Troppo piombo nel cioccolato. L’allerta arriva dagli Stati Uniti, dove uno studio mette in guardia dai rischi connessi a un consumo eccessivo di prodotti che possono contenere questo metallo. Il pericolo, infatti, è di mangiarne troppo sotto forma di snack o altri alimenti che poi possono portare a un quantitativo danno per la salute.

Troppi metalli nei prodotti con cioccolato

L’allarme, dunque, arriva da Oltreoceano e, in particolare, dai ricercatori della George Washington University, che hanno preso in esame 72 prodotti che contengono cacao, immessi sul mercato tra il 2017 e il 2022. Gli esperti hanno trovato che molti di questi alimenti, sotto forma di cioccolato “puro” o snack, biscotti, ecc., avevano un quantitativo molto elevato di metalli pesanti, superiore a quella considerata sicura dalle leggi dello Stato della California, più severe di quelle della Food and Drug Administration. In particolare, il 43% superava i livelli previsti per il piombo e il 35% quelli di cadmio, mentre 70 dei 72 prodotti testati erano al di sotto dei limiti previsti dalla FdA, dunque commercializzabili.

Che rischi si corrono con il piombo e altri metalli?

«Oltre al piombo in effetti si possono trovare arsenico, cadmio e mercurio, presenti talvolta anche nei cereali e in alcuni frutti non biologici. Il problema è che si bioaccumulano nell’organismo, cioè non sono eliminati come invece accade alle altre sostanze che non sono necessarie, sono tossiche o non idonee al nostro sistema biologico. Il nostro corpo, quindi, riesce a smaltirne una piccola parte, ma un’altra piccola parte rimane all’interno. L’assunzione cronica di metalli pesanti, quindi, nel tempo può provocare danni. Nello specifico, possono intaccare la normale funzionalità di organi, soprattutto reni (dando insufficienza renale), fegato e neuroni, con possibile perdita di memoria, malfunzionamento del sistema muscolo-scheletrico e problemi neurocognitivi», spiega Monica Germani, nutrizionista e dietista.

L’importanza delle dosi

Come riportato dalla rivista Frontiers in Nutrition, gli stessi ricercatori americani hanno però sottolineato come i pericoli per la salute siano connessi alle quantità. Se mangiati entro i limiti delle porzioni giornaliere, cioccolato e prodotti con cacao non rappresentano un rischio per la salute. «Se mangiati in piccole porzioni e non frequentemente, questi contaminanti non rappresentano un problema – spiegano i ricercatori – Ma se si mangiano molti di questi prodotti con regolarità, ecco che l’esposizione agli additivi può diventare problematico». Il quantitativo è di 1 o 2 once, ossia dai 30 ai 60 grammi al giorno.

Quanto cioccolato al giorno?

«Può essere un’indicazione corretta, a patto che ci si riferisca a una persona sana, cioè senza patologie metaboliche o diabete, oppure in assenza di allergia al nichel, di cui il cioccolato è generalmente ricco. Le linee guida comunque consigliano 20 grammi al giorno per una persona sana non molto attiva, quindi un quantitativo sicuro dal punto di vista dei metalli pensati. Il rischio può essere maggiore per gli sportivi perché il cioccolato può essere utilizzato come ‘carburante’. Lo specialista quindi può aiutare a capire come fermarsi a 40/50 grammi al giorno – spiega Germani – Attenzione, però, anche ai possibili contaminanti anche del resto dell’alimentazione (ortaggi, frutta, cereali, che pure sono soggetti a normative precise), altrimenti limitiamo solo il cioccolato, ma la sommatoria finale potrebbe non cambiare».

La risposta dei produttori

Dopo la pubblicazione dello studio, però, è arrivata anche la risposta dei produttori di cioccolato e alimenti affini. Secondo Christopher Gindlesperger, senior vice president della comunicazione della National confectioners Association (l’associazione che raggruppa le aziende che confezionano snack e alimenti simili), «cioccolato e cacao sono sicuri, possono essere gustati come dolci come avviene da secoli. La sicurezza alimentare e la qualità del prodotto rimane la nostra maggiore priorità, ed è nostro interesse continuare a garantire trasparenza e responsabilità sociale».

Cioccolato fondente: perché è più a rischio

Alcuni consumatori hanno approfondito le ricerche, concentrandosi sul cioccolato fondente che, contenendo una maggiore quantità di cacao, potrebbe essere più a rischio soprattutto per via del terreno da cui proviene: «Fondamentali sono la quantità del prodotto consumato e la qualità, non solo del cioccolato – sottolinea Germani – Bisogna imparare a guardare la provenienza dell’alimento. Nel caso dei metalli pesanti occorre verificare la localizzazione geografica: le coltivazioni vicine a tutte le aree nelle quali le acque possono essere inquinate o ci sono grandi zone industriali o di scarico, possono concentrarsi contaminanti nel terreno, con la conseguenza che i prodotti coltivati ne possono contenere in maggior quantità».

Le 5 cose da controllare nel cioccolato

Rispetto alla qualità dei prodotti, invece, Germani suggerisce di controllare alcuni aspetti: «La percentuale di cacao (più è elevata, maggiore sarà la qualità); l’origine: le fave provenienti da regioni rinomate per la loro produzione di cacao di alta qualità, come il Venezuela, l’Ecuador o il Ghana, sono spesso associate a cioccolati pregiati; il metodo di produzione: i cioccolati prodotti artigianalmente o con metodi tradizionali tendono ad essere considerati migliori; l’aspetto visivo: un cioccolato di alta qualità dovrebbe avere una superficie lucida e uniforme, senza segni di imperfezioni o tracce di cristallizzazione del burro di cacao; infine l’etichetta e le certificazioni, ad esempio quelle di qualità o sostenibilità come il marchio Fair Trade o il marchio biologico».

Cosa dicono le normative

Le normative europee, dunque italiane, e americane sono comunque differenti. «Dopo un primo regolamento europeo del 2016, nel 2023 ne è arrivato uno nuovo che prevede limiti massimi giornalieri, per esempio per il cadmio di 0,15 microgrammi per kg di peso corporeo. Ma va considerata la sommatoria dei possibili contaminanti in tutti i prodotti che consumiamo durante il giorno, quindi anche cereali o prodotti per l’infanzia, ecc. Il consiglio è di rispettare le quantità consigliate, fatto salvo qualche sgarro, che garantiscono un rischio basso. Il problema sorge quando gli abusi sono quotidiani. Le linee guida americane, invece, sono superiori anche se in California sono state approvate quest’anno linee guida più restrittive, che entreranno in vigore a gennaio 2025», conclude la nutrizionista.