bioingegneria, Microbiologia e microbiologia clinica, Medicina Fisica e Riabilitativa, ma anche Scienze tecniche dietetiche applicate, Neurologia, Psichiatria, Psicologia clinica, a seconda degli ambiti di specializzazione che l’osteopata potrà avere. Ad esempio, nell’ambito disciplinare “Scienze del management sanitario”, è stato aggiunto lo studio di Medicina legale, mentre per quello di Scienze interdisciplinari figura Farmacologia e tossicologia veterinaria. Infine, nell’ambito delle attività motorie, per le quali gli osteopati sono molto richiesti, è prevista la formazione in Metodi e didattiche delle attività sportive.

Che differenza tra osteopatia e fisioterapia

«Come per le altre professioni sanitarie si potranno prevedere dei master e dei corsi di approfondimento su tematiche specifiche», spiega Sciomachen. Resta, comunque, la differenza rispetto al fisioterapista. Pur potendo lavorare in sinergia, i due specialisti hanno un ambito di azione specifico. L’osteopata si concentra sulla struttura del paziente, in particolare scheletro e muscolatura, e interviene soprattutto con la manipolazione e altre tecniche analoghe. Il fisioterapista, invece, si occupa soprattutto di rieducazione motoria e attivazione della muscolatura, e può avvalersi anche di esercizi specifici e macchinari. Spesso l’osteopata risolve in modo più veloce dolori e problematiche legate alla struttura corporea più ampia, mentre il secondo insegna a usare meglio un’articolazione specifica. Le due figure, comunque, possono lavorare spesso in squadra.