Ognuno di noi sa riconoscere all’instante un sorriso finto, lo sapevi? In neuropsicologia è stato dimostrato che il percorso dell’impulso neurologico varia a seconda che si tratti di un’emozione che nasce dal profondo o da una forzatura di circostanza.
Quello vero si chiama sorriso dell’anima, noto come sorriso di Duchenne, il neurologo francese che per primo indagò questo meccanismo: è breve, immediato, attiva sia i muscoli della bocca, sia gli occhi. Il sorriso recitato non convince né gli altri, né te stessa. Un’ottima ragione per smettere.
Secondo la psicologa Pascale Chapaux-Morelli e il giornalista Eugenio Murrali, autori del libro Vincere le delusioni. Contromosse per superarle e non farsi avvelenare la vita (Feltrinelli Urra) la soluzione è un’altra: impariamo a prendere contatto con i motivi della nostra frustrazione. La delusione può segnare un punto di svolta e aiutarci a cambiare prospettiva.
«Fuggire la realtà, negare i fatti, giustificare il responsabile, rifiutare la sofferenza. La giustificazione, come il diniego ci porta a non guardare in volto i fatti e ritarda il processo d’evoluzione». Per cambiare vita dobbiamo accettare di vedere ciò che non va. Il primo passo da fare è… non accontentarsi.
1. Hai la sensazione di perdere tempo?
Ammettere di sentirsi insoddisfatti è la chiave per capire che cosa vogliamo davvero. Che cos’hanno gli altri che io non ho? Emozioni difficili, come la rabbia o l’invidia, possono rivelare molto sui nostri desideri e sui motivi per cui nel profondo crediamo di non poter raggiungere ciò che vogliamo. Che cosa mi impedisce di fare ciò che vorrei? Chiedersi quali emozioni viviamo e quali azioni compiamo nel frattempo aiuta a osservare il comportamento quotidiano e prendere contatto con la propria realtà.
2. L’ansia è difficile da gestire?
Secondo gli studi si può parlare di ansia generalizzata in presenza di una preoccupazione che persiste almeno per un mese di seguito, o a giorni alterni. Può accadere in presenza di un lavoro particolarmente stressante, quando viviamo un periodo difficile o dopo un fallimento: la sensazione è un blocco che paralizza la nostra voglia di agire, chiude la bocca e fa battere forte il cuore. Sblocca il meccanismo. L’ansia non ti aiuta a risolvere i problemi e annebbia la lucidità mentale.
3. Dormi male?
Il sonno è una componente fondamentale per la salute del corpo e della mente. Inoltre, la nostra vita onirica può rivelare molto sui desideri più segreti, le angosce, la speranza. Quanto ascolti i tuoi sogni e ti permetti di avere fiducia nel futuro?
4. Fatichi a concentrarti?
Secondo gli studi troppo stress danneggia il cervello. È una minaccia per la salute del cuore, può causare depressione e peggiorare i disturbi dell’umore con picchi di rabbia seguiti da profonda prostrazione. Susan Nolen-Hoeksema, docente e capo del dipartimento di Psicologia dell’Università di Yale, si è a lungo occupata di overthinking: ruminare pensieri continuamente non ci avvicina alle soluzioni, anzi fa entrare in un circolo vizioso di pensieri negativi e preoccupazione costante.
5. Sei diffidente verso il mondo?
«La diffidenza è figlia della paura» spiegano gli autori di Vincere le delusioni. «Come un animale colpito che si lecca le ferite, rimaniamo in fondo alla tana, a casa, ed evitiamo tutti e tutto ciò che potrebbe, da vicino o da lontano, ricordarci la causa del nostro disagio». Uscire dalla sensazione di inadeguatezza è simile allo sforzo di rompere una barriera invisibile: sembra difficile, ma quando osiamo farlo ritorniamo a respirare una boccata d’ossigeno.
