I dubbi che aleggiano da sempre attorno alla pillola del giorno dopo, sono veramente molteplici. Ci troviamo di fronte ad adolescenti che non ne conoscono funzione e meccanismo, ma anche le donne adulte si dimostrano piuttosto confuse in merito. Inoltre, sono oggi disponibili anche altri contraccettivi d’emergenza come, per esempio, la pillola dei cinque giorni dopo, sul cui funzionamento domina una confusione ancora maggiore. Cerchiamo di fare chiarezza sulle modalità relative a questa tipologia di pillola.
La pillola del giorno dopo: come funziona
Ma cos’è la pillola del giorno dopo? Si tratta di un contraccettivo d’emergenza a base di progestinico che va a ritardare l’ovulazione di alcuni giorni abbassando il rischio di fecondazione. In breve se l’ovulazione non c’è ancora stata, la pillola del giorno dopo ne impedisce il verificarsi e, se la donna ha già ovulato, viene invece impedito l’annidamento dell’embrione attraverso lo sfaldamento dell’endometrio (che diventa più spesso per accogliere l’embrione).
Va precisata, inoltre, la differenza sostanziale che intercorre tra pillola del giorno dopo e pillola abortiva: la prima è un contraccettivo d’emergenza da assumere subito dopo il rapporto sessuale a rischio e impedisce la fecondazione, la seconda è un farmaco abortivo che interrompe la gravidanza.
Come e quando si assume
La pillola del giorno dopo si assume entro 72 ore dal rapporto sessuale a rischio. Si tratta di un contraccettivo d’emergenza, che non va considerato alla stregua di un anticoncezionale abituale. L’efficacia è più marcata se si assume la pillola entro 48 ore dal rapporto non protetto, oltre questo limite permane l’efficacia fino alle 72 ore ma in maniera progressivamente ridotta.
Oggi la pillola del giorno dopo può essere acquistata senza ricetta (il 4 marzo 2016, l’Aifa ha modificato il regime prescrittivo della specialità medicinale a base di Levonorgestrel come era avvenuto nel maggio del 2015 per la “pillola dei cinque giorni dopo”) dalle donne maggiorenni in farmacia (con esibizione del documento di identità) mentre le minorenni possono ottenerla solo dietro prescrizione medica, recandosi dal ginecologo, dal medico di famiglia, presso un consultorio o al pronto soccorso.
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e l’Agenzia europea del farmaco (Ema) sottolineano che si tratta di contraccettivi di emergenza: il principio attivo del farmaco è un ormone presente anche nelle pillole contraccettive ma in una dose fino a trenta volte maggiore.
Nel caso delle donne minorenni, si apre lo scenario italiano dell’obiezione di coscienza, un percorso che può costringere la donna a incredibili pellegrinaggi tra ospedali e medici. Per questo può essere risolutivo rivolgersi ai consultori laici della propria città.
La pillola dei cinque giorni dopo
Molta confusione si ritrova anche nelle nozioni sulla “pillola dei cinque giorni dopo”. Sono soprattutto le più giovani a confonderla con la pillola del giorno dopo (da assumere, ricordiamo, entro 72 ore dal rapporto a rischio ma che espleta la sua massima efficacia nelle prime 12-48 ore).
Anche la pillola dei cinque giorni dopo è un contraccettivo d’emergenza a base di un inibitore del recettore del progestinico, non è un farmaco abortivo (esattamente come non lo è la pillola del giorno dopo) e va però assunta entro 120 ore dal rapporto sessuale a rischio. Si può acquistare senza ricetta se maggiorenni (in farmacia, presentando il documento di identità) e con ricetta se minorenni.
La pillola dei 5 giorni dopo è un farmaco a base di ulipristal. Come dimostrato in uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Obstetrics and Ginecologics, l’ulipristal ha una percentuale di successo vicina al 98%. Se assunta, appunto, entro 5 giorni dal rapporto la pillola riesce a interferire con i meccanismi dell’ovulazione. Nello specifico, è in grado di ritardarla prevenendo la fecondazione dell’ovulo.
L’ulipristal ha un effetto di durata ben superiore (120 ore) alle 24 ore della “pillola del giorno dopo” e potrebbe anche impedire l’impianto di un ovulo fecondato. Ma non si tratta comunque di una pillola abortiva in quanto (secondo quanto riportato e affermato dall’OMS) la gravidanza ha inizio quando l’ovulo fecondato si impianta nell’utero e non nel momento della fecondazione.
Il consiglio è sempre quello di utilizzare il contraccettivo d’emergenza sotto controllo del medico specialista (ginecologo) o del medico curante (medico di famiglia) per monitorare gli eventuali effetti collaterali e per assumerlo in tranquillità, benché si tratti comunque di un dispositivo sicuro.