La pillola anticoncezionale non è per tutte
La memoria torna indietro di 20 anni. A quando in Gran Bretagna l’Ente di sorveglianza lanciò un “alert” in seguito all’aumento di casi di trombosi alle vene delle gambe in donne giovani che stavano assumendo la pillola anticoncezionale. La storia si ripete? “Non bisgona cadere nella tentazione di essere sommari o superficiali “, interviene Lidia Rota, responsabile del Centro di prevenzione cardiovascolare globale, Istituto clinico Humanitas di Milano.
“Da entrambi le parti, medico e paziente. Perché la contraccezione ormonale può essere fondamentale e necessaria e andare benissimo per molte, ma non per tutte. È normale infatti che quando si inizia una terapia ormonale si verifichi un’alterazione del sistema di coagulazione del sangue, che tende a diventare più “denso”, più incline a coagulare. Questo sbilanciamento è simile a quello che si verifica in gravidanza e avviene in modo diverso da donna a donna. In molte non fa danni, perché il sistema della coagulazione si difende da solo. In altre provoca trombosi nelle vene delle gambe, spesso definite flebiti, o addirittura una trombosi delle vene del cervello, con sintomi simili a quelli di un ictus”.
Per capire chi rischia di più non servono per forza sofisticati o costosi test genetici, che possono essere utili solo in casi selezionati. Per tutte è indispensabile invece un semplice e low coast colloquio tra medico e paziente. Nulla di più.
Chi rischia la trombosi
“È a rischio di trombosi chi ha già in famiglia dei precedenti”, continua la dottoressa Rota che è anche presidente di Alt, Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari onlus. “Vale a dire, casi di ictus, infarto, trombosi, flebiti alle gambe verificatisi prima dei 60 anni. Oppure ha già avuto una flebite a un braccio o a una gamba, magari in seguito a un periodo di immobilità o dopo un intervento chirurgico “.
Non scordarti poi di dire se fumi, perché il fumo moltiplica per quattro il rischio di malattia. Occhio anche al peso, soprattutto se a livello addominale dal momento che rallenta il ritorno venoso al cuore. E alla cellulite su cosce e caviglie, segno di una circolazione difettosa.
Che fare allora?
Di sicuro, se sono fattori di rischio modificabili, correggili: dimagrisci, smetti di fumare, pratica una regolare attività fisica. E allora sì che, se il medico lo condivide, puoi assumere una terapia anticoncezionale ormonale. “Bisogna essere accurati nella valutazione del rischio e ricordarsi che le pillole di ultima generazione, le cosiddette “leggere”, hanno paradossalmente più effetto sulla fluidità del sangue rispetto alle vecchie pillole più pesanti di seconda generazione” ricorda l’esperta. “Nei casi dubbi, bastano pochi esami del sangue a valutare il profilo di rischio di ogni donna. Questo sempre e soprattutto se la terapia ormonale è indispensabile, come nel caso di un uso terapeutico. Se non lo è, e soprattutto ci sono stati casi di malattie da trombosi in famiglia, meglio allora orientarsi verso un metodo contraccettivo non ormonale, visto che la scelta non manca”.