Osteoporosi e sarcopenia sono fenomeni prevalentemente femminili tipici della menopausa che finora si sono indagati separatamente. Oggi invece si parla di osteosarcopenia.
Osteosarcopenia: osteoporosi + sarcopenia
A spiegare cosa sia l’osteosarcopenia è il professor Stefano Lello, Consulente Scientifico dipartimento Salute Donna e Bambino Fondazione Policlinico Gemelli. «Fino a oggi si studiava da una parte la perdita di massa ossea e di resistenza dell’osso, ossia l’osteoporosi; dall’altra, la perdita di massa, forza e performance muscolare, cioè la sarcopenia. Oggi, invece, abbiamo capito come le due condizioni non solo possono coesistere, ma arrivano a influenzarsi l’una con l’altra». Già uno studio del 2011 dimostrava che nelle donne che si fratturano il femore, il 58% soffre anche di sarcopenia. Ora, complice anche l’invecchiamento della popolazione, il fenomeno è analizzato con maggiore attenzione, soprattutto perché è possibile prevenire una condizione di osteosarcopenia grave, che può diventare invalidante.
Cos’è l’osteosarcopenia
Per osteosarcopenia si intende la coesistenza dei due problemi tipici che possono verificarsi col passare degli anni e in particolare nelle donne: l’osteoporosi e la sarcopenia. «L’osteoporosi comporta la riduzione della densità dell’osso intesa come quantità, ma anche qualità, quindi significa minor resistenza dell’osso e maggior rischio di fratture; la sarcopenia comporta invece la riduzione della quantità di massa, forza e performance muscolare» spiega il professor Lello.
Qual è la conseguenza? «Avere meno muscoli limita la capacità di compiere movimenti adeguati e quindi aumenta la probabilità di cadute. Ma non solo: il muscolo e l’osso “parlano tra loro” dal punto di vista biologico, cioè la sarcopenia può determinare un impoverimento della resistenza dell’osso» aggiunge l’esperto.
Le donne sono più a rischio di osteosarcopenia
Sicuramente l’età è uno dei fattori determinanti nella comparsa dell’osteosarcopenia: «Più si va avanti con gli anni, più aumenta la possibilità di soffrirne, ma le percentuali possono variare molto a seconda dei soggetti, del loro stile di vita e di altri fattori. In genere si può verificare in entrambi i sessi, ma le donne sono più rischio dopo la menopausa a causa della carenza ormonale» spiega Lello. Non a caso, secondo i dati del Ministero della Salute, su circa 5 milioni di persone che hanno l’osteoporosi, l’80% è donna, spesso in post menopausa. Ne sono colpite il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni.
Celiachia, fumo, alcol i fattori di rischio dell’osteosarcopenia
Quanto ai fattori di rischio, ce ne sono diversi e alcuni sono molto sottovalutati: «Oltre all’età possono contribuire la familiarità (per esempio, il fatto di avere madre o padre che hanno avuto fratture importanti), ma anche sindromi da malassorbimento come la celiachia, la carenza di vitamina D e soprattutto fumo e alcol, che troppo spesso sono sottovalutate. Non solo contribuiscono negativamente, ma sono spesso associate a malassorbimento, perché chi beve molti alcolici in genere ha un’alimentazione sbilanciata» spiega ancora l’esperto. «Tra i fattori di rischio, infine, non dimentichiamo l’assunzione di farmaci come il cortisone e l’eccessiva magrezza, anche se va notato che la sarcopenia può interessare anche chi ha chili di troppo: in questo caso la massa adiposa supera quella muscolare e la sostituisce» spiega Lello.
Osteosarcopenia: sintomi e diagnosi
«In genere dell’osteoporosi, a meno di controlli mirati, non ci si accorge se non quando si cade. Quanto alla sarcopenia, invece, i primi segnali di allarme sono la debolezza muscolare, la fatica ad alzarsi dalla sedia o a sollevare pesi, insomma una riduzione della performance muscolare» spiega Lello.
Osteosarcopenia: diagnosi
Se per l’osteoporosi la diagnosi avviene generalmente dopo una Moc, l’esame che valuta la densità ossea, «per la sarcopenia ci si potrebbe avvalere di diversi esami, come la risonanza. Ma in realtà sarebbe sufficiente utilizzare un dinamometro, che permette di valutare la forza della mano: è fatto come una pinza e va stretto con la mano. È collegato a un monitor che misura la cosiddetta hand grip, la forza del pugno, che è rappresentativa della forza muscolare generale. Potrebbe farlo anche il medico di base e sulla base dei risultati si possono fornire indicazioni preventive e/o terapeutiche» spiega l’esperto della Fondazione Policlinico Gemelli.
Come si previene l’osteosarcopenia: integratori e acqua
«Le due indicazioni principali di prevenzione sono un’alimentazione bilanciata e l’attività fisica, insieme allo stile di vita generale che passa, appunto, da fumo e alcol che andrebbero fortemente ridotti – spiega Lello – A questo si deve aggiungere un eventuale aumento dell’apporto di proteine (1/1,5 grammi, a seconda dei casi) e la supplementazione di vitamina D o calcio. Questo dovrebbe essere assunto con la dieta corretta, che passa anche per la scelta di un’acqua adeguata, che può essere un’ottima fonte di calcio e ben tollerata, senza controindicazioni».
Attività fisica in menopausa per contrastare l’osteosarcopenia
Ma quanta attività fisica andrebbe fatta, specie dopo la menopausa? «Dipende molto da soggetto a soggetto, da quanta ne è stata fatta in passato, ma sicuramente chi si muove per 30/40 minuti tre volte alla settimana trae beneficio. Ricordiamo che il movimento migliora l’equilibrio, che può essere allenato, quindi riduce il rischio di cadute. Inoltre si rinforzano anche le ossa perché lo stimolo meccanico del movimento a sua volta stimola la formazione dell’osso. La riprova si ha negli astronauti che, in assenza di gravità e dunque di movimento muscolare, registrano una perdita ossea» conclude l’esperto.