Un flusso troppo abbondante, che magari dura sei, sette giorni e viene a distanza ravvicinata. «Il suo nome scientifico è metropatia emorragica e colpisce una donna su 20» spiega il professor Giorgio Vittori, direttore dell’Unità di ginecologia dell’ospedale San Carlo di Roma. «Può essere molto debilitante, perché causa anemia». Ma oggi si può risolvere con un nuovo intervento, che si chiama Novasure, veloce, sicuro e che evita l’asportazione dell’utero. Va bene quando il problema è dovuto a squilibri ormonali (per esempio perché la tiroide funziona male o si è sovrappeso) oppure a fibromi o polipi che non superino i due centimetri.
L’unica controindicazione all’intervento è se si vuole avere un figlio, perché, togliendo il rivestimento dell’utero, l’ovulo non può più annidarsi. «La tecnica prevede solo una specie di bruciatura sulla parete, che si esegue con un’innocua corrente elettrica» spiega il professor Vittori. «Si fa in anestesia locale e in day hospital».
Nei casi di metropatia emorragica prima si prova a ridurre il flusso eccessivo con i farmaci, ma se così la situazione non migliora spesso l’unica soluzione è chirurgica. Ci sono già tecniche recenti che eliminano solo il rivestimento interno dell’utero, cioè l’endometrio. Ma il nuovo metodo ha una marcia in più: è computerizzato, quindi più preciso, ed evita il rischio di danneggiare i tessuti circostanti.
Si usa uno strumento monouso che, inserito attraverso la vagina, si adatta da solo alle dimensioni dell’utero ed emette la giusta dose di corrente elettrica per bruciare in modo uniforme l’endometrio. In più, non è necessario sottoporsi a cure ormonali prima dell’intervento, come avviene per le altre tecniche. I centri pubblici che utilizzano la nuova tecnica sono l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana(tel. 050993065), il Policlinico Federico II di Napoli (tel. 0817462979) e, entro breve, l’ospedale San Carlo di Roma (tel. 0639706221).