6. Ti irriti facilmente?
«Il senso di ingiustizia è l’anello di congiunzione tra la ferita e l’ira o l’abbattimento. Chi lo prova è sicuro che le cause della ferita siano attribuibili all’esterno». Il mondo all’improvviso diventa una continua fonte di minaccia. «Il sussulto interiore che proviamo è il segno che c’è dell’irrisolto, che inquina ancora il nostro pensiero». Una bassa autostima ci intrappola nella frustrazione verso l’altro, ma quando impariamo a lavorare sulla fiducia iniziamo a osservare i nostri limiti e focalizzarci su noi stessi, su ciò che è in nostro potere cambiare.
7. I rapporti sociali o lavorativi ti fanno soffrire?
«Il rancore è una delle reazioni più antieconomiche e noi dobbiamo essere capaci di riconoscerlo quanto prima, anche se assume forme sottili, fatte di malessere». Una grande rabbia quasi sempre nasconde un immenso dolore, ma quando siamo avvolti dal rancore lo emaniamo in ogni gesto, anche nei rapporti con le persone: il sorriso diventa ghigno, le lacrime si trasformano in parole che feriscono. Immaginati a distanza di un anno: in quale situazione vorresti visualizzarti per poter essere felice? Decodificare i nostri bisogni aiuta a focalizzare meglio gli obiettivi.
8. Hai problemi di tensione muscolare?
Attenzione ai messaggi del corpo: mal di testa e malattie psicosomatiche possono comparire in momenti stranamente affini a ciò che senti senza riuscire ad ammetterlo. Nella solitudine si ritrova il filo del contatto verso se stessi e spesso emergono nuovi spunti, da un libro in grado di dare ispirazione alla semplice calma che consente di prendersi cura di sé. Concedersi tempo è rivoluzione. Riappropriati del tuo diritto di sognare: fare una passeggiata, guardare un film o assaporare un attimo di silenzio è una medicina per l’anima. Per farlo a volte dobbiamo imparare a esprimere con chiarezza le nostre esigenze e saper chiedere aiuto agli altri.
9. Provi nostalgia per cose del passato?
La nostalgia in certi contesti può essere stimolante e aiutarci ad avere il coraggio di resistere. Tuttavia, come spiegano Pascale Chapaux-Morelli e Eugenio Murrali, «delusione e nostalgia viaggiano spesso insieme, perché la prima si porta dietro la seconda». Hai bisogno di idee fresche, fiducia in ciò che puoi realizzare, stima per il valore che ti attribuisci. Come passi il tuo tempo libero? Secondo le stime gli italiani in media trascorrono sui social oltre due ore: se stai seguendo persone che critichi, che ti deprimono o che invidi… stai sprecando minuti preziosi!
10. Tieni tutto dentro e non esprimi le tue vere emozioni?
Il problema è la fiducia in noi stessi. «Non mi sento capace di… ho paura… non sono all’altezza… le mie capacità sono limitate» sono pensieri che bloccano: spesso sono nascosti in profondità, per questo diventano difficili da individuare. Eppure queste voci ti sussurrano tutto il tempo la stessa cosa: non ce la fai, è troppo per te. Stop! «La capacità dipende anche dall’esercizio. Avete la possibilità di potenziare le vostre competenze in ogni ambito». Osa, sbaglia, impara nuove cose. Inizia a dire grazie più spesso e prova vedere la parte costruttiva in ciò che ti circonda. Passa più tempo con chi ammiri sinceramente, sui social e nella vita, e impara da chi ne sa più di te.
«È il momento di riconsiderare la nostra storia, di prendere in mano la penna, di scrivere di nostro pugno i personaggi che devono restare, che pur con i loro difetti inaspettati, inimmaginabili, hanno reso e renderanno più bello il nostro racconto. Perché tutti possono sbagliare, anche noi, che però ora sappiamo godere appieno di ogni significato, dei semi che lasciano persino il fallimento» e tornare ad essere narratori della nostra esistenza.